Torniamo con lo speciale dedicato alla Moto Guzzi, azienda motociclista italiana nata a Mandello del Lario nel 1921, che ha compiuto lo scorso anno i suoi 100 anni di storia. Ci ritroviamo al nostro consueto appuntamento con le interviste inedite, realizzate sul luogo in cui tutto ha preso vita.
Ho raccolto le testimonianze del signor Trincavelli, che il centenario l’ha vissuto con tutto se stesso, e nel precedente estratto dell’intervista (leggi qui) abbiamo parlato proprio della nascita del prototipo, nel luogo dove viveva suo “zio Giorgio”, dove vive ora Trincavelli con la sua famiglia e dove ha creato un B&B chiamato proprio Antica Officina Ripamonti (sito ufficiale), in ricordo del prozio, amico di Carlo Guzzi, che lo ha aiutato nella realizzazione appunto del primissimo prototipo nel 1919.
Se siete curiosi e non l’avete ancora letta, vi invito a dare un occhio anche all’intervista rilasciata dalla signora Elena Bagnasco, la nipote di Giorgio Parodi, amico ‘del Guzzi’, che insieme al padre, Emanuele Vittorio, ha finanziato il progetto Moto Guzzi, permettendo l’apertura di un’azienda straordinaria, che oggi vive ancora.
Il murales di Trincavelli
Giovanni Trincavelli, come abbiamo detto, è pronipote di Giorgio Ripamonti, e oggi vive ancora lì, dove tutto ha preso vita. Siamo andati a visitare l’officina e, proprio all’esterno della stessa, dove un tempo sorgeva la fabbrica del Ripamonti, il pronipote ha dato vita ad uno splendido murales che riproduce ciò che esisteva fino al 1960.
Ci racconta…
Per la realizzazione dell’opera ho raccolto degli sponsor; è un murales enorme e molto impegnativo, che chiaramente ha avuto bisogno di un gran dispendio di energia e forze. Un lavoro di mesi, e di sicuro da solo non ce l’avrei mai fatta a sostenere il tutto, spese comprese. Mi hanno dato una grossa mano gli amici del Falcone Club tedesco, sempre molto vicini. Abbiamo creato delle fasce di sponsorizzazione e abbiamo scritto un libro con il signor Bottani (da donare ai sostenitori). In tutto abbiamo raggiunto i 100+2 sostenitori (numero significativo, considerati i 100 anni dalla fondazione della Moto Guzzi, e i 102 dalla realizzazione del primo prototipo, datato appunto 1919).
I terreni che prima appartenevano allo zio Giorgio sono stati acquistati dalla ICMA [azienda mandellese] quindi, per dipingere la parete, ho dovuto chiedere l’autorizzazione alla signora Silvia Buzzi Torri, che ha accolto l’idea con entusiasmo. E così ho riprodotto gli ambienti del tempo. Quella che vedi è una ricostruzione di ciò che c’era dietro al muro fino all’anno di cessione alla famiglia Buzzi Torri (1960).
Chi sono i personaggi nel dipinto?
Da sinistra partiamo con il signor Mario Bianchi (nonno della signora Silvia Buzzi), il Naco (fratello di Carlo Guzzi) alla guida dell’auto dei Carcano [la foto è stata messa gentilmente a disposizione dalla signora Buzzi], poi vediamo Carlo Guzzi, Matilde Carcano [la nonna della signora], lo zio Giorgio Ripamonti e il cagnetto, immancabile mascotte. A destra ci sono i Parodi: sulla moto Emanuele Vittorio dietro, Giorgio alla guida, e la figlia marina [mamma della signora Bagnasco, ancora in vita]. Nella foto originale c’era un figlio del Parodi, ma la signora Elena Bagnasco ci ha chiesto di rappresentare invece la sua mamma, dandoci le foto di famiglia.
Come è nata l’idea del murales?
Ho contattato la signora Buzzi nel mese di agosto 2020, abbiamo iniziato a parlarne; ho dovuto preparare il bozzetto da mandare in Regione, abbiamo rispettato i tempi burocratici e quindi ho finito il disegno ad aprile 2021. Per realizzare il disegno sul muro, ho tracciato prima le linee al pc, e poi ho proiettato l’immagine sulla parete, aiutato dal mio amico Snider. Era fondamentale per avere almeno le sagome, le prime linee da seguire, vista l’ampiezza della superficie.
In seguito abbiamo dovuto attendere quasi un mese per ricevere tutte le autorizzazioni e sono partito a dipingere a maggio, lavorando poi giugno, luglio e agosto, quasi tutti i giorni, tempo permettendo.
E con la pioggia, in corso d’opera, come ha fatto?
Bisogna stare molto attenti, perché in corso d’opera l’acqua rischiare di far colare il colore sul muro. Deve asciugare almeno un paio d’ore. Per questo motivo tenevo sempre sotto controllo il meteo, e quando era prevista pioggia ‘sbaraccavo’ tutto. Un bell’impegno, monta e smonta di continuo. Ti dico solo che quando ho dipinto il cielo sono calato 7 kg in 7 giorni!
Il problema è dare le sfumature su una superficie così vasta. E con i colori che asciugano molto velocemente, perché sono acrilici ad acqua, è veramente molto complesso. I colori devono essere tirati, non si possono diluire con delle resine trasparenti perché si smagriscono, di conseguenza non aderiscono più ed è possibile che si formino anche delle crepe.
Ha sempre avuto la passione della pittura?
Si, io sono perito meccanico, ma negli anni, tra le varie mie passioni e gli innumerevoli interessi, ho seguito dei corsi privati serali. Da anni eseguo lavori con l’aerografo, mia grande passione, ho dipinto di tutto. E poi ho lavorato 5 anni al Tubettificio come litografo, quindi so comporre i colori, conosco le tonalità e come crearle.
Aveva mai dipinto su una superficie così ampia?
No, una superficie così grande mai. Ho iniziato a fare la prima opera sul muro qua fuori [vediamo la parete fuori dal bed and breakfast] e anche il pannello che abbiamo installato nel parcheggio della Moto Guzzi. Questa parete però è enorme, sono 8,5 m x 6,9 m, per cui non avevo un gran margine di errore, anzi.
So che avete organizzato una serata per inaugurare il murales…
Sì, uno spettacolo meraviglioso. Abbiamo fatto la diretta web con Radio Lecco, una serata davvero meravigliosa. Eravamo circa una sessantina di persone. Abbiamo chiuso la strada [via Cavour a Mandello del Lario, dove sorge l’Antica Officina Ripamonti], il tutto si apriva con una musica leggera di sottofondo e i figuranti fermi. La telecamera partiva dall’alto della via, scendeva inquadrando tutti i soggetti immobili, come in un quadro; alla fine del percorso la musica cambiava, si sentiva il sound tipico anni Trenta/Quaranta e tutte le scene prendevano vita. C’è il filmato su YouTube sul canale di Lecco FM.
L’idea dell’evento come le è venuta?
Con gli amici, volevamo fare qualcosa di unico, sempre con grande umiltà. L’intento era riuscire a organizzare qualcosa di carino, che ci allontanasse anche per un momento dal problema del Covid-19. Io pensavo ad una cosa ‘più piccola’ e invece, alla fine, c’erano i tecnici del suono e delle luci, la radio. Era molto realistico perché c’erano anche le macchine d’epoca, un Guzzino, le lavandaie che lavavano i panni al fiume, le ballerine in fondo alla strada, con l’orchestrina che suonava…
Abbiamo cercato di ricreare i tipici ambienti dell’epoca, c’erano i tavolini e una sorta di antica locanda, con l’immancabile locandiera, il cardinale, un nostro amico che somiglia molto al Carlo Guzzi, che lo ha interpretato durante la serata.
Il piccolo murales all’ingresso del B&B
Tutto è nato per abbellire la parete, con la matita ho disegnato Carlo Guzzi e lo zio Giorgio. Mi sono documentato e ho ripreso le immagini di foto esistenti. L’amministrazione Comunale mi ha commissionato poi la realizzazione del pannello che è esposto nel parcheggio della Moto Guzzi, che raffigura il Ravelli. Poi per il centenario abbiamo deciso di fare il grosso murales.
L’idea del B&B
Nel 2011 per la prima volta abbiamo aperto al pubblico, a settembre. Abbiamo deciso di provare e aprire una stanza da affittare, anche sotto pressione degli amici e appassionati che conoscono la storia di questo posto. Prima abbiamo aperto solo una sorta di museo, ma non avevamo ancora l’idea del B&B. In seguito abbiamo ristrutturato la cantina, dove facevamo le colazioni. Ora invece ho spostato le macchine, la cucina per le colazioni è qui di sopra. La cantina è rimasta per le feste, che speriamo di poter organizzare ancora senza restrizioni Covid!
Le foto sono del signor Trincavelli e di altre fonti private, Laura Raso (qui la storia di Moto Guzzi) ha ricevuto l’autorizzazione per pubblicarle su Virgilio Motori, è assolutamente vietata la riproduzione. Un ringraziamento speciale a Giovanni ‘Gechi’ Trincavelli per i suoi racconti, le fotografie, e il tempo che ci ha dedicato. Qui il sito ufficiale del suo museo.