All’asta un’Ala d’Oro, la moto vincente degli anni sessanta

Una moto che ha scritto pagine di storia motociclistica vincendo in tutte le categorie. Signore e Signori, Aermacchi Ala d'Oro

Foto di Alex Ricci

Alex Ricci

divulgatore di motociclismo

Romagnolo classe 1979, scrittore, reporter, divulgatore appassionato di moto, storia, geografia, letteratura, musica. Adora Junger, Kapuściński, Sting e i Depeche Mode.

Pubblicato: 14 Ottobre 2022 14:28

A cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta, l’Aermacchi, che da poco aveva spostato alcuni reparti da Masnago alla nuova sede di Schiranna, produsse un modello di monocilindrica quattro tempi con distribuzione classica ad aste e bilancieri conosciuta come Ala d’Oro 175 cc, nelle due versioni, “Stradale” e “S”. Fu la prima di una serie di Ala d’Oro che, nelle varie cilindrate, avrebbe portato successi sportivi in diverse categorie. L’intento dell’azienda varesina era fornire a clienti piloti, moto di serie in grado di vincere.

Ala d’Oro 175

Messa in vendita nel 1957, era pensata per gare in salita e in circuito nella categoria juniores, aveva l’impianto d’illuminazione e una linea snella e originale. In alternativa fu preparato un kit che comprendeva anche sella e serbatoio per renderla più maneggevole nelle gare in salita.

Con un rapporto alesaggio-corsa di 60 a 61 mm, sviluppava 15,5 Cv a 8000 giri e una velocità massima di circa 155 km/h. Con questa moto, Angelo Tenconi si laureò Campione Italiano della Montagna nel 1959 e nel 1960. Questa versione rimase in produzione fino al 1967 con la denominazione di 175 DS. La 175 S senza impianto di illuminazione per le gare di velocità su pista venne messa in produzione dal 1961 al 1965 e ne vennero prodotte 46 unità con la sigla 175 DSS.

Ala d’Oro 250

Dal 1960 al 1967, e sempre con lo scopo delle gare in salita e in circuito, venne costruita anche la 250 DS che aveva molto della neonata Ala Verde, di cui condivideva la ciclistica e somigliava esteticamente e nell’impianto d’illuminazione. Dal 1961 e fino al 1973, venne commercializzata la versione 250 s che rispetto alla prima era priva di luci in favore della predisposizione per la carenatura da corsa. Con questa soluzione diventò a tutti gli effetti una moto da corsa, per cui montava un cambio a quattro velocità, ma con rapporti diversi. Con un alesaggio/corsa di 66 a 72 mm, sviluppava 22 Cv a 8000 giri per una velocità di 170 km/h di base e 190 km/h con carena.

Con la 250, Angelo Tenconi vinse per ben quattro volte consecutive, dal 1965 al 1968, il Campionato Italiano della Montagna, disputato su dodici prove. L’Ala d’Oro vinse anche molte gare in circuito e a renderne note le potenzialità in tutto il mondo, vi contribuirono piloti passati alla storia come Renzo Pasolini, Gilberto Milani, Alberto Pagani, Giuseppe Mandolini e Kel Carrutthers.

In breve, nel 1961, la potenza della 250 salì a 26 Cv a 9000 giri e nello step successivo a 28 Cv, con 500 giri in più. L’alimentazione era affidata a un carburatore Dell’Orto SSI 25 A o a un SSI 27 A e il cambio aveva i 4 rapporti di trasmissione 2,40 – 1,59 – 1,15 – 1. Nel 1963 la potenza venne aumentata ancora a 29 Cv a 9800 giri grazie ad alcuni accorgimenti e un nuovo carburatore sempre Dell’Orto AAI 28 A o SSI 30 A. Il passo aumentò, da 127 a 130 cm e il peso scese da 114 a 110 kg.

E sempre dal 1963, Angelo Tenconi si aggiudicò per cinque anni consecutivi il Trofeo Europeo della Montagna stabilito su sei gare, il primo titolo su Motobi e gli altri tutti su Ala d’Oro 250. Tutte queste vittorie in salita, comprese quelle di un altro specialista come Leo Cella, attestarono la potenza e la robustezza delle Aermacchi esposte a sforzi meccanici non indifferenti.

Ala d’Oro 350

Il ’63 fu anche la volta del modello 350 cc. che con un alesaggio/corsa pari di 72 mm sviluppava una cilindrata di 293 cc per una potenza di 30 Cv a 9000 giri, prima di passare ad una “vera” 350 di 343,8 cc, 74 per 80, 60 Cv e 8000 giri. Nel 1964, un’Ala d’Oro 250 S a cinque marce costava 517.000 lire, contro le 285.000 lire necessarie per l’acquisto di un’Ala Verde 250 Sport a quattro marce e alle 520.000 lire dell’Ala d’Oro 250 da cross sempre a quattro marce.

Sempre nel 1964 il motore venne nuovamente potenziato con una corsa lunga 80 mm per un alesaggio di 74, passando a 344 cc, per 33 Cv a 8000 giri. Nel ’65, alla 250 venne applicata la frizione a bagno d’olio e i cavalli aumentarono a 30 per 10000 giri. Con queste evoluzioni arrivarono proprio in quell’anno significative vittorie in campo sportivo sia in Italia che all’estero.

Italia: Modena – Campionato Italiano Juniores (classe 250)
Monza – Coupe d’endurance “Sei Ore” (internazionale)
Genova – Campionato Europeo della Montagna
Varese – IX Circuito “Città di Varese”

Estero: Mouscron (Belgio) – Gran Premio Internazionale
Chiamy (Belgio) – Gran Premio Internazionale delle Frontiere
Tournay (Belgio) – Il circuito Tournay – Neufchateau
Monthlery (Francia) – Trofeo Dunlop B.P.
Monthlery (Francia) – Criterium di velocità del Moto Club di Francia
Cedxell (Inghilterra) – Louth club Meeting
Oulton Park (Inghilterra) – Racing for Sport
Melbourne (Australia) – Victorian TT

18 vittorie di gare di velocità, 3 vittorie in gare di motocross, 14 vittorie di gare in salita, 2 vittorie di gare di regolarità, 2 vittorie in gare di durata e 39 risultati tra secondi e terzi posti.

A metà degli anni sessanta, l’Aermacchi Ala d’Oro vantava un’invidiabile palmarès che le conferiva lo status di motocicletta veloce e affidabile, capace di imprese sportive delle più difficili. Nonostante la casa d’aste Bolaffi ha reso noto che tra i vari lotti a disposizione, batterà a Torino un modello Ala d’Oro 250 del 1968 con base d’asta di 18.000 euro, è molto difficile che oggi ci si possa rendere veramente conto di quanto quel modello sia stato vincente e rivoluzionario per le corse. Un sentimento di inestimabile valore, che difficilmente un’asta può quantificare.