Il metodo infallibile per aprire la portiera dell’auto senza fare danni

Per aprire la portiera dell'auto, senza fare danni a un malcapitato ciclista (o pedone) intento a passare, esiste un metodo infallibile, introdotto in Olanda

Pubblicato: 30 Luglio 2024 11:38

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

In teoria, l’atto di aprire la portiera dell’auto nel momento di scendere, senza arrecare danno a ciclisti o pedoni, è banale. Poi, però, come spesso accade, la pratica smentisce questa convinzione e, magari, lo fa a caro prezzo. Se non ti è mai capitato (come speriamo!) di centrare in pieno un povero malcapitato di turno, forse hai sentito delle storie simili. Non è poi così raro, infatti, che episodi del genere capitino, perciò interrogarsi su quale sia la tecnica migliore denota buon senso.

The Dutch Reach

Troppo spesso sottovalutiamo i rischi associati a un gesto tanto elementare. Male, perché basta un attimo di distrazione e si combina la “frittata”: allora serve a ben poco pentirsi della sbadataggine. Un ciclista che sopraggiunge in quel preciso istante potrebbe essere urtato in maniera violenta, subendo ferite pure gravi. Ma non solo: c’è la possibilità di coinvolgere un pedone con la “testa fra le nuvole” o un altro veicolo.

Qualunque sia la dinamica esatta, esiste una tecnica semplice, ma efficace a prevenire determinate situazioni. Chiamata “The Dutch Reach” l’hanno sviluppata (come potrai immaginare, se mastichi un pizzico di inglese) nei Paesi Bassi.

Il metodo consiste nell’aprire la portiera non con la mano più vicina, bensì con quella opposta. In tal modo, si è costretti a ruotare il busto e a volgere lo sguardo verso l’esterno del mezzo, effettuando una verifica visiva dello spazio circostante. Le condizioni ottimali permetteranno di andare sul sicuro. Addio panico, bentornata serenità!

Il movimento porta a essere più attento circa quanto accade intorno alla macchina. La verifica consente di individuare eventuali pericoli e di trattenersi da improvvise manovre deleterie. Ne saranno grati i ciclisti e i pedoni, giacché la semplice azione può salvare vite e prevenire dei gravi infortuni. Last but not least, acquisirvi dimestichezza è davvero questione di poco. In pochi giorni The Dutch Reach rappresenterà un gesto automatico.

L’importanza dell’educazione stradale

Fin da tenera età, l’educazione stradale è fondamentale per diffondere una cultura della sicurezza. Insegnare ai bambini l’importanza di attraversare le strisce pedonali, di rispettare i segnali stradali e di tenere d’occhio il movimento dei veicoli fa la differenza. Inoltre, gli adulti hanno parecchio da imparare. Campagne di sensibilizzazione mirate, coinvolgendo scuole, associazioni e media, è in grado di contribuire a far conoscere The Dutch Reach, affinché divenga un’abitudine diffusa. Vale a maggior ragione oggi, poiché nelle nostre città la presenza di ciclisti risulta in costante aumento.

Il fenomeno del cambiamento climatico ha smosso la coscienza della popolazione, e prediligere la bici al posto della macchina denota senso civile. In ballo c’è il nostro futuro e delle prossime generazioni, a cui dovremmo lasciare il mondo in condizioni migliori rispetto a come lo abbiamo ereditato. Spesso gli errori commessi dipendono dalle innumerevoli distrazioni al volante, dai telefonini alla radio e altri dispositivi. La portiera tende poi a oscurare la visuale dall’arrivo di ciclisti o pedoni. Sarebbe auspicabile che le autoscuole includano The Dutch Reach nel relativo percorso formativo. Apprenderlo già al conseguimento della patente renderebbe le operazioni più facili.