Tourist Trophy, la corsa di moto più folle al mondo

Dopo due anni di pausa, torna il TT dell'Isola di Man, la gara più folle e controversa che vanta appassionati da oltre un secolo.

Foto di Alex Ricci

Alex Ricci

divulgatore di motociclismo

Romagnolo classe 1979, scrittore, reporter, divulgatore appassionato di moto, storia, geografia, letteratura, musica. Adora Junger, Kapuściński, Sting e i Depeche Mode.

Pubblicato: 24 Maggio 2022 10:19

A metà strada tra Belfast e Liverpool, l’Isola di Man si trova nel Mare d’Irlanda, ed è famosa per due cose, i gatti senza coda e una gara di moto. Se mi chiedessero qual è la corsa motociclistica più folle, estrema e per questo affascinante quanto controversa, risponderei sicuramente il Tourist Trophy dell’Isola di Man. Questa competizione è nata nel 1907, sfruttando le particolari leggi del governo autonomo di Douglas, il capoluogo, che permettevano lo svolgimento di gare, all’epoca vietate nel resto del Regno Unito.

Un giro di oltre 60 km e 256 curve

Le peculiarità di questa gara sono date dal percorso, ricavato con la chiusura al traffico delle strade cittadine come era consuetudine fare anche in Italia data la poca disponibilità di impianti permanenti e dalla sua lunghezza. Un giro del “Mountain”, così viene chiamato il circuito dai piloti, misura 60 chilometri e 761 metri, ripartiti tra centri abitati, campagne, colline dove si tocca quota 470 metri s.l.m. nel tratto di Bungalow. Il tutto raccordato da 256 curve tra cielo sconfinato, verde avvolgente e cottage a picco sul mare.

Essendo un’isola, il clima è mutevole e spesso cambia nell’arco della stessa giornata. Un giro intero può infatti riservare ai motociclisti differenze atmosferiche tra una parte e l’altra del percorso e si può partire con il sole e un clima mite, per ritrovarsi sotto un cielo coperto, pioggia, vento freddo, appena si cambia altitudine, proseguendo con questa alternanza per tutto il giorno. Come capita per le competizioni in pista, il meteo influisce sull’esito delle gare, ma pioggia o nebbia, all’Isola si è sempre corso senza troppe preoccupazioni.

Una settimana è dedicata alle prove e una interamente alle gare. Sfruttando il periodo di massima luce diurna, per non interferire troppo con la vita degli isolani, le sessioni iniziano al mattino presto, intorno alle cinque e un quarto per poi fermarsi nella parte centrale della giornata e riprendere dopo le diciotto. Tra uno e l’altro, vi sono giorni di pausa che fungono da riserva nel caso si debba recuperare eventuali turni, annullati per cattivo tempo o incidenti.

Una gara nata con le moto

Questa competizione, che dal 1949 al 1976 ha fatto parte del calendario del Motomondiale, ha visto da sempre parteciparvi nomi storici del motociclismo. Territorio di caccia dei britannici, italiani e tedeschi impiegarono tempo per trovare le prime affermazioni su questo tracciato. Nel 1908, Ernesto Gnesa tentò l’impresa e con i suoi racconti spinse altri connazionali come Ravelli e Vailati a parteciparvi nel 1913. Nel 1924 e 1925 toccò al futuro asso delle quattro ruote Achille Varzi, mentre nel 1926, dall’Italia partì una vera e propria missione con ben tre marchi storici iscritti come Bianchi, Moto Guzzi e Garelli. Pietro Ghersi, con la Guzzi 250, completò il giro più veloce classificandosi secondo assoluto della classe. Il piazzamento gli venne poi annullato per l’utilizzo di una candela non dichiarata nella scheda tecnica.

Ciò che importa è che da quell’epoca in poi, la presenza italiana al TT è stata sempre più frequente e le prime vittorie arrivano in 250 e 500, grazie a Moto Guzzi pilotate dall’irlandese Stanley Woods. Passarono due anni però prima di celebrare la vittoria tutta tricolore del mitico Omobono Tenni, che vinse, sempre per la scuderia di Mandello, la quarto di litro, sbaragliando per la prima volta nella storia la concorrenza di lingua e cultura anglosassone.

Questo successo fu amaro per i britannici che riconobbero sportivamente la bravura del nostro pilota soprannominandolo “Black Devil” per la furia mostrata in corsa. Di lui scrisse la rivista Motor Cycle: “Notizie da tutto il percorso confermano che Tenni curva con pazzo abbandono che crea dubbi circa il suo finire in un pezzo solo…”. Storica è la sua immagine ripreso a Windy Corner, definita la più bella foto di un motociclista in azione.

I più grandi di tutti

Dopo i protagonisti degli albori, al Tourist Trophy dell’Isola di Man si sono sfidati i più importanti nomi della storia del motociclismo mondiale come Geoff Duke, Carlo Ubbiali, Dario Ambrosini, Tarquinio Provini, Bill Lomas, John Surtess, Bob McIntyre, Jim Redman, Gary Hocking, Mike Hailwood, Giacomo Agostini e Phil Read. Protagonista anche l’industria Italiana che annovera vittorie di MV Agusta, Mondial, Gilera, Benelli, Ducati e come già detto, Moto Guzzi. Dal 1959, fecero la propria comparsa i giapponesi, prima con Honda e poi Suzuki e Yamaha.

Le dieci vittorie di Agostini sono oggi uno dei tanti numeri record del campionissimo che, dal canto suo, è stato anche testimone della fine di un’epoca. Infatti, dal 1977, questa gara tanto bella quanto pericolosa, uscì definitivamente dai circuiti del Motomondiale per lasciare spazio ai nuovi impianti permanenti, sempre più in auge in tutto il mondo. Una scelta promossa dai piloti, a volte segnati da incidenti fatali come nel caso di Gilberto Parlotti, grande amico del quindici volte campione del mondo, deceduto al TT il 9 giugno del 1972.

Definitivamente fuori dal mondiale, questa gara e gli altri gran premi stradali come l’Ulster GP, diventarono un mondo a parte fatto di specialisti delle “road races” e dei suoi estimatori, facendo nascere altri miti come Joey e Robert Dunlop, Steve Hislop, Carl Fogarty e i più recenti, Steve Plater, John McGuinness, Ian Hutchinson, Guy Martin e Peter Hickman. In tutto questo tempo, gli italiani non hanno smesso di parteciparvi, attratti dallo spirito che regola queste corse da oltre un secolo. Stefano Bonetti è forse il più celebre dei nostri tempi che ha saputo sfidare i britannici sul Mountain e vincere una gara nel 2019 alla North West 200.

Da quest’anno in diretta

Solo l’emergenza sanitaria da Covid19 ha fermato il Tourist Trophy che dopo due anni di stop, nel 2022 riprende la sua normale attività. Dal 28 maggio all’ 11 giugno, infatti, si disputeranno regolarmente prove e gare divise in due settimane. Per la prima volta in 115 anni di storia, si potrà seguire live con uno speciale abbonamento al canale digitale TT+ che coprirà l’evento con oltre quaranta ore di diretta, ad un costo che si aggira intorno ai 22 euro.