Ferrari ha messo assieme un week-end non particolarmente brillante. Fattore principale? Sempre il medesimo… le gomme. Abbiamo già discusso ampiamente sulla difficile attivazione delle mescole durante la qualifica. Un ciclo di isteresi imperfetto che, sul giro secco, non concede alla SF-24 di accedere alla corretta finestra di temperatura e soprattutto mantenerla nell’arco della tornata. Parliamo di un contesto competitivo difficile da comprendere. Il grip ottimale non fa presenza e di riflesso la prestazione massima. Un grattacapo sul quale la GES ha speso parecchio tempo.
GP di Cina, Ferrari inciampa sulle gomme
In Giappone tale scenario ha fatto presenza durante la qualifica, mentre sulla lunga distanza, con alto quantitativo di carburante, la mera amministrazione delle gomme è stato un punto forte specie per Leclerc, autore di una grande rimonta che lo ha portato al podio. In Cina ci si aspettava lo stesso e invece oggi, sulla distanza dei 300 km, nel secondo stint con le mescole Hard i guai non sono stati pochi. Ambedue i ferraristi non sono stati capaci di sfruttare appieno le coperture e il ritmo della Ferrari ne ha ovviamente risentito. Durante la Safety Car gli ingegneri di pista della rossa, Riccardo Adami e Xavi Marcos, hanno fornito una pletora infinita di suggerimenti.
Ciononostante, seguendo il gruppone, le difficoltà per mantenere in temperatura i compound erano diverse. Una situazione che alla ripartenza ha penalizzato i “due Carlo”. Diversi i micro bloccaggi in fase di staccata che ovviamente mettono in crisi gli pneumatici sulla lunga distanza. Secondo stint sulla Hard super complicato per la Ferrari che ha dovuto gestire ogni singola tornata le gomme. Grazie alla strategia, Leclerc era riuscito a guadagnare la posizione sulla Red Bull di Perez, persa proprio per la mancanza endemica di passo della SF-24. Mentre Sainz, attardato maggiormente in classifica, è diventato matto per seguire le indicazioni del suo muretto box. Da una parte doveva amministrare le gomme, dall’altra cercare di spingere.
Una missione chiaramente impossibile che di fatto ha prodotto un risultato anonimo. Un quarto e quinto posto che porta punti ma abbassa il morale, in quanto a Shanghai le vetture del Cavallino Rampante non sono state in grado seguire il piano di lavoro programmato mettendo pressione alla Red Bull. Questo considerando che, come lo stesso Vasseur ha fatto sapere a margine della Sprint Shootout, un punto fermo del team italiano per il fine settimana era proprio ottimizzare il rendimento della SF-24 tramite la strategia delle gomme. Il lavoro è ancora tanto, pare…
C’è poi un’altra questione da valutare che fa capire il momento. Leclerc, in radio, ha questionato la tattica sulle coperture Hard. Il suo feeling con i compound era molto lontano da quello ottimale. Aspetto che si evince verso la fine del Gran Premio, dove un certo nervosismo si è palesato nel seguire i “consigli” del muretto del tutto inefficaci. Medesimo discorso per Sainz che però, in questo caso, ha mantenuto un profilo più cauto accettando mestamente il contesto. Un chiaro passo indietro sugli pneumatici, proprio nel momento in cui si pensava che l’ulteriore step su questa tematica potesse arrivare.
Verstappen fa quello che vuole, McLaren azzecca il set-up e vola con Norris
Il potenziale delle vetture austriache oramai è noto. La grande efficienza aerodinamica generata dal corpo vettura, consente l’utilizzo di maggior carico installato al retrotreno sulla RB20. Elemento che concorre all’amministrazione delle mescole e contestualmente alza l’efficacia del DRS, in quanto con l’ala aperta, abbattendo la deportanza, il guadagno in termini di velocità sugli avversari è mediamente superiore. In aggiunta i due schemi sospensivi, pull-rod all’anteriore e push-rod al posteriore, “producono” una dinamica del veicolo nelle fasi di marcia capace di massimizzare l’escursione del fondo alle varie velocità.
Oggi Verstappen si è divertito. Ancora un volta la sua grande capacità di interpretare al meglio la Red Bull lo ha “reso immune” da qualsiasi attacco. Situazione dissimile per quanto concerne Sergio Perez. Il messicano originario di Guadalajara non ha sfruttato il potente mezzo tra le sue mani. Rispetto al tre volte campione del mondo di F1, infatti, ha sofferto alcuni scivolamenti al posteriore mostrando un degrado accentuato. Il passo non era pertanto all’altezza di Max, come d’altronde spesso succede. Circostanza patita maggiormente nella seconda parte della corsa, dove l’inefficienza al volante ha inibito la rimonta su Lando Norris.
McLaren a due facce. Oscar Piastri si deve accontentare dell’ottava piazza alle spalle di Fernando Alonso e George Russell. L’australiano sta fornendo prestazioni al di sotto delle sue possibilità, perdendo ampiamente la “battaglia” nel confronto con il compagno di squadra. Al contrario, oggi, il grande talento di Norris ha fatto tanta differenza. L’acume tattico del giovane britannico nasce nella giornata di ieri. L’inglese ha deciso di modificare l’assetto della sua MCL38, grazie al nuovo regolamento sul parco chiuso dello sprint week-end che, appunto, consente di ritoccare la vettura per la corsa domenicale.
Provvedimento lungimirante che ha cambiato volto alla monoposto numero 4 e ha consentito a Lando di potenziare il passo gara. Occasione sfruttata a meraviglia specie sulla Hard. Il primo stint con le Pirelli a banda gialla non era ottimale, infatti. Mentre con le gomme più dure Norris ha ottimizzato le performance sfruttando per altro le difficoltà suddette della Ferrari. Un peccato per la rossa visto che, facendo un rapido calcolo dati, quest’oggi la SF-24, nonostante tutto, era circa un decimo al giro più veloce. Rendimento rimasto inespresso e conseguente distacco alto dalla Red Bull.