Il sabato di F1 della Ferrari non inizia nel meglio dei modi. Innanzi tutto le condizioni meteorologiche danno una tregua alla pista del Québec, scenario competitivo dove le rosse non riescono a estrarre una prestazione consona. La prima parte della terza sessione di libere è dedicata alla raccolta dati con le Pirelli a banda gialla. L’obiettivo mira a validare il set-up di base e capire se il bilanciamento della vettura italiana è consono alle aspettative. Così pare, in quanto la piattaforma aerodinamica è stabile. Il run con alto quantitativo di carburante a bordo fornisce le prime sensazioni che, non sono malvagie, ma comunque al di sotto delle aspettative.
Le gomme medie non durano quanto dovrebbero, perdono prestazione e di fatto complicano lo stint. Per di più, sulla vettura numero 16 l’impianto frenante nella parte destra fa le bizze. Cestello dei freni che si surriscalda oltre misura e costringe Leclerc ad abbandonare la mini simulazione high fuel, per un rapido check al garage. Per fortuna il “problema” viene gestito senza troppi affanni e l’auto del monegasco può tornare in pista. Anche Sainz non è poi così contento delle mescole Medium, tanto che nelle ultime tre tornate si apre in radio e comunica un fatto: le gomme sono oramai finite.
Nella seconda parte delle Fp3, finalmente, Ferrari decide di testare le Pirelli cerchiate di rosso. Compound che in linea generale offre un livello di grip senza dubbio superiore. Aderenza che però stenta ad arrivare. Sebbene con le due SF-24 scariche di benzina la guidabilità è davvero buona e di denota un bilanciamento adeguato, i tempi sul giro relativi alla simulazione di qualifica sono lenti. Lo stesso Leclerc lo fa presente, senza capire il perchè. Secondo le informazioni degli ingegneri di pista, pare che il warm up non fosse effettivo. Aspetto che ha limitato il rendimento della vettura tra T1 e T2. Per questo la strategia è stata modificata così come l’handling.
F1, Ferrari non sa attivare le gomme e resta senza grip
Ferrari ha studiato a fondo la terza sessione di prove libere del Gran Premio del Canada. Lo ha fatto per cercare di “capire” al meglio la questione gomme. Come sappiamo tale parametro è fondamentale in F1, in quanto trattasi dell’unica parte della monoposto che entra in contatto con l’asfalto. Non saperle usare significa fallire tragicamente. Andiamo per parti. Come per l’ultima ora di prove libere, il meteo mostra clemenza e decide in ultima istanza di risparmiare Montreal anche in qualifica. Il cielo si “imbruttisce”, le temperature si abbassano ma la pioggia non arriva. Solo qualche goccia che però non cambia lo stato delle cose, alla fine dei conti.
Le rosse scendono in pista nella Q1 con le mescole Soft, un set nuovo di pacca per ciascuno dei ferraristi. Il primo tentativo fa capire subito che le brutte avvisaglie delle Fp3 sono ancora presenti. La SF-24 non riesce a immettere il corretto quantitativo di energia all’interno della carcassa. Pirelli a banda rossa che pertanto non si attivano a dovere e come conseguenza non sanno fornire il grip adeguato. Livello di aderenza molto lontano da quello ottimale che incide parecchio sulla performance. Peccato, in quanto il bilanciamento della Ferrari è molto buono. Piattaforma aerodinamica che funzionava a differenza dei compound, appunto. Il contesto è davvero complicato e il nervosismo sale.
Per cecare di risolvere i problemi la warm–up–strategy subisce un ulteriore modifica. Si cerca di scaldare maggiormente le gomme nell’outlap, per arrivare al primo settore con una buona dose di energia. Provvedimento che sembra funzionare anche se con molta fatica. Sofferenza che si denota quanto, Leclerc e Sainz, sono costretti a ricorrere a un ulteriore treno di Soft nuove. Azione necessaria per passare la “tagliola” verso la seconda parte della qualifica. Nel farlo, dato importante, le mappature della power unit vengono alzate al massimo. Segno di grande debolezza nel Q1. Quando i ferraristi rientrano nel garage viene chiesto a entrambi se un cambio di assetto relativo al carico anteriore fosse utile.
I due rispondono picche, perchè come detto le SF-24 sono ben bilanciate. Leclerc è parso inoltre parecchio infastidito da questa situazione, in quanto il reale valore della Ferrari è tutt’altro che questo. In Q2 le cose non cambiano. Di lì a poco la situazione diventa ancora più difficile. Il resto degli avversari incrementa la prestazione e in queste condizioni la rossa non ne ha proprio le forze. E così si torna a soffrire. Primo run dove una minima speranza pareva esserci, puntualmente distrutta qualche minuto più tardi, quando tutti i competitor hanno spinto per davvero. Nell’ultimo run a disposizione Ferrari aveva finito le gomme nuove.
Questo significa che gli alfieri della rossa, con un rapido passaggio ai box, hanno visto montare sulle SF-24 un set di Soft usate. Per il Cavallino Rampante questa mescola non ha portato nessun vantaggio e come si poteva immaginare, il ritocco dei riscontri cronometrici non arriva. Posizione finale: undicesimo Charles Leclerc, dodicesimo Carlos Sainz. Eliminati in Q2. Per finire vale la pena menzionare un fatto che ci può far capire meglio quanto la rossa abbia sbagliato. La Williams di Alexander Albon, le due Aston Martin e le due VCARB sono state più rapide della Ferrari. Chicca finale: Russell fatto la pole con le gomme usate. Ecco cosa succede a chi sa generare la giusta friction sulle gomme e azzecca il ciclo isteretico dello pneumatico.