Il mondo delle due ruote è sempre stato dominato dalla ricerca della prestazioni. I modelli da corsa e le superbike costituiscono l’apice dell’ingegneria motociclistica, con ogni nuova proposta che cerca di superare la precedente in termini di performance, tecnologia e, ovviamente, velocità massima. Nel corso di quest’articolo, esploreremo le dieci moto più veloci mai prodotte.
Partendo dalla decima posizione, andremo a conoscere la top 10 attuale, secondo i valori dichiarati dalle Case. Alcuni esemplari sono noti in tutto il mondo, altri suoneranno familiari forse solo agli appassionati accaniti. I brand italiani torneranno in diverse occasioni, a conferma del talento che alberga nelle storiche aziende, capaci di tenere alto il tricolore a livello internazionale.
Indice
Honda CBR1100XX Super Blackbird
A chiudere la classifica troviamo la Honda CBR1100XX Super Blackbird. Introdotta nel 1996, il suo nome viene accompagnato da una fama leggendaria. Quando la diedero alla luce, i tecnici avevano un unico compito: creare la moto più veloce di sempre. E ci riuscirono, per un certo periodo.
Grazie alle vaste competenze sviluppate nel settore, surclassò la concorrenza, e il Giappone intero ebbe da guadagnarci, in termini di reputazione. Se la terra del Sol Levante è stata vista a lungo come la patria delle due ruote, parte del merito deve essere attribuita proprio a lei. Con un’unità da 1.137 cc a quattro cilindri in linea, era in grado di erogare 164 CV e spingersi fino ai 287 km/h.
MV Agusta F4 1000R
Da italiani, chi non ha già sentito menzionare la MV Agusta F4 1000R? Tra gli esemplari più eleganti e affascinanti, con il suo design aggressivo ha rapito tanti cuori grazie a un concentrato di estetica e “cattiveria” su strada. Tuttavia, il colpo d’occhio eccezionale ne giustifica giusto in parte il richiamo sui fan.
Poi c’è un’ampia parentesi da aprire circa “l’esuberanza”. L’unità a quattro cilindri in linea da 998 CV sviluppa 174 CV, per una velocità massima di 298 km/h. Sommiamolo alla maneggevolezza e alla capacità di affrontare, con precisione chirurgica, le curve ad alta velocità e ne capiremo appieno l’appeal emanato sui piloti.
Yamaha YZF R1
Dal debutto verso la fine del secolo scorso (correva il 1998), la Yamaha YZF R1 ha spinto, a spron battuto, i limiti verso l’alto. Dotata di una sofisticata elettronica, comprensiva di controllo di trazione, ABS regolabile e diverse modalità di guida, la “belva” si adatta subito alle esigenze del centauro, sia su strada che in circuito. L’ultima generazione è mossa da un propulsore da 998 cc con architettura crossplane. Ciò si traduce in una risposta dell’acceleratore lineare oltre l’immaginazione e in una potenza di 200 CV. I 298 km/h le valgono l’ottavo posto della classifica.
Ducati Superleggera V4
Rispetto alla YZF R1, la spunta col margine minimo la “nostra” portacolori Ducati Superleggera V4. Realizzata in appena 500 unità, si rivolge ai cultori dell’estremo. Prenderci le misure risulta abbastanza semplice, in virtù delle sospensioni avanzate e di un pacchetto aerodinamico, che migliora la stabilità a velocità elevate.
Il minimo dettaglio è stato progettato affinché regali delle performance favolose, che raggiungono il culmine nei 299 km/h erogati dal V4 da 998 cc da 234 CV. A tal proposito, dà un contributo decisivo il peso, contenuto a 152 kg tramite l’impiego di materiali leggeri quali fibra di carbonio e titanio.
BMW S1000 R
La BMW S1000RR è un gioiello da superbike. Assumerci la necessaria confidenza è “facile”, complice il pieno di soluzioni evolute, come il controllo di trazione dinamico, l’ABS da competizione e la gestione elettronica del motore. Il quattro cilindri in linea da 999 cc “sfonda il muro” dei 200 CV, per una velocità massima di 305 km/h. Così ha rivoluzionato il mercato delle sportive sin dall’esordio, nel 2009.
Aprilia RSV4 1100 Factory
La penisola italica ha un’eredità nobile e la presenza dell’Aprilia RSV4 1100 Factory accanto alla BMW S1000 R nella top 10 delle moto più veloci di sempre ci ricorda perché. Segni particolari? Un’agilità fuori dal comune e la precisione in pista, consentita da un telaio rigido e una distribuzione bilanciata. Il controllo della trazione e l’ABS modulabile strizzano l’occhio ai fini intenditori. Il V4 da 1.099 cc genera una potenza di circa 217 cavalli, che valgono un picco di 305 km/h.
Suzuki Hayabusa
Il nome è tutto un programma, nel caso della Suzuki Hayabusa. Deriva, infatti, dal falco pellegrino, l’hayabusa, il volatile più veloce al mondo. E l’opera nipponica non è da meno: grazie al motore da 1.340 cc 197 CV, tocca i 312 km/h. Dall’avvento nel 1999, è stata lungamente associata ai motociclisti spericolati. Che, in realtà, il vocabolo rappresenta un’iperbole, in quanto il design aerodinamico, combinato con un telaio rigido, garantisce una guida impareggiabile.
MTT Turbine Superbike Y2K
È tempo di scoprire chi sale sul gradino inferiore del podio. Alimentata da un motore a turbina derivato da un elicottero Rolls-Royce Allison 250, la MTT Turbine Superbike Y2K, sprigiona 320 CV e consegue i 320 km/h. A livello di esperienza sonora, rimanda al suono caratteristico di un jet e l’assortimento hi-tech impressiona.
Kawasaki Ninja H2R
Progettata esclusivamente per la pista, la Kawasaki Ninja H2R è un fulgido esempio di forza bruta. Grazie a tecnologie aerodinamiche avanzate e a un pacchetto elettronico di prim’ordine, sa di certo lasciare il segno. Anche in condizioni proibitive, si comporta in maniera eccezionale. A patto di avere abbastanza “stoffa” come piloti, riserva continue soddisfazioni. I 400 km/h fanno rima con adrenalina, mossa da un’unità sovralimentata da 998 cc e 300 CV.
Dodge Tomahawk
Nella top 10 delle moto più veloci al mondo figura solo la crème-de-la-crème in ambito meccanico. La Dodge Tomahawk sfida, però, l’umana concezione, un concept avveniristico nel design, che pare uscito da un film di fantascienza. E le performance non sono da meno. Anzi, per quanto possibile, rendono il look un elemento secondario.
Il dieci cilindri da 8.3 litri, mutuato direttamente dalla Dodge Viper, vale un picco teorico di 563 km/h. Esatto, teorico. Si tratta, infatti, di un concept mai omologato per la circolazione stradale, mai testato su strada. Dunque, possiamo solo affidarci alle dichiarazioni del produttore. Seppur non sia destinata all’impiego quotidiano, la Tomahawk resta il tentativo di varcare la nuova frontiera delle produzioni motociclistiche.