Ha fatto notizia l’annuale classifica Love Brands 2022 di Talkwalker, principale piattaforma di Consumer Intelligence al mondo, dove Aprilia è risultato in assoluto il marchio più amato in Italia nel 2022. Un primato che vede la casa di Noale precedere Abarth e Illy, ma anche aziende straniere come Lego e Ikea. Ma da dove deriva questo gradimento da parte di uomini e donne italiani? Questo ranking, infatti, tiene conto dei gusti della popolazione senza distinzione di genere.
La fortuna sportiva
La celebrità di Aprilia è da sempre strettamente legata ai successi sportivi e per quel che riguarda la velocità, fin dagli anni dei motori a due tempi nel Motomondiale e successivamente nelle derivate di serie con le RSV1000 a due a quattro cilindri, ha fatto vincere gare e titoli a personaggi come Reggiani, Biaggi, Gramigni, Harada, Capirossi, Rossi, Melandri, Poggiali, Guintoli e altri ancora. Anche in MotoGP, dopo anni con alterne fortune, è sempre più protagonista del campionato, alla luce dei progressi fatti.
Sempre al passo con i tempi, ha centrato ogni epoca, dalle race replica 125 e 250 cc, al boom degli scooter 50 cc, all’evoluzione dei suoi primi propulsori quattro tempi, per equipaggiare moto da turismo e maxienduro, fino allo sviluppo dei primi sistemi di erogazione ride by wire su modelli omologati per la circolazione.
L’intuizione agonistica italiana, unita all’operosità veneta del suo fondatore Ivano Beggio, ha fatto raggiungere ad Aprilia una notorietà internazionale e ad oggi, vanta un catalogo con almeno undici modelli di base, in grado di soddisfare le esigenze di ogni tipo d’utenza. Performanti, affidabili e ben rifinite, le moto venete sono ormai una garanzia.
Il gioiello di Starck
Basterebbe questo breve excursus per giustificare la sua popolarità, ma non bisogna dimenticare che Aprilia si è fatta valere anche in fatto di stile. Un esempio è la moderna opera di design realizzata da Philippe Stack, che a metà anni ’90 divise il popolo dei motociclisti. Aprilia Motó 6.5, o più comunemente chiamata Motó, fu presentata al Motor Show di Bologna del 1994 e messa in commercio dal giugno dell’anno dopo. Prodotta tra il 1995 e il 1996, era una monocilindrica di 650 cc e si collocava tra le naked di media cilindrata.
Bella, elegante e con forme tondeggianti, molto probabilmente troppo avveniristiche per quel periodo, nei primi due anni ha incontrato un discreto successo, nonostante il motociclista medio cercasse altro dal mercato delle moto. Erano gli anni in cui Starck riceveva molte commissioni dalle più importanti aziende del mondo e in campo automobilistico, dalla sua matita era uscita la prima Ford Ka.
Il serbatoio era a forma di gobba, perfettamente curvato per accoppiarsi al telaio anch’esso tondeggiante. Anche lo scarico, con l’innovativa posizione sotto al motore, seguiva l’andamento curvo di tutta la parte centrale della moto. Stessa cosa per il codone in perfetta armonia con il serbatoio, mentre i tradizionali forcella e forcellone, tenevano due ruote con cerchi a razze, di derivazione enduro.
Quando la moto è arte
Lo scarso successo commerciale di questa regina delle forme, costrinse l’Aprilia a cedere il passo a nuovi modelli e chiudere la produzione che secondo i dati si aggira intorno ai 6.000 pezzi. La vera vittoria non è però quella delle vendite, ma dell’essere un modello talmente diverso dal comune, che non ha tempo, capace di mettere in strada il genio dinamico del futurismo di ottant’anni prima, tanto da meritare l’esposizione al Museo Guggenheim di New York.
Non c’è quindi da stupirsi se Aprilia ha raggiunto la vetta di una classifica che, per quanto commerciale, si basa sui gusti della gente che riconosce nel brand italiano la prima grande marca del 2022. Un segno di quanto a Noale siano stati capaci di stare sempre un passo avanti e in tempi non sospetti, una visione di stile unica nel suo genere.