Nimbus, la storia della moto che arriva dal Nord

La moto danese che non tutti conoscono, ma che ha una lunga storia da raccontare

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Alex Ricci

divulgatore di motociclismo

Romagnolo classe 1979, scrittore, reporter, divulgatore appassionato di moto, storia, geografia, letteratura, musica. Adora Junger, Kapuściński, Sting e i Depeche Mode.

Pubblicato: 19 Maggio 2022 10:10

Le regioni scandinave hanno sempre esercitato un certo fascino sugli europei delle nostre latitudini. Certamente non sono territori climaticamente favorevoli, con inverni lunghi caratterizzati da pochissime ore di luce, temperature rigide, poche grandi città, ma proprio per questo sono meta di viaggi e vacanze di chi va alla scoperta delle bellissime capitali nordiche e di ambienti naturali rigogliosi e rispettati.

Una destinazione classica di tanti nostri motociclisti è l’iconica Capo Nord, estremo punto del Vecchio Continente ben oltre il Circolo Polare Artico, che vede arrivare moto di ogni genere e non solo in estate, per il puro piacere di attraversare l’Europa alla conquista del grande nord. Abbandonando ora i tanti avventori provenienti da ogni parte, qual è la tradizione motociclistica degli scandinavi?

Una storia scandinava

La sola Svezia vanta marchi storici come Husqvarna e Husaberg, mentre tra i più celebri piloti internazionali è facile ricordare il talentuoso e compianto Jarno Saarinen o il veloce Teuvo Länsivuori, entrambi finlandesi in attività negli anni settanta. Altri nomi, come Kallio, Tulli, Bergman, Takala, Schact o Jespersen, sono storia recente delle maggiori categorie internazionali. Ma in luoghi con queste particolarità climatiche, come nasce la passione per la motocicletta?

Nella storia ci sono state molte moto, oggi quasi sconosciute e una di queste è la danese Nimbus. Fondata nel 1906 da Peder Andersen Fisker e Hans Marius Nilsen, l’omonima azienda Fisker & Nilsen produceva aspirapolvere noti in tutta Europa, oltre che ventilatori, piccoli montacarichi, trapani ecc. A sorpresa, nel 1919, lanciarono la motocicletta marcata Nimbus. La prima versione (modello A), il cui prototipo era stato presentato l’anno prima, aveva un motore quattro cilindri in linea da 746 cc, 9 CV e cambio a tre marce, disposto longitudinalmente lungo il telaio.

Questa configurazione prevedeva la trasmissione a cardano e l’innovativo sistema di sospensioni elastiche su entrambe le ruote. Prodotta fino al 1923, fu sostituita del modello B che vantava una forcella semplificata, un carburatore potenziato e un nuovo collettore di aspirazione. Con questo modello, la Nimbus fu esportata in ben venti Paesi fino al 1928, anno in cui la fabbrica cessò la produzione di moto, in favore del vasto mercato in cui dominava con i prodotti principali.

La più venduta nella storia

Nel 1934, il marchio Nimbus riapparve con la terza versione di moto (modello C), che somigliava in parte alle due precedenti, delle quali manteneva invariato solo il motore quattro cilindri longitudinale da 750 cc, che erogava 20 CV, mentre il telaio era un duplex dalla forma molto semplice, costituito da profili in lamiera stampata in cui era incastrato il serbatoio nella parte superiore, riprendendo molto da vicino le BMW e le Zündapp dell’epoca.

La parte posteriore era rigida e la forcella davanti telescopica. Il manubrio, fatto con un’ampia piastra anch’essa stampata, aveva al centro la strumentazione e l’interruttore per le parti elettriche. La leva del cambio poteva essere posizionata sia a destra, sia a sinistra su richiesta del cliente, così come il pedale del freno posteriore e a differenza delle prime, questa serie fu molto fortunata in quanto moto più venduta in Danimarca prima della Seconda Guerra Mondiale, adottata anche da Esercito, Servizi Postali e Polizia.

La configurazione sidecar prevedeva la carrozzina per il passeggero o, come in voga ai tempi, la cassa per il trasporto di piccole merci. Tuttavia, nel secondo dopoguerra le automobili divennero sempre più accessibili, popolari e specialmente il successo del Maggiolino VW, accelerò il declino della Nimbus che, con una velocità di punta intorno ai 120 km/h, faticava a tenere il passo del mercato automobilistico.

Resistendo per tutti gli anni quaranta e cinquanta, la sua produzione cessò nel 1958 decretandola l’unica moto prodotta per oltre vent’anni senza cambiamenti. Ben costruita, potrebbe sembrare un capitolo del passato della storia del motociclismo mondiale, ma alcuni dati riferiscono che ci siano ancora 8.000 Nimbus modello C immatricolate e la metà di queste circolino regolarmente in Danimarca.

La furia di Odino

Se la versione stradale non forniva prestazioni eccezionali, nel 2015, in occasione dell’AMA Speedweek che si tiene annualmente a Bonneville nello Utah, Gonzo Moto’s, ne ha preparata una per competere al record di velocità. Il telaio originale è stato sostituito con uno completamente rigido nella parte posteriore. Mantenendo i mozzi originali, le ruote sono state prese dall’Honda Goldwing, mentre il motore è stato sovralimentato con un compressore volumetrico, l’aggiunta di NOS e lo scarico diviso in quattro tubi separati. A completare il tutto, la carena sportiva per migliorare aerodinamica.

Purtroppo, le condizioni del suolo dove si svolgono le prove, ricavato dalla secca del lago salato, non concessero lo svolgimento di quella manifestazione, ma la Odin’s Fury, così si chiama la moto in questione, è una delle più celebrate da siti e riviste dei maggiori customizers.