F1, Ferrari si perde nei meandri del set-up: qualifica deficitaria

Le SF-24 avevano tutta l'intenzione di cambiare i piani rispetto a un venerdì fallimentare, ma dopo l'aggiornamento della Spagna qualcosa non funziona più. Sainz 7°, Leclerc si piazza 11°

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Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 6 Luglio 2024 18:41

Ferrari aveva tutta l’intenzione di cambiare i piani rispetto a un venerdì fallimentare. La SF-24, dopo l’aggiornamento della Spagna non funziona più. Detta così, pare quasi che l’upgrade catalano, con il nuovo fondo, le pance rifinite e l’ala posteriore da medio-alto carico, sia un vero e proprio flop. Questo è ciò che la pista ha dimostrato sino ad ora, poiché la validazione delle nuove componenti tuttavia latita. In questa F1 è sempre molto complicato far funzionare le novità. Mercedes ne sa qualcosa. Basti pensare alle prime gare del campionato, dove ogni modifica alla vettura non produceva lo step evolutivo desiderato. Nel venerdì inglese, la vettura italiana ha realizzato diverse prove comparative.

L’idea di base, studiata a tavolino all’interno della gestione sportiva prima di presentarsi A Silverstone, era quella di diversificare il pacchetto montato sulle monoposto per un confronto diretto. Così è stato. Entrambe le rosse hanno mostrato i soliti difetti: sovrasterzo a centro curva che limita la fase di accelerazione e mancanza endemica di carico dovuta principalmente alla scelta fatta al retrotreno. Ci riferiamo alla specifica da medio carico che di fatto è al di sotto del valore ottimale per il tracciato inglese. Fattore “dovuto”, perché installare più downforce significava aggravare la resistenza all’avanzamento, aspetto limitante che la scuderia italiana non è riuscito ancora a correggere.

La terza sessione di prove libere ha visto una sostanziale novità importante per Ferrari. Andava presa una decisione dopo gli studi realizzati nella notte al simulatore driver-in-the-loop, rimpinzato con tutte le informazioni raccolte dalle due differenti configurazioni. Il team italiano è tornato sui propri passi e ha deciso di togliere da entrambe le monoposto italiane gli upgrade montati di recente. Per molti la mossa è vista come una chiara sconfitta. Una resa momentanea che alimenta le polemiche su uno step affrettato e sbagliato. In realtà, anche tenendo presente le condizioni meteorologiche certamente non favorevoli, la storica scuderia di Maranello ha deciso di seguire la strada più conosciuta.

Versione precedente della vettura sulla quale il know-how è decisamente maggiore. Una manovra intelligente per ottimizzare il resto del fine settimana. Durante la terza e ultima sessione di prove libere, l’eccesso di rotazione in uscita ha comunque fatto la sua presenza sul fondo bagnato, anche se in misura minore. In inserimento, abbiamo notato una certa tendenza al sottosterzo, “curato” successivamente tramite le solite regolazioni con i manettini posti sul volante, relativi all’impianto frenante e al differenziale. Nota positiva le gomme: a quanto pare infatti, la finestra di funzionamento delle mescole non ha creato i soliti problemi di attivazione come nel recente passato, vedi Canada, impedendo di riflesso di accedere a un livello di grip corretto. Aspetto che andava confermato in qualifica…

F1, Ferrari carente nelle curve ad alta velocità di percorrenza

La prima parte della qualifica prende corpo con la pista ancora bagnata. Questo significa che le vetture calcano l’asfalto inglese con le Pirelli a banda verde, le gomme intermedie per intenderci. A margine del primo run la traiettoria dell’asfalto si asciuga, tanto che il così detto crossover per passare alle gomme slick si palesa. Ferrari è una delle prime a montare le gomme Soft che in questi casi dove l’asfalto è umido offre senza dubbio un’aderenza extra molto utile per ottimizzare il rendimento. Nemmeno il tempo di prendere confidenza con la pista e l’acqua torna però. A livello di guidabilitá le rosse non sono poi così male. Questo considerando che la tendenza all’eccesso di rotazione resta comunque, mentre in curva 5 un leggero sottosterzo si presenta.

Settore centrale della pista dove la vettura italiana palesa i limiti più grandi, specie alle Becketts. Si passa quindi il taglio verso la Q2 senza particolari entusiasmi. Quando si inizia a fare sul serio, nella seconda parte della qualifica del Gran Premo di Gran Bretagna, tutti i limiti della Ferrari vengono a galla. Le due rosse abbandonano la pit-lane con le gomme cerchiate di rosso. Il programma si è basato su due run distinti dove i ferraristi hanno cercato di dare il meglio. Tra i due senza dubbio Leclerc ha sofferto di più l’atteggiameto della SF-24, mentre Sainz, al contrario, ha mostrato un guida più accorta ed è stato capace di ottimizzare il pacchetto a disposizione malgrado le difficoltà.

Charles ha patito parecchio il sottosterzo nelle curve ad alta velocità di percorrenza, fattore dettato dai cambiamenti di set-up richiesti da lui stesso che però lo ha limitato parecchio. Monegasco che, alla fine dei conti, viene eliminato in Q2. Charles si “accontenta” dell’undicesima piazza assai scontento della vettura a disposizione. Ultima tranche della qualifica alla quale partecipa solo lo spagnolo. Carlos cerca di fare davvero il massimo ma alla fine non va oltre la settima piazza. Due run nella Q3 per lui, dove ancora una volta si palesa un certo sottosterzo nelle curve veloci nel T2, tratto del circuito dove prende la paga maggiore rispetto ai primi. Per concludere, possiamo dire che gli esperimenti non sembrano aver migliorato le cose. Idee un po’ troppo confuse del team italiano che a tratti pareva quasi andare un po’ a caso. Ancora una volta Ferrari si perde nei meandri della messa a punto e il potenziale dell’auto resta inespresso.