Moto Guzzi Falcone Sport, la summa del pensiero di Carlo Guzzi

Storica rivale della Gilera Saturno, la Moto Guzzi Falcone Sport è la summa del pensiero motociclistico di Carlo Guzzi. Semplice, nascondeva soluzioni raffinate

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 13 Marzo 2018 09:00Aggiornato: 11 Luglio 2024 19:43

Moto Guzzi Falcone è stata l’esemplare che meglio ha incarnato il pensiero motociclistico di Carlo Guzzi, una due ruote semplice ma impreziosita anche da soluzioni tecniche raffinate per l’epoca, decisive nel ritagliarsi un posto tra gli esemplari leggendari non solo della Casa, bensì dell’intera industria. Delle idee poco sondate fino ad allora vennero rese celebri dalla fantastica proposta, tra cui il telaio a doppia culla chiusa, la forcella anteriore telescopica, la sospensione posteriore con forcellone oscillante con le molle poste sotto il motore e gli ammortizzatori a frizione sotto le borse porta attrezzi, il tutto improntato alla massima robustezza costruttiva.

Un cuore pulsante classico

Per quanto riguarda il propulsore, ecco un altro “classico” di Moto Guzzi, un monocilindrico di 498 cc. con alesaggio e corsa 88 x 82 millimetri derivante direttamente dalla Normale degli anni ’20. All’inizio della sua carriera fu offerta in un’unica versione e affiancata all”Astore” era già in produzione da un anno ma già nel 1953 era stato tolto dal commercio. Allora Falcone venne sdoppiata in una duplica variante: Normale e Sport. Rimase l’unica 500 cc della famiglia.

Il cambio era a quattro rapporti con ingranaggi sempre in presa ed era “figlio” dei modelli da corsa come il “Dondolino”, di cui utilizzava peraltro il carter esterno, ma nel caso della Falcone era in alluminio e non nel tanto leggero quanto costoso Electron. Il motivo? È logico ipotizzare vi fossero dei dubbi circa la convenienza economica di una chicca simile: nessuno sapeva dire con certezza se il gioco sarebbe valso la candela.

Il “cuore pulsante” erogava una potenza di 23 CV che permettevano al gioiello su strada di raggiungere i 135 Km ora: una velocità e una potenza assolutamente risibili per i criteri di oggi, bensì Falcone era in grado di mantenere la velocità massima anche per lunghi periodi grazie alla ottima lubrificazione e raffreddamento.

Per la Polizia Stradale e la Guardia di Finanza

Altra caratteristica fondamentale delle monocilindriche di Moto Guzzi era la presenza del volano esterno (il cosiddetto affetta prosciutto) che contraddistingueva anche il funzionamento del motore sia al minimo – bassissimo, al punto da rendere possibile il conteggio degli scoppi – sia in accelerazione.

Falcone era una “belva”: robusta e stabile in curva, destinata a chi desiderava mantenere medie elevate anche alla massima velocità; prediligeva, però, i tratti rettilinei alle strade ricche di curve. Di conseguenza, è stata a lungo la prediletta della Polizia Stradale. Le Forze dell’Ordine la ritenevano sotto molti aspetti insuperabile, perciò, quando modelli più moderni e veloci si affacciarono sul mercato e Falcone decadde dai favori del pubblico, fu lasciata in vita fino al 1967. In aggiunta alla Stradale, anche la Guardia di Finanza e il corpo dei Corazzieri. Ormai la nuova bicilindrica V7 era pronta, ma questa è un’altra storia.

La Falcone era verniciata di rosso con filetti neri e oro. Gli esemplari del biennio 1952-1953 disponevano di pannelli laterali del serbatoio neri per risparmiare sulle cromature. Oggi Moto Guzzi Falcone è facilmente reperibile nel mercato dei gioielli da collezione con un prezzo medio per un esemplare in ottime condizioni di circa 10.000 Euro.