Archiviato il GP Azerbaijan dove a salire sul gradino più alto del podio fu Piastri, a Singapore Norris si riprende in mano la McLaren e sale sul gradino più alto del podio nella notte di Marina Bay. Il pilota inglese, che scattava dalla pole position, ha dato prova di grande maturità agonistica. Scatta al via, non sbaglia niente e si tiene dietro un cannibale che di nome fa Max e di cognome Verstappen.
Norris spinge e allunga sull’olandese portando il distacco a oltre venti secondi. È proprio in questi momenti che l’inglese è autore dell’unico errore di questo fine settimana: sfiora le barriere, torna ai box dove fanno un piccolo aggiustamento all’ala anteriore, riparte e vince. Alle spalle del pilota della McLaren ha massimizzato il risultato Max Verstappen, secondo, ora distante in classifica Piloti di 51 punti a sei GP dalla fine.
E i festeggiamenti per la McLaren non sono finiti qui. Sul gradino più basso del podio è salito il pilota #2 della scuderia inglese, Oscar Piastri, a dimostrazione di quanto sia stato efficace lo sviluppo portato avanti dal team diretto da Andrea Stella.
La Ferrari ci mette una pezza e cerca di rimediare ai danni commessi durante la sessione di qualifica facendo risalire i propri piloti in quinta e settima posizione.
Indice
McLaren
Era la favorita e non ha disatteso le attese. La McLaren vince con o senza l’ala posteriore montata a Baku. Ormai la scuderia britannica non è più una sorpresa ma oggi a essere promosso a pieni voti è stato anche Lando Norris.
Il pilota 24enne scatta dalla pole position, per la prima volta dall’inizio della stagione non si fa prendere la mano dalla pressione e non sbaglia niente. Alla prima curva Norris tiene la prima posizione con Verstappen costretto a mettersi negli scarichi dell’avversario.
La McLaren è imprendibile e il pilota inglese inizia ad inanellare una serie di giri veloci che lo portano ad avere un vantaggio consistente proprio sull’olandese della Red Bull. Norris ci ha messo il cuore, perde solamente il punto addizionale per il giro veloce proprio a fine corsa, “rubato” da Ricciardo (e bisognerà vedere quanto sarà fondamentale nella sfida Mondiale tra i due contendenti).
Una prestazione pressoché perfetta, macchiata solo dall’errore di Norris che, baciando il muro di Singapore, ha rischiato di chiudere anticipatamente i sogni della McLaren.
A rendere ancora più fantastico questo fine settimana ci ha pensato anche Oscar Piastri che, archiviata la vittoria di Baku, è salito sul gradino più basso del podio a Singapore. Scattato dalla quinta piazzola della griglia di partenza, l’australiano ha deciso di non prendere troppi rischi per portare a casa un bottino di punti importanti per il campionato Costruttori che vede la McLaren sempre più leader indiscussa.
Red Bull
La strada che separa la Red Bull dalla vittoria sembra essere ancora lunga. Eppure in ottica campionato, il secondo posto portato a casa da Verstappen oggi possiamo considerarlo una mezza vittoria. Il team di Milton Keynes non ha mai avuto troppa fortuna a Marina Bay e anche nell’edizione 2024 si trova a dover affrontare un fine settimana difficile. Verstappen sognava la vittoria a Singapore e invece deve accontentarsi della seconda posizione. Oro per l’olandese che, nonostante il distacco di venti secondi inflittogli dal pilota della McLaren tiene un notevole margine di vantaggio nel Mondiale Piloti proprio nei confronti di Norris.
Ma se Verstappen decide di limitare i danni (a questo punto a Norris non basterà vincere tutte le gare se il suo rivale gli arriva sempre alle spalle), Perez, dopo qualche gara dove sembrava aver ritrovato lo smalto di un tempo, torna a fare il Perez.
Scatta dalla tredicesima posizione e, sebbene entrambe le RB20 in qualifica abbiano sofferto a causa della poca aderenza, il messicano non riesce ad avvicinarsi al compagno di squadra che (ci tengo a sottolinearlo), con il medesimo problema porta la sua vettura in prima fila. Più del decimo posto Perez non riesce a portare a casa e ora, per la Red Bull il titolo Costruttori sembra essere sempre più lontano dalle mani del team di Milton Keynes. Brutta cosa per il 34enne: il suo futuro in Red Bull potrebbe dipendere proprio da questo fattore.
Mercedes
Se pensiamo a dove si trovava la Mercedes venerdì, possiamo dire che anche il team tedesco sia riuscito a mettere una pezza sul GP Singapore. Se da Hamilton, che partiva con gomme Soft, in partenza ci si sarebbe aspettato che riuscisse a passare almeno Verstappen ma fallisce miseramente, è Russell a tenere in alto i colori della scuderia. L’inglese, che chiude il GP Singapore in quarta posizione, è autore di una buona performance e raccoglie il massimo possibile oggi. Scatta bene e si mette subito all’inseguimento di Hamilton, passa il compagno di squadra e nel finale riesce a tenersi alle spalle un indiavolato Leclerc (anche grazie alla migliore trazione mostrata dalla W15) che dalla sua aveva un set di gomme meno usurate.
Non si può dire lo stesso di Hamilton che al via non riesce a sfruttare il vantaggio di mescola. Complice forse una strategia Mercedes non propriamente azzeccata, il sette volte Campione del Mondo scivola in classifica ed è costretto alla rimonta. Porta a termine una gara gestita come un “buon amministratore di condominio”, senza infamia e senza gloria, non all’altezza del suo talento. Il momento più duro? A fine corsa quando è costretto a subire il sorpasso da parte di Leclerc.
Ferrari
La posizione della Ferrari nelle pagelle è dovuta, non tanto a causa dei risultati portati a casa dagli alfieri della Rossa (buoni, in ogni caso) quanto dalla disastrosa qualifica disputata il sabato. Sebbene al venerdì la SF-24 sembrava trovarsi parecchio a suo agio per le strade di Marina Bay tra gli errori dei piloti e del box, il GP Singapore si è rivelato essere una montagna da scalare per Sainz e Leclerc.
Lo spagnolo e il monegasco, che partivano rispettivamente dalla decima e nona piazzola, hanno provato fin dallo spegnimento del semaforo a recuperare qualche posizione in partenza. Strategia azzeccata in casa Ferrari sia per Leclerc (5°), che nel finale arriva alle spalle di Russell ma non riesce a superarlo, sia per Sainz che, ci mette una pezza e riesce a risalire fino alla settima posizione. Non abbastanza per le ambizioni del Cavallino Rampante.
Aston Martin
La prima delle altre, potremo dire. Dopo qualche gara complessa, Aston Martin (forse anche complice l’annuncio dell’ingaggio di Newey per il prossimo anno) ha voluto far sapere a tutti di esserci. A Singapore, un tracciato tradizionalmente amato dai piloti, a fare la differenza è Alonso che, proprio a Marina Bay, ha già vinto in due occasioni. Lo spagnolo sa benissimo per quali posizioni la sua AMR24 può lottare.
Si mette in modalità “amministratore”, pensa ai punti da portare a casa e la prima parte della corsa la passa a guadare il retrotreno della Haas di Hulkenberg e chiude la corsa in ottava posizione. E ancora una volta fa la differenza su Stroll, 14esimo e troppo lontano tenendo conto di cosa è riuscito a fare il compagno di box.
Haas
Sarà anche uno dei piloti più “anziani” della griglia di partenza, l’unico (immeritatamente) che non ha mai avuto un’occasione in un top team. Eppure a ogni gara Nico Hulkenberg non finisce di stupire. Scatta dalla sesta posizione e con una macchina che di certo non si avvicina nemmeno per sbaglio alle migliori della griglia chiude la corsa tra i primi dieci portando a casa punti importanti.
Anche se gli manca il passo, fino al momento della sua sosta Hulkenberg si è tenuto dietro Alonso e Leclerc (mica due presi e messi lì a caso). Nel finale si tiene alle spalle la Red Bull di Perez e la differenza con Magnussen, che sbaglia, fora la gomma e si ritira, si vede tutta.
Williams
Finalmente la Williams corre con due piloti. Nonostante la gara di Albon sia finita dopo appena quindici giri a causa di un guasto tecnico, il team inglese può fare affidamento su Franco Colapinto che continua a stupire (e forse, arrivati a questo punto, a innervosire anche lo stesso Albon che finalmente si trova nel box un vero pilota).
Con la modestissima Williams l’argentino, alla sua terza gara in F1, chiude in undicesima posizione proprio a un passo dalla zona punti. Probabilmente a causa della poca esperienza in qualifica soffre di più e resta dietro al compagno di squadra, ma in gara è riuscito a recuperare posizioni arrivando fino alle spalle della Red Bull di Perez. Sono pronta a scommettere che il secondo sedile di Audi sarà suo.
Racing Bulls
Sembra quasi certo che il GP Singapore abbia segnato, per ora, la fine della carriera in F1 di Daniel Ricciardo. Sebbene ogni decisione sul futuro dell’australiano verrà presa solo domani, gli occhi lucidi e il viso cupo di The Honey Badger non sembrano lasciare speranze. Il 35enne porta a termine una gara opaca, l’ennesima, e il giro veloce stampato proprio a fine corsa suona sempre di più come il suo “canto del cigno”. Nonostante in classifica finisca, ancora una volta, lontanissimo dal buon Tsunoda, i tifosi salutano Ricciardo eleggendolo Driver of the Day in questo GP Singapore. L’unico che sorride veramente oggi in tutta questa situazione che sembra sempre più tragicomica è Verstappen, al quale Daniel con quel giro veloce strappato a Norris ha fatto davvero un grandissimo regalo. E Max lo sa.
Alpine
Saranno le difficoltà di questo anno, ma Alpine chiude il GP Singapore in maniera totalmente anonima. Non un guizzo da nessuno dei due piloti. Gasly, battuto da Ocon a Marina Bay, in particolar modo sembra non aver trovato il feeling giusto con la vettura.
Stake F1
Se Bottas non vuole lasciare il mondo della F1 deve fare molto di più. La Stake non è la Mercedes alla quale era abituato ma se Zhou cerca di far funzionare bene la baracca (e ci riesce tenendo conto che da ventesimo ha rimontato fino alla quindicesima posizione) mettendoci del suo, bisognerebbe capire perché il pilota finlandese non riesce a fare altrettanto finendo nuovamente dietro al compagno di squadra.