A nemmeno una settimana di distanza dalla vittoria di Oscar Piastri e della McLaren all’Hungaroring, il Circus si sposta velocemente sulla leggendaria pista di Spa-Francorchamps, l’università della F1 e sicuramente uno dei tracciati più amati da piloti, addetti ai lavori e tifosi. Il GP Belgio segna di fatto la chiusura della prima parte di stagione dato che, dopo la gara di domenica, la massima serie automobilistica si prenderà un periodo di sosta per la pausa estiva, necessaria a ricaricare le batterie di piloti e addetti ai lavori.
A differenza degli anni passati dove il nome del vincitore era pressoché scontato, quest’anno non c’è un vero e proprio favorito della vigilia. Ormai la crescita della McLaren non è più una sorpresa e proprio a seguito della doppietta ottenuta in Ungheria, la scuderia di Woking ha ufficialmente lanciato il suo guanto di sfida alla Red Bull nella lotta per la conquista dei titoli Mondiali.
Se quello Piloti è difficile ma non impossibile, tenendo conto dei 76 punti da recuperare per Norris a 11 gare dalla fine della stagione, quello riservato ai Costruttori è sicuramente più alla portata della McLaren. Soprattutto se la RB20 continuerà a non essere competitiva come era a inizio anno e, nel caso in cui Max Verstappen continui a rimanere l’unico a portare la “pagnotta” a casa.
Vietato sottovalutare anche Mercedes e Ferrari. La scuderia tedesca sembra essere veramente rinata dopo le difficoltà delle ultime stagioni, e in particolar modo di questo inizio di campionato. Il team di Brackley è tornato alla vittoria sia con Russell, in Austria, sia con Hamilton, a Silverstone, con il sette volte Campione del Mondo di F1 che è riuscito a tornare sul podio anche in Ungheria.
La Ferrari, dal canto suo, dopo un mese di giugno e di luglio particolarmente complesso e dove la SF-24 sembrava aver perso la competitività mostrata nella primissima parte del Campionato, all’Hungaroring ha dato qualche piccolo segnale di ripresa che si rivelerà fondamentale per correre in Belgio con rinnovata fiducia.
Indice
Ferrari, a che punto siamo?
Se dopo la vittoria di Leclerc a Monaco la Ferrari sembrava essere destinata a grandi cose in questo 2024, i sogni del Cavallino Rampante si sono infranti dal GP Canada. Se a Montreal la Rossa ha visto entrambi i propri piloti non chiudere nemmeno la corsa, dopo gli aggiornamenti introdotti nell’appuntamento di Barcellona la SF-24 è diventata improvvisamente una monoposto nervosa, soprattutto nelle curve veloci. Dopo il flop di Austria e Silverstone, in Ungheria la Ferrari ha portato un upgrade correttivo per il fondo. E infatti, proprio in occasione della tappa all’Hungaroring il Cavallino Rampante ha dato riscontri interessanti.
Se apparentemente sembrano essere stati risolti i problemi di porpoising, la SF-24 è tornata nuovamente una vettura più guidabile e più stabile anche in curva. Non a caso, proprio Leclerc lo scorso fine settimana non ha nascosto che, nonostante l’incidente nelle FP2, si trovasse maggiormente a suo agio con la monoposto. E il grande ritmo su pneumatici hard in gara lo dimostra. Ora, con ancora undici GP da disputarsi la Ferrari è chiamata a continuare a spingere per permettere ai propri piloti di tornare a lottare, se non per i titoli iridati, per lo meno per le posizioni del podio.
Asfalto nuovo e meteo protagonista?
Quello di Spa-Francorchamps è noto per essere, tradizionalmente, un fine settimana caratterizzato dalla pioggia. I ricordi, tornano immediatamente all’edizione 2021 quando, proprio la gara, venne interrotta a causa del brutto tempo e i tifosi presenti sulle tribune presero parte a una vera e propria odissea di acqua e fango per riuscire a lasciare il circuito. A meno che le condizioni meteorologiche non cambino, il maltempo potrebbe essere nuovamente protagonista in Belgio, già dalle prime due sessioni di prove libere. Per il momento la possibilità di pioggia per la domenica è ferma al 20% ma la possibilità di acqua in pista non sarà l’unica incognita di questo fine settimana.
Su buona parte del tracciato è stato steso un nuovo manto di asfalto che andrà a influire sulle prestazioni che, molto probabilmente, vedremo in gara. Secondo le prime indiscrezioni trapelate dalla Pirelli, il nuovo manto stradale sarà utile per creare maggiore aderenza delle vetture comportando quindi un miglioramento delle prestazioni cronometriche. Nonostante questa novità, il fornitore di pneumatici per il GP Belgio ha confermato le mescole viste lo scorso anno, ossia il C2 (la gomma più dura), il C3 (la mescola media) e il C4 (lo pneumatico più morbido).
Perez sempre più lontano dalla Red Bull
Sebbene la prima parte del campionato gli avesse permesso di ottenere il rinnovo contrattuale per il 2025, il sedile di Sergio Perez sembra essere più in bilico che mai. Se la Red Bull decidesse di rescindere l’accordo con il messicano, non sarebbe la prima volta che un team di F1 prende una decisione di questo tipo.
All’interno del contratto di Perez, infatti, sembrerebbero essere presenti delle clausole rescissorie legate alle performance, secondo le quali se il messicano dovesse essere a più di cento punti dal compagno di squadra all’inizio della pausa estiva, la Red Bull non dovrebbe avere troppi problemi per liberarsi del 34enne.
Quando praticamente manca appena una gara prima della sosta di fine luglio Perez è a 141 punti da Verstappen. E infatti, sono proprio i troppi errori ad aver convinto Marko&Co. a prendere una decisione a riguardo del futuro di Sergio Perez.
In casa Red Bull non si faranno trovare impreparati e i principati indiziati a prendere il posto del messicano nel team Campione del Mondo sembrerebbero essere Liam Lawson, che nel 2023 ha ben figurato in Toro Rosso quando sostituì l’infortunato Ricciardo o Yuki Tsunoda, che sta ben figurando al volante della Racing Bulls riuscendo a stare costantemente davanti al compagno di squadra.
Più difficile ma non impossibile l’arrivo di Sainz visto che alcuni rumors lasciano intendere che Verstappen non possa essere così contento di trovarsi lo spagnolo nel team.
Binotto, thò chi si rivede!
La notizia più clamorosa che accompagna il ritorno del Circus in Belgio riguarda il ritorno in F1 di Mattia Binotto, dopo l’allontanamento dalla Ferrari a fine 2022, dopo aver ricoperto per quattro anni la carica di Team Principal della Rossa.
Il manager italo-svizzero è il nuovo direttore operativo e direttore tecnico di Sauber Motorsport AG e inizierà la sua collaborazione col gruppo (che sarà acquisito definitivamente da Audi e che subentrerà nel 2026 al team di Hinwil) dal 1° agosto.
L’avvento di Binotto, però, coincide con l’addio di Andreas Seidl, ex Team Principal McLaren scelto inizialmente da Audi per condurre il progetto F1, e con quello di Oliver Hoffmann. Ma proprio la decisione di affidare il compartimento all’ex Ferrari è importantissimo per capire quanto Audi si stia impegnando per non farsi trovare impreparata al debutto nella massima serie automobilistica.
L’ingresso di Binotto nel gruppo già dal prossimo mese permetterà all’ingegnere italo-svizzero di seguire e guidare per intero la transizione che porterà la Sauber al passaggio di consegne con Audi. Il colosso tedesco, infatti, non ha nascosto di essere in ritardo rispetto ai concorrenti nello sviluppo del motore. E sotto questo punto di vista proprio l’esperienza di Binotto potrebbe rivelarsi cruciale per recuperare terreno e affrontare le sfide che Audi dovrà affrontare in questo periodo.