Adrian Newey non andrà in Ferrari. Ancora una volta, il “matrimonio del secolo” non si celebrerà. Sembrava tutto pronto per l’arrivo del genio di Stratford-Upon-Avon. Dopo quindici anni trascorsi a rendere grande la Red Bull, l’inglese aveva deciso di lasciare il team campione del mondo in carica, annunciando la sua uscita il 1° maggio. Il caos all’interno della scuderia di Milton Keynes era troppo e Newey non si sentiva più a suo agio. Senza dubbio, la questione legata a Horner ha dato il colpo di grazia, poiché Adrian è sempre stato molto sensibile a questo tipo di situazioni. Il “nostro” non ha affatto apprezzato la storia “dipende X”, che ha messo il team principal della Red Bull sotto i riflettori di tutto il mondo.
C’è però un’altra motivazione ancora più importante che ha portato Newey a prendere la sua decisione. Si tratta del reparto tecnico della Red Bull. Il team, attualmente in testa al campionato mondiale, aveva infatti deciso di conferire i massimi poteri a Pierre Waché, prolungando il contratto del francese nativo di Auchel e ponendolo al centro del progetto. Una mossa che non è piaciuta a Newey, poiché il transalpino sarà di fatto il punto di riferimento principale per il progetto 2026. Red Bull doveva prendere una decisione, perché il ruolo di Adrian era cambiato con il passare degli anni. Da responsabile dell’area tecnica, l’inglese lavorava ormai come super consulente.
Un po’ come fece con estremo successo Rory Byrne, l’ingegnere sudafricano che supportò la Ferrari di Michael Schumacher negli anni d’oro. Newey aveva bisogno di un incarico meno asfissiante, potendosi recare in fabbrica solo due volte alla settimana. Per questo, aveva un gruppo di ingegneri sotto il suo comando in grado di trasferire le sue idee sulla vettura. Non è stato affatto semplice per il team austriaco prendere questa decisione. Fatto sta che le strade si sono divise e per la Ferrari l’occasione di portarlo a Maranello era davvero ghiotta. Tuttavia, oggi, mercoledì 6 agosto, il collega e profondo conoscitore del mondo Ferrari, al secolo Fulvio Solms, lancia la bomba in anteprima: Adrian Newey ha detto sì all’Aston Martin.
F1, Newey lavorerà con Aston Martin
Il nuovo sodalizio fa scalpore. Newey non abbandona la sua amata Inghilterra; al contrario cambierà solo strada per andare al lavoro. L’offerta faraonica di Sheldon Strulovitch, alias Lawrence Stroll, lo ha profondamente convinto. Saranno 100 i milioni netti che l’inglese percepirà nei quattro anni di contratto. Le ragioni per cui Adrian ha deciso di accettare l’ennesima sfida della sua carriera sono presto spiegate. Oltre al lauto compenso Newey ha visitato in tempi non sospetti la factory della scuderia britannica a Silverstone. Si dice che sia rimasto parecchio colpito dalle strutture, così come dalla visione del team e dei massimi poteri decisionali a lui forniti.
Stroll vuole vincere a tutti i costi e portare l’Aston Martin sul tetto del mondo. Per questo ha siglato un contratto esclusivo per la fornitura dei propulsori da parte di Honda, a partire dalla stagione 2026. Un’altra ragione che Newey apprezza molto, poiché la casa nipponica fornirà un supporto davvero unico, con una nuova sede europea in Inghilterra atta a gestire le unità di potenza che però continueranno comunque a essere prodotte a Sakura, in Giappone. Aston Martin ha di recente ufficializzato l’arrivo dell’ex direttore sportivo della Ferrari, Enrico Cardile, che ricoprirà il ruolo di Chief Technical Officer. Con lui ci sarà Andy Cowell, ex capo dei motori Mercedes all’inizio dell’era turbo ibrida, che sostituirà Martin Whitmarsh.
Aston Martin punta a Verstappen per completare l’opera
Aston Martin è scatenata. Oltre all’arrivo di Adrian Newey, Lawrence Stroll sta provando un altro colpo a effetto: l’ingaggio del tre volte campione del mondo Max Verstappen. Red Bull sta vivendo il suo momento peggiore da quando è nata, e il team si sta letteralmente sgretolando nelle mani di Christian Horner. Oltre a Newey, si aggiunge il recente abbandono di Jonathan Wheatley, il direttore sportivo della scuderia che ha accettato le lusinghe di Audi per diventare il nuovo team principal del colosso tedesco. Se all’interno della factory la battaglia interna tra la parte austriaca e quella thailandese continua sotto traccia, in pista le cose non vanno meglio.
La RB20 non è più il riferimento della massima categoria, superata in prestazione dalla sorprendente McLaren. Anche Mercedes ha dimostrato di poter battere Red Bull, con le tre vittorie collezionate nelle ultime 5 gare. La scuderia di Milton Keynes sta soffrendo parecchio perché gli aggiornamenti non funzionano, e il malessere di Verstappen cresce sempre più. Prova ne è lo sfogo dell’olandese nella driver’s parade del Gran Premio d’Ungheria. Max non ha più quella fiducia incondizionata verso il team, e l’arrivo di Adrian Newey all’Aston Martin potrebbe convincerlo a cambiare casacca. Stroll ci proverà con tutte le forze, perché considerando le strutture di primo piano, la collaborazione esclusiva con Honda e il miglior tecnico sulla piazza, il sogno Verstappen si potrebbe anche realizzare.
Ferrari dice no alle richieste esorbitanti di Adrian Newey
Ancora una volta, la quarta per l’esattezza, il matrimonio tra Newey e Ferrari sfuma. Il team di Maranello ci aveva provato mettendo su una trattativa molto seria: offerta economica congrua e tanta libertà lavorativa per il geniale progettista britannico. Adrian, però, voleva ancora di più. L’inglese, per accettare l’offerta della scuderia italiana, voleva alcune clausole precise nel suo contratto tra cui avere l’ultima parola a livello tecnico. Questo significa che il potere decisionale che pretendeva era altissimo, potendo scegliere lui stesso i tecnici con cui collaborare e quelli da licenziare. Un ruolo che di fatto avrebbe superato quello del team principal e, in un certo senso, pure quello dell’amministratore delegato Benedetto Vigna.
Inoltre, il gioco al rialzo di Aston Martin sul compenso stipulato non è piaciuto alla Ferrari, che considerava i 100 milioni offerti dalla scuderia britannica un vero e proprio sproposito. Sappiamo che Newey aveva presentato un elenco molto lungo e dettagliato di richieste, dove appunto avrebbe potuto stabilire vita, morte e miracoli del reparto tecnico della gestione sportiva. Un’esigenza troppo grande che Ferrari non ha accettato. Vasseur non era affatto d’accordo con le richieste “invadenti” di Newey e l’affare è saltato. Lo stesso John Elkann, sebbene si sia mosso in prima persona per finalizzare l’affare, alla fine ha scelto di alzare bandiera bianca.