La notizia era nell’aria da un po’, aveva bussato alle porte della Formula 1 con un po’ di curiosità, mentre adesso è entrata dall’ingresso principale con il favore dell’ufficialità. Flavio Briatore ritorna nel Circus, non più con il ruolo di team principal che gli aveva permesso di conquistare quattro titoli costruttori al comando di Benetton e Renault, ma in qualità di consulente esecutivo per la divisione F1 di Alpine. La scuderia francese naviga in pessime acque e si affida a una figura storica per traghettarla fuori dal fango nella quale è precipitata. La missione di Briatore non sarà facile, perché dovrà cercare di trovare gli uomini giusti per dare una direzione alla Alpine, anche se il tempo stringe.
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Il ruolo consultivo di Briatore
Qualche settimana fa era trapelata da più parti la notizia di Flavio Briatore pronto a tornare in F1 grazie all’appoggio di Luca De Meo, CEO di Renault e, quindi, di Alpine. Adesso è arrivata l’ufficialità grazie a una nota che rende chiaro l’incarico del manager originario di Cuneo.
“Briatore si concentrerà sulle aree di alto livello del team, tra cui: lo scouting dei migliori talenti e la fornitura di approfondimenti sul mercato dei piloti, sfidando il progetto esistente valutando la struttura attuale e fornendo consulenza su alcune questioni strategiche all’interno dello sport“. Dunque, per Briatore e la Renault si tratta di un ritorno al passato, un usato sicuro per tornare tra i grandi di questa categoria. L’imprenditore italiano ci metterà l’esperienza, la conoscenza e utilizzerà tutti gli ottimi rapporti che ha creato in questi anni per ribaltare come un calzino un progetto che ha fatto acqua da tutte le parti.
Tuttavia, il risultato non sarà garantito. Briatore è stato fuori dal giro, estromesso dopo il “Crashgate” del 2008 che lo ha visto coinvolto in uno scandalo epocale, e oggi ha sulle spalle 74 primavere. Al tempo stesso, non si può negare un fiuto particolare per i campioni. Sotto la sua ala sono cresciuti sia Michael Schumacher che Fernando Alonso, che con lui hanno vinto i primi titoli della carriera (per lo spagnolo gli unici due, in giovane età).
Il primo titolo con Schumacher
Facciamo un balzo nel passato, a ben trent’anni fa. La stagione 1994 è stata inevitabilmente segnata dalla scomparsa di Ayrton Senna, vittima di un incidente tristemente noto alla curva del Tamburello di Imola, ma è stato anche l’anno dell’ascesa della stella di Michael Schumacher. Dopo una fugace apparizione alla Jordan, Flavio Briatore decise di puntare sul giovane talento di Kerpen e di affidargli il volante della Benetton Ford, in coppia con Jos Verstappen, padre dell’attuale campione del mondo, alternato a Johnny Herbert.
La stagione del futuro sette volte campione del mondo fu straordinaria, sublimata con il trionfo del primo titolo piloti all’ultima gara dell’anno ad Adelaide. Quella sfida fu vinta da Nigel Mansell, al passo d’addio alla categoria, mentre Schumi uscito dalla contesa dopo uno spettacolare incidente, aspettò il ritiro del rivale Damon Hill per festeggiare dentro al box. Quello fu il primo acuto del “Kaiser” e di Briatore, che riuscirono a ripetersi anche l’anno seguente, prima del divorzio con il teutonico che accettò la causa della Ferrari. Oggi, Briatore torna per riproporre le formule magiche che avevano stregato tutti nel passato. Vedremo se la sua bacchetta funzionerà ancora una volta.