Verstappen avrà solo un grande rammarico in questo 2023. Non essere riuscito a vincere tutte le gare della stagione. Perché la Red Bull si è mostrata ancora più forte, anche del regolamento, e la sconfitta di Singapore, che è bruciata e non poco sull’ego del pilota olandese, può ritenersi un caso isolato. Archiviato l’appuntamento di Marina Bay, a Suzuka, pista “old-style” molto amata dai piloti e idonea alle caratteristiche della RB19, Max Verstappen è tornato sul gradino più alto del podio nel GP Giappone.
A differenza di quanto si era pensato, invece le Ferrari sono ancora lontane dalla lotta per le posizioni che contano. Nonostante la vittoria di Sainz a Singapore, a Suzuka i piloti della Rossa hanno dovuto accontentarsi della quarta e sesta posizione, rispettivamente con Leclerc davanti allo spagnolo. Eppure la Ferrari lascia il Paese del Sol Levante guardando il bicchiere mezzo pieno. Consci di non essere ancora al livello della Red Bull ma oggi lontanissimi anche dalla McLaren, a podio con entrambe le monoposto, il Cavallino Rampante punta ad ambizioni più contenute. Col titolo Costruttori assegnato proprio oggi alla Red Bull, il sesto della loro storia, il desiderio della scuderia italiana è quello di chiudere il campionato proprio alle spalle del team di Milton Keynes. E “rubare” alla Mercedes il titolo di vice-campione del mondo. Ma bando alle ciance e passiamo ai fatti: i top e flop del GP Giappone di F1.
Indice
TOP
Max Verstappen (e la Red Bull)
Anche a Suzuka quella della scuderia di Milton Keynes è un GP dalla doppia faccia. Se tutto è andato male con Perez (nuovamente inserito nei flop della corsa) per Max Verstappen è stato il fine settimana della rivincita. A nessuno piace perdere, tanto meno a un cannibale come l’olandese. La batosta di Singapore ha fatto male al pilota della Red Bull che, dopo una qualifica disastrosa, non è riuscito ad andare oltre la quinta posizione.
La mancanza di prestazione della RB18 sul tracciato di Marina Bay è subito stata imputata all’introduzione della Direttiva TD018. Ma in Giappone la Red Bull (ma, ammettiamolo, forse dovremo Max Verstappen) ha rialzato la testa e ha dimostrato che la debacle di Singapore sia stata solo un caso isolato. A Suzuka il team anglo-austriaco ha conquistato la pole position e la vittoria con Verstappen. L’olandese, dal canto suo, non ha sbagliato niente.
Allo start non si è fatto sorprendere dalle McLaren che hanno provato a superare la Red Bull #1 proprio alla prima curva. Verstappen non si è fatto trovare impreparato e prima è riuscito a tenere dietro Piastri e poi Norris, che ha tentato di superare l’olandese con un sorpasso all’esterno. Quella di quest’oggi è una grande giornata per la scuderia di Milton Keynes, nonostante il ritiro di Sergio Perez.
Con la bellezza di sei gare di anticipo rispetto alla fine del campionato, la Red Bull a Suzuka ha conquistato il sesto titolo costruttori della sua storia con 623 punti (400 dei quali portati a casa dal solo Verstappen) e un vantaggio sulla Mercedes, attualmente seconda in classifica, di 318 lunghezze. E tra due settimane, in Qatar, il pilota olandese potrebbe già mettere il sigillo del terzo alloro iridato personale in quella che in assoluto è stata, per il momento, la stagione migliore della sua carriera.
George Russell
Anche se l’ordine d’arrivo vede l’inglese relegato in settima posizione, George Russell entra di diritto tra i top di questo GP per il coraggio. Il pilota della Mercedes si gioca il tutto per tutto e tenta per la gara ad una sola sosta. Una scelta, con il senno di poi, poco lungimirante per la gara del 25enne.
Nella prima parte della gara lotta col proprio compagno di squadra, una scelta poco sana quella della Mercedes che, probabilmente già in quel momento condanna la gara di Russell.
A causa della sosta in meno il pilota inglese inizia ad avere problemi di degrado. Nonostante la differenza di compound rispetto agli avversari che si fanno sotto nelle fasi finali della corsa, Russell prova a difendersi con grande grinta ma non può fare altro se non che arenarsi in settima posizione. Sicuramente il momento più intenso della corsa, per il pilota inglese e i tifosi da casa, è stato quando si è messo in bagarre con Hamilton. Una sfida interna che, gara dopo gara, si fa sempre più vivace. La ricetta per un finale di campionato scoppiettante in casa Mercedes ci sono tutte.
McLaren
Ormai non sono più degli outsider. La McLaren è la vera sorpresa di questo 2023 e, anche se la classifica la vede relegata al quinto posto tra i Costruttori, è sicuramente l’unica e vera anti-Red Bull. Nonostante un avvio in salita di campionato, dove nelle prime nove gare dell’anno hanno conquistato solamente 17 punti, dal GP Gran Bretagna è cambiato tutto, un po’ come se il podio ottenuto da Norris a Silverstone, fosse servito come iniezione di fiducia per il team di Woking. Nelle ultime sette gare la McLaren è riuscita a chiudere la gara tra i primi tre in cinque occasioni e la doppietta conquistata a Suzuka, con Norris e Piastri rispettivamente in seconda e terza posizione, è il giusto riconoscimento per il grande lavoro fatto in fabbrica da parte degli uomini e donne che lavorano a Woking.
Alla partenza i piloti della McLaren hanno provato a superare Verstappen fin dalla prima curva. Anche se l’olandese è riuscito a tenere la sua RB19 davanti a entrambe le MCL60, a stupire maggiormente a Suzuka è stato Oscar Piastri che nel GP Giappone ha ottenuto il suo primo podio della carriera in F1. Il pilota australiano, al debutto nella massima serie automobilistica, non ha mostrato alcun timore riverenziale nei confronti dei colleghi ben più esperti di lui. Piastri, anche se non velocissimo quanto il compagno di squadra, ha corso in maniera intelligente e costante, probabilmente con l’obiettivo di portare la monoposto al traguardo e di salire sul podio.
FLOP
Sergio Perez
Si potrebbe dire dalle stelle alle stalle. È vero, non è la prima volta che Sergio Perez finisce nei nostri flop e viene bastonato dal compagno Verstappen, ma oggi il messicano era veramente irriconoscibile. Tra gli errori in pista (ricordiamo che proprio a seguito di due di questi ha dovuto cambiare l’ala anteriore per ben due volte) e le penalità ricevute, non si esagera se lo si descrive come un dilettante allo sbaraglio.
Quando nelle fasi iniziali della corsa entra in pista la Safety Car, Perez commette una irregolarità in uscita di pitlane e si becca cinque secondi di penalità. Torna in pista, sperona Magnussen, danneggia la vettura, si ritira e si becca altri cinque secondi di penalità. Rientra in gara solo per scontare la sanzione e poi torna mestamente ai box. Questo è quello che possiamo definire come il riassunto del GP Giappone di Sergio Perez.
Correre, essere il compagno di squadra di un cannibale come Max Verstappen, col quale doversi confrontare a ogni singola sessione non è sicuramente facile. In più, anche le recenti parole di Marko sul messicano non devono essere servite per risollevare il morale a Checo che, quando mancano praticamente sei gare al termine di questo campionato sembra essere mentalmente logorato da questa situazione. E anche le prestazioni in pista ne stanno risentendo.
Valtteri Bottas
Sinceramente il finlandese sarebbe stato da non classificato. Ma visto che non ci sono stati grandi altri “danni” in quel di Suzuka, il “boscaiolo” preferito dal pubblico della F1 entra di diritto tra i peggiori della corsa. Nonostante ancora una volta Bottas riesca a qualificarsi davanti al compagno di squadra, non riesce a entrare in Q2 e si arena in 16esima posizione.
In gara va tutto storto, invece. A cominciare dalla partenza, quando proprio in occasione del primo giro, in curva 1 è autore di un incidente con la Williams di Albon. E da quel momento non c’è più storia.
È proprio un fine settimana negativo per il pilota di Alfa Romeo che sabato, raggiungendo il paddock in bici, ha toccato il marciapiede con il suo mezzo a due ruote perdendo l’equilibrio ed è caduto, capitombolando in un’aiuola a bordo strada. Niente di rotto o cosa. I tifosi che però hanno fotografato il fatto ringraziano. Almeno per aver strappato loro una risata.
FIA
Nota di demerito anche per la Federazione Internazionale che in occasione del fine settimana di Suzuka ha fatto un clamoroso dietrofront ammettendo di aver commesso un errore per non aver penalizzato Verstappen a Singapore. I commissari della FIA hanno fatto mea culpa in ritardo.
In occasione delle qualifiche del GP Singapore, il pilota olandese della Red Bull è finito sotto investigazione in almeno tre occasioni per “impeding”, ossia per aver ostacolato altri piloti durante il loro giro veloce. A Marina Bay, Verstappen se l’è cavata con una reprimenda e nessuna penalizzazione.
Proprio questa decisione ha creato non poco malcontento tra i piloti e relativi Team Principal delle scuderie. Per questo motivo a Suzuka, prima dell’inizio del fine settimana, i responsabili dei team hanno partecipato a una riunione col collegio degli steward che di fatto, oltre ad ammettere le proprie colpe, hanno sottolineato che l’errore di valutazione commesso sul caso Verstappen non costituirà un precedente in occasione di prossime situazioni similari.
Un altro punto nero, l’ennesimo, che pesa sulla “fedina penale” della Federazione Internazionale. Penalizzare Verstappen a Singapore non avrebbe apportato alcun cambiamento a livello di classifica iridata ma sarebbe servito, e non poco, alla FIA per non perdere (ancora una volta) credibilità. Il punto più basso si era già toccato nel 2021, ma anche quest’anno la governance della massima serie automobilistica ne ha commessa un’altra delle sue.