Partiamo in sette di buon mattino. Sette come i magnifici, ma anche come i nani. Il gruppo ha una composizione etnica eterogenea: si va da un VFR poco più che maggiorenne a un paio di Harley di grosso calibro, passando per un Super Tenerè con lo scarico più rumoroso del west. Il giro prevede l’ingresso in Trentino dal passo del Tonale, poi verso Madonna Di Campiglio e giù verso Riva del Garda per prendere poi la strada della Forra.
La settimana di ferragosto porta su queste splendide strade una quantità di persone e mezzi incompatibili con il concetto sottostante alla parola “mobilità”. Chi è nel luogo A cerca di raggiungere il luogo B, chi è in B cerca di raggiungere A. Chi è in C cerca di raggiungere A passando da B o viceversa. Di sicuro a nessuno sembra venire in mente che potrebbe starsene dov’è, oppure che potrebbe andare a piedi, evitando di muoversi con uno dei fantasiosi mezzi con cui ha raggiunto il proprio luogo di villeggiatura.
In ordine dal più piccolo al più grande, ecco una breve e neppure del tutto esaustiva carrellata di mezzi incrociati sulle strade in questa giornata di moto: pedoni suicidi in galleria sulla Gardesana, ciclisti di ogni colore e foggia, da quelli che pensano di essere Ganna a quelli che pedalano sulla bici da passaggio con la stessa giuliva spensieratezza dei pagliacci su monoruota, auto dalle dimensioni e cilindrate esagerate tutte rigorosamente incastrate in code immobili, furgoni diesel euro 0 dalle emissioni sataniche, camper così grandi da sembrare più che altro dei condomìni su ruota, un camion della nettezza urbana dai miasmi mortali probabilmente utilizzato per andarci in ferie, numero due betoniere e nei momenti di massimo ingorgo anche un ultraleggero che svolazzava libero sopra le nostre teste. È mancato solo un sommergibile nucleare in un prato per coprire tutti i mezzi conosciuti nel globo terracqueo. D’altronde si decide di fare le vacanze in montagna per stare a contatto con la natura, giusto?
Comunque le strade sono intasate ma bellissime, nonostante le condizioni dell’asfalto siano precarie e in continuo, costante peggioramento. Arrivati a Riva del Garda scendiamo sulla sponda bresciana e all’altezza di Tremosine inizia la SP38, conosciuta come la strada della Forra. Diventata famosa in tutto il mondo per le scene dell’inseguimento nel film di 007 “Quantum of Solace”, questi pochi km attirano motociclisti da tutto il mondo.
Un breve tunnel dalla Gardesana ci proietta di colpo in una dimensione da sogno: la strada diventa a senso unico a salire e le prime curve puntano decise in su, scavate nella roccia, strette e ripide tra guglie di granito e gallerie. Gli occhi e il cuore si riempiono dei toni di blu del lago e del cielo. Bastano poche centinaia di metri per far dimenticare il traffico e risvegliare quelle sensazioni di pace e bellezza che sono la ragione per cui andiamo ancora in moto.
Quando pensi di aver capito perché tanti motociclisti vengono a percorrere questa strada, tutto cambia davanti a noi e di colpo una stretta fenditura nella roccia ci proietta dentro un canyon. Il fiume scorre in fondo alla gola, il cielo non si arriva a vederlo mentre le due altissime pareti verticali di roccia scorrono quasi toccandosi, lasciando appena lo spazio per la stretta lingua d’asfalto. Poche curve in questo nuovo scenario e la strada sfocia in uno spazio ampio dove un bar ristoro accoglie i motociclisti. Finita questa prima parte, la strada prosegue salendo fino ad altezze vertiginose.
Ci fermiamo a pranzo alla Terrazza del Brivido che offre una vista spettacolare da far tremare le gambe: centinaia di metri di strapiombo a picco sul lago di Garda, la sua corona di montagne ricche di vegetazione e un cielo blu intenso. Il segreto della strada della Forra è tutto in quel tratto brevissimo che passa dalle emozioni dei panorami a quelle della gola di un canyon. Due sogni diversi e intensi che si alternano nello spazio di così poco tempo da lasciare storditi.
Il giro prosegue sui laghi di Ledro e d’Idro fino al passo Crocedomini. Un passo poco battuto, che non rientra nell’elite dei passi alpini più famosi ma che invece regala panorami bellissimi e selvaggi nei suoi oltre 40km di strada tra salita e discesa. Dopo circa 230km si torna alla base di partenza. Una birra in compagnia, poi le moto tornano in box, noi andiamo sotto la doccia che toglie le scorie, scioglie i dolori ma non lava via il sorrisetto beato dalla faccia. Voi passate pure le vostre vacanze in coda, che noi, grazie a Dio, andiamo in moto.