Vespa è un nome talmente evocativo che viaggia ormai da tempo senza bisogno di troppe premesse e anche il Gruppo Piaggio l’ha virtualmente separato dal resto della gamma per valorizzarne la storia sottolineandone l’iconico stile imitato in tutto il mondo. Sette modelli, dalla GTS alla storica “Primavera”, dalla sprint all’elettrica, le serie Vespa accontentano il più vasto pubblico ed è probabilmente l’unico scooter al mondo prodotto in così tante versioni contemporaneamente.
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La 946 Dragon
Ce n’è una molto particolare che, a fronte di una ricerca estetica, stilistica e meccanica di primissimo livello, costa quasi come un’utilitaria. Si parla della Vespa 946 Dragon, uno scooter 125 da collezione che fonde l’identità Vespa al prestigio leggendario del drago. In 1888 esemplari numerati, celebra la maestosità iconografica del calendario lunare, l’incontro di culture e il giusto compromesso tra innovazione e tradizione storica. Ogni 946 Dragon è costruita interamente a mano per offrire un articolo il più esclusivo possibile, su un mezzo che unisce produzione in serie ad artigianalità.
Le finiture lucide e opache si intrecciano sulla carrozzeria di Vespa 946 Dragon, impreziosita da un motivo a forma di drago su un lato del telaio dorato, di colore verde smeraldo. Dall’altra parte campeggiano i numeri in stile varsity americano a rappresentare gli anni del drago nel calendario lunare.
Il concetto
946 è l’archetipo della Vespa del futuro: un capolavoro dell’artigianato italiano reinterpretato in chiave contemporanea, che pesca gli elementi più iconici della MP6, la Vespa sperimentale del 1945, prototipo di quello che sarebbe diventato uno degli oggetti più amati del mondo. E’ con questo spirito che Vespa 946 Dragon diventa il perfetto mix di raffinati contenuti tecnologici e tradizione.
Nella primavera del 1945 Enrico Piaggio, pur avendo dato disposizione per la costruzione di cento MP5 “Paperino”, non ancora del tutto convinto di tale progetto, sollecitò l’intervento di Corradino d’Ascanio. Il brillante ingegnere progettò l’MP6, un modello rivoluzionario in tutto rispetto al predecessore. Eliminato il tunnel centrale, aveva spostato tutto il motore e i suoi sistemi sulla ruota posteriore eliminando così la catena. Il sistema di raffreddamento ad aria forzata prevedeva una ventola sul volano in grado di generare un’adeguata corrente, e il cambio spostato al manubrio fece sì che bastasse azionare la leva della frizione e selezionare la marcia con una sola mano. Divenne così la capostipite di tutte le Vespa Piaggio.
Com’è fatta
Il motore è un monocilindrico 4 tempi, 3 valvole a iniezione elettronica, raffreddato ad aria da 125 cc. La sospensione anteriore a braccio singolo vanta una molla elicoidale e ammortizzatore unico come al posteriore dove il mono idraulico è regolabile su cinque posizioni. I freni sono dotati di ABS a doppio canale con sistema ASR e all’anteriore come al posteriore abbiamo un disco da 220 mm di diametro. Gli pneumatici di tipo tubless sono 120/70-12 davanti e 130/70-12 dietro, mentre l’’avviamento è elettrico. Il serbatoio ha una capacità di otto litri, il passo è importante e misura 1.405 su un totale di 1.965 della lunghezza complessiva.
Il prezzo di 12.000 euro rendono assolutamente esclusivo anche l’acquisto di questo modello di Vespa 125, che costa come una Ducati Monster o una Moto Guzzi V9, ma oltre a diventare un pezzo prestigioso per i collezionisti, è sicuramente la miglior sintesi moderna del concetto pensato quasi ottant’anni fa.