Segnaletica verticale, cosa significano i cartelli e quando prevalgono

La segnaletica verticale è fondamentale per la sicurezza stradale: le caratteristiche devono assicurare la sua efficacia in tutte le condizioni ambientali

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 29 Aprile 2024 16:25

Sin dalle prime lezioni di scuola guida ci insegnano il significato dei segnali stradali, compresi quelli verticali. Ogni cartello, dalle indicazioni sui limiti di velocità al divieto di accesso, dall’obbligo di svolta alla segnalazione di attraversamenti pedonali, gioca un ruolo nel dirigere il comportamento sulle strade e garantire la sicurezza.

Questi segnali non solo orientano gli automobilisti ma sono anche progettati per essere immediatamente comprensibili, grazie a una simbologia chiara e universale. Nonostante le leggere variazioni che possono essere riscontrate in base alle normative locali o internazionali, la segnaletica stradale mantiene una forte coerenza visiva in molti Paesi del mondo, facilitando così la guida in contesti internazionali.

Come sono fatti i segnali verticali

La segnaletica verticale è regolamentata dal Codice della strada e dal suo Regolamento di esecuzione. Questi segnali sono progettati con specifiche ben precise riguardo forma, dimensioni, colori e altre caratteristiche tecniche. Devono essere facilmente visibili e leggibili in ogni condizione di traffico e illuminazione.

Durante le ore notturne, la visibilità è assicurata attraverso i segnali luminosi e la rifrangenza. I primi sono dotati di dispositivi di illuminazione propria, che li rende facilmente visibili anche in condizioni di scarsa luce. I secondi sono rivestiti con pellicole rifrangenti che catturano e riflettono la luce dei fari, rendendo il segnale leggibile anche di notte.

Il retro dei segnali è mantenuto in un colore neutro opaco per evitare riflessi e per mantenere un aspetto uniforme e non distraente per gli automobilisti. Ogni segnale stradale deve portare indicazioni chiare sul retro che identificano l’ente o l’amministrazione che gestisce quella specifica via, il marchio del produttore del segnale, l’anno di produzione, e il numero di autorizzazione rilasciato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Questo numero conferma che il segnale è stato prodotto in conformità con gli standard nazionali approvati e che il produttore è qualificato per fornire segnaletica conforme alle normative vigenti.

Dove è installata la segnaletica verticale

Di norma la segnaletica verticale è installata sul lato destro della strada, ma ci sono eccezioni che autorizzano il posizionamento sul lato sinistro, su isole spartitraffico o sospesi sopra la carreggiata. Queste variazioni sono dettate da esigenze di sicurezza o da normative che regolano le diverse categorie di segnali. I segnali sono posizionati per anticipare i pericoli o le regolamentazioni in corso, a una distanza standard di 150 metri dal punto di inizio del pericolo segnalato.

Nelle aree urbane, dove la velocità massima è generalmente limitata a 50 km/h, questa distanza può essere adeguata alle dimensioni e alle caratteristiche specifiche del luogo. Altri aspetti normati sono l’altezza e la distanza dei segnali dal marciapiede o dal bordo della strada. L’obiettivo è collocare i segnali il più vicino possibile al punto dove inizia o finisce una prescrizione per assicurare ai conducenti il tempo di adeguare la guida in base alle indicazioni fornite.

Per migliorare l’efficacia della segnaletica è pratica comune utilizzare pannelli integrativi che indicano la distanza dal pericolo o dalla regolamentazione. Questi segnali possono essere ripetuti come forma di preavviso, specialmente in prossimità di intersezioni o altre aree critiche, dove i diritti di precedenza devono essere comunicati con chiarezza.

La distanza di questi preavvisi varia in base alle condizioni locali e alla velocità prevalente, non superando i 25 metri fuori dai centri abitati e i 10 metri all’interno.

Il caso dei pannelli a messaggio variabile

I segnali a messaggio variabile sono progettati per fornire avvisi in tempo reale e adattarsi alle diverse situazioni stradali. Possono segnalare ingorghi, lavori in corso, incidenti o variazioni meteorologiche che influenzano la velocità e le scelte di percorso dei conducenti. La gestione dei messaggi può avvenire sia localmente sia da remoto, attraverso sistemi di controllo sofisticati che assicurano una comunicazione tempestiva.

Nonostante la flessibilità, i segnali a messaggio variabile aderiscono a standard normativi. Devono essere realizzati utilizzando con simboli e testi regolamentati per garantire che ogni messaggio sia subito comprensibile e non crei confusione tra gli utenti della strada.

Segnali di pericolo, di prescrizione, di indicazione

Il Codice della strada italiano definisce le distanze minime di avvistamento per i segnali verticali di pericolo, di prescrizione, di indicazione, garantendo che gli automobilisti abbiano il tempo adeguato per reagire alle informazioni stradali. Queste misure variano a seconda della categoria del segnale e del tipo di strada su cui sono installati.

Segnali di pericolo

I segnali di pericolo su autostrade e strade extraurbane principali devono essere visibili da almeno 150 metri di distanza, permettendo ai conducenti su queste vie ad alta velocità di avere tempo sufficiente per decelerare o prendere precauzioni. Su strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento, dove la velocità è generalmente superiore a 50 km/h, i segnali devono essere visibili da 100 metri. Nelle zone urbane meno trafficate, la visibilità richiesta si riduce a 50 metri.

Segnali di prescrizione

Per i segnali di prescrizione, la visibilità su autostrade e strade extraurbane principali deve estendersi fino a 250 metri, la distanza più lunga tra tutte, data la loro importanza nel regolare il flusso del traffico e assicurare la sicurezza. La distanza su strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento si riduce a 150 metri. Anche per questi segnali, la visibilità richiesta è di 80 metri sulle altre strade urbane.

Segnali di indicazione

Le distanze minime per i segnali di indicazione variano per ogni segnale e sono dettagliate nei relativi articoli del Codice della strada.

Quando prevalgono: la gerarchia dei segnali

Nel contesto della segnaletica stradale, comprendere la gerarchia tra i diversi tipi di segnali è centrale per la sicurezza e della guida. I segnali semaforici, ad eccezione della luce lampeggiante gialla che indica pericolo, hanno la priorità più alta nel controllo del traffico. In presenza di un semaforo, le istruzioni fornite da questi dispositivi prevalgono su tutte le altre segnalazioni, comprese quelle della segnaletica verticale e orizzontale che regolano la precedenza.

La segnaletica verticale, che include cartelli di stop, divieto, direzione e altri avvisi stradali, ha la precedenza su quella orizzontale. Si rivela importante nei casi in cui i segnali dipinti sulle strade, come le strisce pedonali o le linee di stop, possano essere meno visibili a causa delle condizioni meteorologiche o dell’usura.

Anche se fondamentale, la segnaletica orizzontale si posiziona al terzo posto nella gerarchia dei segnali stradali. Questi segnali, applicati direttamente sulla pavimentazione stradale, forniscono indicazioni utili ma devono cedere il passo ai segnali verticali e semaforici.

Come da chi sono progettati

La progettazione della segnaletica verticale si basa su studi tecnici che prendono in considerazione l’intera area o itinerari specifici. Il progetto tiene conto di diverse variabili stradali per determinare la tipologia di segnaletica più adeguata.

Innanzitutto ci sono le velocità predominanti o progettate per ciascuna strada influenzano direttamente la scelta e la collocazione dei segnali. Quindi occorre considerare i diversi tipi di veicoli che utilizzano la strada, come autovetture, veicoli pesanti e motocicli.