La Yamaha XT600 Z Ténéré, erede della XT500, nasce nel 1982 a un unico scopo: far sognare l’avventura, spingendosi verso mete lontane. Realizzata da uno dei produttori motociclistici più importanti al mondo, si ispira alle epiche sfide della Parigi-Dakar, dove l’azienda ha scritto pagine memorabili. Attraverso la due ruote, i progettisti garantiscono alla clientela la libertà di sondare sentieri inesplorati, irti e privi di insidie.
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Il boom delle enduro in Europa
Negli anni Ottanta le moto enduro balzano in testa alle classifiche commerciali. In passato confinate a una nicchia, il genere comincia ad attirare il pubblico mainstream, allettato dalla prospettiva di varcare confini fino a quel punto inaccessibili. Questo almeno in Europa, poiché, nella terra del Sol Levante, le compagnie continuano a mostrare una reticenza latente. Nonostante il genere sia estraneo al suo core business tradizionale, Yamaha non intende lasciarsi sfuggire l’occasione di invadere il segmento, ed ecco arrivare, appunto, la XT 600 Z Ténéré.
Quasi in tempi record, la monocilindrica dagli “occhi a mandorla” strega i giovani dell’epoca, inaugurando la moda delle “dakariane”. Connubio ideale di affidabilità, fascino e performance, l’esemplare è prodotto in materiali di eccellente qualità e richiama nel look il deserto del Sahara, da cui attinge il nome pure la Ténére 700 presentata nel 2022.
Il debutto al Salone di Parigi 1982
In una delle cornici di maggior rilevanza dell’intero calendario motoristico qual è il Salone di Parigi, tiene luogo la première mondiale nel 1982. Dalla primavera seguente, la Yamaha XT 600 Z Ténéré sbarca in territorio italiano, distinguendosi per il serbatoio da 30 litri. Il centro stile opta in favore di due livree iconiche: da un lato, il bianco/rosso/nero rimanda alle tonalità classiche del marchio, dall’altro il blu/nero/bianco fa cenno al Team Sonauto/Gauloises di Yamaha Motor France. Il propulsore monocilindrico 4 tempi, 4 valvole, con raffreddamento aria/olio, eroga 44 CV a 6.500 giri/min e 5 kgm di coppia a 5.500 giri/min. Dall’avviamento a pedale, pesa 175 kg e tocca i 160 km/h.
Il secondo capitolo arriva nel 1986-1987. In tal caso, le modifiche vanno ricercate nell’avviamento elettrico (il pedale rimane comunque disponibile), nonché nel radiatore olio vicino alla testata e nel serbatoio da 23 litri (contro i 30 l del predecessore). A livello di tonalità, è tutto uguale, ma evolvono le grafiche.
La mania delle “Dakar-replica mania”
Ci troviamo in piena mania delle “Dakar-replica” durante il reveal della terza e ultima serie. Per cavalcare il trend, la due ruote sfoggia carenature sovrabbondanti, un nuovo parafango anteriore basso vicino alla ruota e il caratteristico doppio faro rotondo, elemento distintivo che preannuncia lo sbarco della Super Ténéré 750 l’anno successivo. Rispetto al modello uscente, il serbatoio incrementa la capacità a 26 litri e il freno posteriore a disco costituisce un rilevante upgrade sul versante della ciclistica. Come per magia scompare, invece, il pedale dell’avviamento.
Con il ritiro, giunto nel 1991, termina un’era, redditizia in casa Yamaha: nel solo Vecchio Continente, la XT600Z Ténéré ha superato le 60.000 unità vendute. Benché la storia ufficiale sia terminata da oltre tre decenni, il lascito vive ancora oggi, in quanto musa ispiratrice di varie moto commercializzate nel prosieguo. In parallelo, molti fan ne alimentano il ricordo tramite le opere di restauro.