Come funzionano e dove sono i tutor su strade e autostrade

Il sistema di rilevamento della velocità del tutor è differente da quello dell'autovelox, anche se ci sono alcuni aspetti in comune che bisogna conoscere

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 4 Aprile 2024 13:19

Il tutor è un sistema di misurazione della velocità media dei veicoli lungo un tratto stradale. L’obiettivo è monitorare e disciplinare il rispetto dei limiti di velocità, non solo sulle autostrade, ma anche su altre arterie stradali. Originariamente concepito da Autostrade per l’Italia, il tutor è gestito dalla Polizia Stradale ed è a oggi una importante risorsa per la sicurezza stradale.

La sua implementazione ha prodotto risultati tangibili: già nell’anno successivo al suo lancio in Italia, ha contribuito a ridurre il tasso di incidenti del 22% e il tasso di mortalità del 51% sulle autostrade. Questo successo ha portato a un aumento del numero di chilometri monitorati dal tutor lungo le autostrade, fino ad arrivare a triplicarsi negli ultimi tre anni.

Come funziona il tutor sulle strade

Il tutor è conosciuto anche come Sistema informativo per il controllo della velocità. Questa denominazione evidenzia la funzione di monitoraggio e registrazione del veicolo nel suo complesso, non limitandosi alla targa. A differenza dell’autovelox, il tutor adotta un sistema di rilevazione e misurazione della velocità più esteso nel tempo, concentrandosi sulla velocità media di un autoveicolo o di un motoveicolo lungo un tratto di strada specifico.

Questo sistema è in grado di individuare con precisione il superamento dei limiti di velocità tra un tutor e l’altro, con tratti controllati che possono estendersi fino a 30 chilometri. Il tutor può rilevare anche la velocità istantanea di un veicolo, specialmente in punti critici e sensibili in termini di sicurezza stradale, come le corsie di emergenza. Indipendentemente dalle condizioni meteorologiche e ambientali, come pioggia, neve o nebbia, il tutor opera in modo affidabile, garantendo una costante vigilanza sul rispetto dei limiti di velocità.

Il concetto di tutor ha avuto origine in Svizzera, dove inizialmente fu sviluppato per il monitoraggio del traffico nelle gallerie. Questo sistema, utilizzando telecamere poste all’entrata e all’uscita delle gallerie, consentiva di tracciare il passaggio dei veicoli e controllare che essi attraversassero la galleria in modo regolare. Questa tecnologia di rilevazione consentiva anche di determinare la velocità media dei veicoli, facilitando l’applicazione di sanzioni in caso di superamento dei limiti consentiti.

Dove è presente il Italia

I tutor hanno una copertura estesa su oltre 2.500 chilometri della rete autostradale italiana, con un totale di 166 punti operativi. Questo numero certifica l’aumento di 14 punti rispetto all’anno precedente, secondo i dati forniti dalla Polizia Stradale.

I tutor sono dislocati principalmente lungo le principali arterie nazionali, con una particolare concentrazione sull’Autostrada del Sole (A1), l’Autostrada Adriatica (A14), la Milano-Brescia e la A13. In particolare, sulla A1 ci sono 24 tutor in direzione nord che coprono il tratto da Caserta Nord fino a Milano Sud. In direzione sud, invece, sono presenti 26 tutor. Sulla A14, il numero di tutor è 18 in direzione nord (tra Bari Nord e Borgo Panigale), mentre è 16 punti in direzione sud (tra Bologna Fiera e Bari).

Dal rilevamento della velocità alla multa

Il tutor non solo registra la velocità istantanea di un veicolo al momento del suo transito, ma anche la sua velocità media su un tratto specifico di strada, compreso tra due dispositivi di rilevamento. Questo sistema richiama da vicino l’approccio utilizzato nelle gallerie svizzere: una telecamera primaria cattura i dettagli del veicolo, inclusa la targa, insieme alla data e all’ora del passaggio, mentre la telecamera successiva esegue una procedura analoga. I dati raccolti vengono quindi inviati al sistema centrale per il calcolo della velocità media di ciascun veicolo. I veicoli che rispettano i limiti di velocità vengono automaticamente esclusi dall’analisi.

L’affidabilità di questa misurazione deriva dalla lunga distanza tra i due dispositivi di rilevamento, spesso estesa su molti chilometri, anche fino a 30. In caso di superamento dei limiti di velocità, il sistema genera automaticamente una multa, indirizzata al proprietario del veicolo. Il tutto avviene interrogando gli archivi della Motorizzazione Civile e i database delle società di noleggio auto. Una volta accertata la violazione dalla Polizia Stradale, il trasgressore riceverà la notifica del verbale di multa.

La soglia di tolleranza dei tutor

Anche per quanto riguarda i tutor è stabilita una soglia di tolleranza strumentale del 5% (o 5 chilometri orari), in linea con quanto previsto per gli autovelox. Con diverse sentenze, la giurisprudenza ha proposto di estendere i margini di tolleranza, arrivando fino al 15% (per velocità inferiori a 130 chilometri orari). In generale la prassi si allinea a quella degli autovelox: la soglia di tolleranza da rispettare rimane quella del 5%, con un minimo in ogni caso non inferiore a 5 chilometri orari.

Quali sanzioni per i trasgressori

Il sistema dei tutor, come abbiamo esaminato, applica una soglia di tolleranza del 5% nel calcolo della velocità, ma le sanzioni aumentano in base alla differenza rilevata. Le multe variano da 42 a 173 euro se la velocità supera di poco i limiti di velocità, da 173 a 695 euro più la decurtazione di 3 punti sulla patente se l’eccesso è compreso tra 11 e 40 chilometri orari, fino a 3.389 euro più la decurtazione di 10 punti sulla patente per superamenti superiori ai 61 chilometri orari.

I neopatentati subiscono una decurtazione dei punti raddoppiata e che le infrazioni rilevate durante le ore notturne, dalle 22 alle 7, subiscono un aumento del 30%. Ci sono stati comunque casi in cui le multe emesse dai tutor sono state annullate. Chi gestisce i tutor ha l’obbligo di fornire, su richiesta del conducente multato, la documentazione che attesti non solo l’omologazione iniziale, ma anche la regolare taratura dell’apparecchiatura.

Quando sono in funzione i tutor

I tutor sono stati progettati per operare in condizioni avverse come la notte, la pioggia intensa e anche la nebbia densa. Possono anche rilevare le vetture che transitano sulle corsie di emergenza e, in questo caso, possono contestare non solo l’eccesso di velocità ma anche l’utilizzo non autorizzato. Non tutti sono consapevoli che i tutor non sono sempre attivi lungo una determinata tratta autostradale. Gli algoritmi possono infatti programmare l’accensione e lo spegnimento dei dispositivi per ragioni tecniche, ma i dettagli di questo processo sono noti solo agli esperti del settore e alle forze dell’ordine.

Cosa cambia tra tutor e autovelox

Il sistema tutor, a differenza del tradizionale autovelox, non si limita a rilevare la velocità istantanea di un veicolo, ma calcola la velocità media lungo un tratto specifico della strada, dall’entrata alla uscita, su una distanza predeterminata di chilometri. Mentre l’autovelox identifica l’infrazione al momento del passaggio del veicolo davanti alla fotocamera, il tutor registra la data e l’ora del transito del veicolo sia all’ingresso che all’uscita del tratto A e B, permettendo così di stimare la velocità media nel percorso indicato.