Galleria del vento a cielo aperto, questa la definizione migliore per la pista catalana. Il Gran Premio di Spagna, decimo appuntamento stagionale, offre diversi spunti di riflessione. Un circuito completo che annovera tra le sue caratteristiche diverse tipologie di curve. Questo significa che il compromesso aero meccanico necessario sarà importante e la messa a punto effettiva delle vetture di F1 potrà fare parecchio differenza. Il primo settore è composto da un chicane abbastanza rapida, dove l’anteriore solido è richiesto in fase di inserimento per portare tanta velocità all’apice. In uscita si affronta un curvone ad ampio raggio e in piena accelerazione, dove la forza laterale che le monoposto andranno a sviluppare saranno decisamente notevoli.
Il T2 della pista iberica prende il via attraverso un ulteriore curvone. Piega in appoggio dove però in questo caso la velocità di percorrenza è più bassa. Il tratto in questione sbocca alla 5, di fatto la zona più lenta del tracciato, dove si tende a sacrificare l’ingresso in quanto, nella fase di uscita, la capacità di scaricare a terra in modo efficace tutti i cavalli prodotti dalla power unit impera. Successivamente troviamo un allungo che raccorda alla chicane 7-8, molto rapida come esecuzione. È richiesta tanta agilità, dove il retrotreno dev’essere in grado di seguire l’anteriore grazie al giusto quantitativo di spinta verticale.
Curva 9 è molto rapida. Destrorsa, esige una stabilità della piattaforma aerodinamica assoluta. Anche in questo caso tanta downforce aiuterà non poco nella sua percorrenza. Si arriva così al secondo tratto rettilineo, dove si può utilizzare il DRS che porta alla violenta staccata della 10, teatro ipotetico per i sorpassi. Di media velocità, la quintultima piega del Montmelò impone un retrotreno inchiodato al piano di riferimento, più che necessario per offrire un grado di trazione ottimale. Si prosegue con un cambio di direzione, 11-12, dove si aggredisce il cordolo per tagliare la traiettoria, sino a concludere con due curve a velocità crescente che immettono sul rettifilo principale.
F1, GP Spagna: Ferrari ottimizza i punti forti della SF-24
Il team di Maranello arriva da un weekend di F1 disastroso. Montreal ha messo sotto i riflettori l’incapacità relativa all’utilizzo delle gomme. Fondo bagnato o meno, la SF-24 non è mai stata capace di attivare le mescole. Ne abbiamo parlato in dettaglio sulle nostre pagine, spiegando il perché Ferrari non era veloce in Canada. Un mix di fattori che hanno distrutto la prestazione della rossa. Per gran parte la ragione è dovuta al ciclo di isteresi dello penumatico che oltre a non immettere il giusto quantitativo di energia all’interno della carcassa, non era nemmeno capace, dopo diverse tornate, di centrare e mantenere la temperatura di esercizio ottimale.
È successo sia sul giro secco in qualifica che durante i long run con alto quantitativo di carburante a bordo. Un difetto che la rossa aveva già palesato, poiché di base, la SF24, scalda poco le gomme. Caratteristica voluta per amministrare l’overheating in gara e contenere il degrado. Proprio questa “indole” della vettura italiana sarà parecchio comoda in Spagna, perché la colonnina di mercurio sarà decisamente più alta di quella canadese. Senza contare l’abrasività dell’asfalto. Senza dubbio punti a favore dai quali il Cavallino Rampante cercherà di trarre il massimo profitto durante il fine settimana. C’è poi un altro elemento di cui Ferrari potrà beneficiare.
Ci riferiamo alla solidità dell’avantreno. Il così detto “forward balance” in termini tecnici. Caratteristica di base che consente alla rossa di entrare a cannone in curva e portare tanta velocità all’apice. I curvoni menzionati in precedenza reciteranno un ruolo cruciale nell’economia della tornata. Innanzi tutto serve tanta stabilità di carico che la rossa possiede. Secondo poi, sono pieghe che vanno a scaldare parecchio le gomme dove la Ferrari sarà in grado di mantenere a regime le temperature. Un aspetto che non va affatto sottostimato nella “costruzione” del giro, in quanto arrivare nel T3 in overheating, significherebbe non avere l’aderenza necessaria per spingere al massimo. Aspetto che pregiudica il riscontro cronometrico.
C’è poi il tema trazione. Le fasi di accelerazione sono buone per la Ferrari ma non al livello strepitoso di Red Bull. Per tale ragione il team ha cercato di minimizzare il gap sulla RB20 in merito a questo importante fondamentale. Lo ha fatto scegliendo una precisa strategia relativa all’utilizzo dell’energy recovery. Circa 160 cavalli generati dall’accoppiata MGHU-K (entalpia dei gas di scarico) e MHU-K (cinetica) che, utilizzati in gran parte in uscita dalle curve, consentono di ottimizzare appunto la trazione. Compito non facile però. Questo perché, un cospicuo quantitativo di questa energia, va spesa sulla retta principale per non incorrere nel clipping, fenomeno che prevede elettronicamente il taglio della potenza alla fine dei rettilinei abbassando le velocità di punta.
F1, GP Spagna: Ferrari aggiorna la SF-24 per puntare alla vittoria
Ferrari ha la chiara intenzione di spingere nel 2024. Sebbene non sia partita con l’obiettivo di vincere il mondiale, la storica scuderia italiana, cammin facendo, si è resa conto di avere qualche chance di lottare al vertice. Per questo, tramite un grande sforzo profuso nell’ultima settimana, il gruppo di tecnici capeggiati dal direttore tecnico Enrico Cardile, hanno deciso di anticipare al Montmelò gli aggiornamenti previsti per l’Inghilterra. Scelta coraggiosa e altresì intelligente, in quanto la pista spagnola è il banco di prova perfetto per validare gli upgrade. Novità principale che riguarda il pavimento della vettura. Questa macro componente è fondamentale per la generazione del carico “gratis”, poiché a differenza delle ali non produce deportanza e non intacca sull’efficienza dell’auto.
Update che in parte resteranno invisibili, dato che andranno a migliorare la qualità della massa fluida tramite modifiche al di sotto del pavimento. Novità che puntano a potenziare due elementi: alzare la spinta verticale della monoposto e al contempo avere un coefficiente di penetrazione aerodinamico effettivo. Il target mira ad allargare ulteriormente la finestra di messa a punto per fornire a piloti, tecnici e ingegneri, la possibilità di potenziare quanto possibile il rendimento della SF-24 tramite il set-up. In altre parole, sfruttare appieno tutte le potenzialità del veicolo e abbassare i riscontri cronometrici. Inoltre dovrebbero fare presenza ulteriori modifiche al corpo vettura per completare il pacchetto.
Le prime due sessioni di prove libere saranno utilizzate dalla rossa per la raccolta dati. Per questo non escludiamo un test comparativo per “toccare con mano” le differenze prestazionali all’interno del medesimo contesto competitivo. Certo è che Ferrari sta spingendo come non mai in questa stagione, anche grazie all’agilità operativa fortemente voluta da Vasseur. Il team principal francese ha inculcato un chiara mentalità all’interno del gruppo di lavoro, snellendo parecchio il “modus operandi” della scuderia. Frederic è convinto che la parentesi Canada sia ampiamente chiusa, ed è disposto a dimostrarlo con i fatti. La Ferrari c’è e in Spagna ha un unico e chiaro obiettivo: lottare per la vittoria.