A distanza di una settimana dal trionfale weekend di Misano, dove Ducati e Bautista hanno messo a segno tre vittorie su tre nel WorldSBK, il Gran Premio del Mugello di MotoGP si è concluso con una bella doppietta firmata da Francesco Bagnaia. Abbastanza favorito dai pronostici, il campione del Mondo ha vinto la gara sprint del sabato e dominato quella della domenica, confermando la pista toscana quale vera e propria riserva di caccia delle rosse di Borgo Panigale. Avendo vinto anche nel 2022, Bagnaia si conferma il pilota da battere, sulla moto che negli ultimi anni ha stracciato la concorrenza in questa gara, anche se storicamente non è sempre stato così e in totale, le vittorie Ducati al Mugello sono state sei in vent’anni di MotoGP.
Primo fra tutti a vincere fu Casey Stoner, che nel 2009 portò la sua Desmosedici sul primo gradino del podio, nella seconda di quattro vittorie stagionali per Ducati e per l’australiano, nel suo unico trionfo in carriera al Mugello.
Per rivedere nuovamente la marca italiana in cima all’ordine d’arrivo bisognerà infatti attendere altri otto anni e Andrea Dovizioso. Vincitore di sei gare nel 2017, il romagnolo aprì la serie al Mugello, candidandosi come unico in grado di scombinare i piani di Marc Màrquez e della Honda, che a fine stagione si laureeranno campioni. Nel 2018 toccherà a Jorge Lorenzo conquistare il pubblico di casa vincendo senza pronostici a favore, la sua prima corsa dell’anno. Ne conquisterà tre in tutto, una in meno di Dovizioso per un computo totale di sette vittorie Ducati in stagione.
Il giorno della festa della Repubblica, è Danilo Petrucci a far sventolare il tricolore nel 2019, vincendo la sua prima gara in MotoGP e concludendo il piccolo ciclo che verrà interrotto nel 2020 dalla pandemia. Nel 2021 la vittoria sarà di Quartararo, poi campione a fine stagione con Yamaha, sorte che toccherà a Bagnaia l’anno dopo, firmando la seconda di sette vittorie che lo porteranno sul tetto del mondo, nella seconda storica conquista del mondiale MotoGP per una moto italiana.
In realtà Dovi non fece altro che inaugurare il ciclo che ha traghettato Ducati fino ad oggi e che, come già detto, solo l’emergenza mondiale da Covid-19 ha bloccato e che necessitava di una ripartenza concretizzata solo lo scorso campionato. In conclusione, il Gran Premio d’Italia è una delle gare più attese della prima metà di stagione e l’appuntamento di riferimento per Ducati che si mantiene leader del saliscendi toscano laddove incarna l’essenza italiana della MotoGP in tutte le sue forme. Lunga vita.