GP Spagna, Ferrari sotto terra, Montecarlo è solo un ricordo: le pagelle

A Barcellona Verstappen vince e la Ferrari continua a deludere. La debacle del Canada non è stato un caso isolato: in Spagna si è vista la peggiore SF-14 dell'anno

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Eleonora Ottonello

esperta di Formula 1

Nata a Genova nel 1987, scrivo per passione. Nel quotidiano mi divido tra la vita di addetta alla vendita e quella di educatore cinofilo. Grande appassionata di Formula 1, nel 2007 iniziai a collaborare con svariati siti del settore. Inviata anche sul campo, niente mi fa esplodere il sorriso come vedere le monoposto sfrecciare sull'asfalto

Pubblicato: 24 Giugno 2024 08:31

Su una di quelle piste che, tradizionalmente, rappresentano una chiave di lettura molto importante per i team in previsione del prosieguo della stagione, a vincere il GP Spagna è stato ancora Max Verstappen con la Red Bull. Il pilota olandese, esattamente come successo a Imola e in Canada, ha fatto la differenza e ormai il pensiero iniziale che sia Max il valore aggiunto di questa RB20 è una conferma. Basti guardare dove si è dovuto arenare il povero Perez.

L’attuale Campione del Mondo di F1 è riuscito a tenersi stretto il suo primo posto dalla rimonta del solito Norris con la sua McLaren, sempre più vera anti Red Bull di questa stagione. E, sebbene alla vigilia era stata chiamata alla riscossa, l’appuntamento di Barcellona si è rivelato essere l’ennesima gara da dimenticare per la Ferrari. Il doppio zero portato a casa in Canada non è stato un caso isolato e la quinta e sesta posizione portata a casa nel GP Spagna rispettivamente da Leclerc davanti a Sainz ne è la conferma. La SF-14 mancava di passo, di velocità e non è mai stata in partita.

Mercedes

Se guardiamo da dove erano partiti quest’anno, nessuno avrebbe scommesso che dopo il GP Spagna, avrei posizionato la Mercedes in cima alle nostre pagelle. Dovendo fare una media di quanto fatto a Barcellona da entrambi i piloti del team, la prima posizione se l’è presa di diritto la scuderia guidata da Toto Wolff.

Lo avevano annunciato. In occasione del GP Spagna avrebbero portato novità importanti sulla propria vettura e quest’ultimi avrebbero segnato in maniera indelebile il prosieguo della stagione. La strada intrapresa dalla Mercedes sembra essere quella buona e la scuderia tedesca è riuscita a confermare il risultato già ottenuto in Canada. Se a Montreal è stato Russell a conquistare il terzo posto, al Montmelò il gradino più basso del podio è finito a Lewis Hamilton, che non chiudeva una corsa in terza posizione da dodici gare.

Al via la Mercedes ha dato subito spettacolo con Russell che, partito dalla seconda fila, sfruttando la bagarre tra Verstappen e Norris con un sorpasso all’esterno da leggenda riesce a superare l’olandese e il connazionale alla fine del rettilineo del via. Nonostante la leadership del pilota della Mercedes sia durata relativamente poco a fare la differenza nel finale è stata la scelta strategica del muretto Mercedes. Infatti, al 52esimo giro, Hamilton con gomme più morbide supera Russell, con la mescola più dura, e si prende la terza posizione. Guardando i miglioramenti della W15 e tenendo conto che manca ancora più di mezzo campionato da disputarsi… chissà se Hamilton arriverà a pentirsi di aver accettato le lusinghe della Ferrari per il 2025.

McLaren

Dopo dieci gare le forze in campo in questo campionato 2024 di F1 sono ufficialmente cambiate. Nonostante a vincere sia stato ancora Max Verstappen con la Red Bull, la McLaren è la vettura più forte sulla griglia di partenza. Da quando il team di Woking ha portato le prime novità in pista, la MCL38 ha veramente cambiato passo. E a dimostrarlo lo sono i tempi e la velocità sul giro della vettura inglese.

Esattamente come accaduto a Imola, se solo ci fossero stati da disputarsi pochi giri in più, Norris sarebbe arrivato a Verstappen. Il pilota inglese ormai non è più un outsider del podio e ci prova con ogni mezzo per rimontare e arrivare all’olandese della Red Bull. Ma per battere Verstappen bisogna essere perfetti… e su questo Lando ha ancora un po’ da lavorare. Ma se Norris chiude in seconda posizione sale sul podio c’è ancora un po’ da lavorare per Oscar Piastri. Il pilota australiano comincia a sentire la pressione, forse, di avere tra le mani una vettura vincente e soprattutto di ritrovarsi con un compagno di box ostinato come Norris. Con questa vettura chiudere il GP Spagna in settima posizione non è accettabile.

Red Bull

Qualcuno penserà: perché, se ha vinto Verstappen la Red Bull occupa solo la terza posizione in queste pagelle? Semplice: perché, nonostante il trionfo dell’olandese la vera RB20 non è quella di Verstappen. Per essere più corretti dobbiamo dire che è l’olandese a fare la differenza (e per dare credito a queste parole guardate dove è arrivato Perez). Rispetto a inizio stagione, quando le prime due posizioni di ogni sessione erano occupate dai piloti del team di Milton Keynes, la lotta per la vittoria è più aperta che mai.

Anche i distacchi non sono così più abissali come un tempo. Esattamente come era successo a Imola (e in un certo senso anche in Canada), anche quella di Barcellona è stata la vittoria di Max Verstappen più che della Red Bull. L’olandese, che al via ha perso la leadership della gara, in appena tre giri si è ripreso la prima posizione e non l’ha più mollata. Lucido, costante, freddo e sempre concentrato. Nonostante sembrasse che le gomme non funzionassero forse come avrebbe desiderato, Verstappen è riuscito a vincere la corsa mentre il suo compagno di squadra, sulla stessa vettura, non è riuscito ad andare oltre l’ottava posizione.

Ferrari

A.A.A Cavallino Rampante cercasi. Nonostante si trattasse di un tracciato anomalo, sembrava proprio che dopo la vittoria di Monaco la Ferrari avesse le carte giuste in mano per lottare alla pari con la Red Bull. Ma dopo il trionfo del monegasco nel Principato, la Ferrari si è letteralmente persa per strada. E questo è un argomento che già avevamo anticipato nell’anteprima del GP Spagna.

Dopo la debacle del Canada era importante per la Ferrari dimostrare di saper reagire, ma non sono stati capaci di farlo. Con l’arrivo di Vasseur a Maranello si pensava che il Cavallino Rampante, forse, avrebbe adottato la mentalità vincente del team principal francese eppure c’è qualche ingranaggio che sembra ancora far fatica a entrare nell’ottica della F1 moderna.

Facciamo un passo indietro di quindi anni. Correva l’anno 2008 quando la Ferrari vinceva per l’ultima volta un titolo Mondiale. E proprio in quell’inverno il Circus decise di dare un taglio ai costi sempre più elevati anche abolendo i test in-season, costosissimi e difficili da sostenere per le scuderie medio-piccole. Sarà un caso, ma da quella stagione la Rossa, nonostante i cambi di regolamento che si sono susseguiti, non è più riuscita a tornare sul tetto del mondo e anche quando parte bene finisce peggio.

La Ferrari non ne ha nemmeno nel GP Spagna dove non riesce a salire sul podio
Fonte: Getty Images
Leclerc e Sainz sono stati protagonisti di una lotta interna nei primi giri per fortuna senza gravi conseguenze

Eppure, almeno in questo 2024, uno dei più grossi problemi che la Ferrari è costretta ad affrontare arriva dall’interno, dalla lotta tra i due piloti. Dopo nemmeno tre giri le SF-14 di Leclerc e Sainz si buttano in una lotta fratricida che, si capisce subito, non avrebbe portato a niente di buono. Una lotta tra poveri che, se per il monegasco non era necessaria e nemmeno menzionata tra i patti pre-gara, per lo spagnolo, che stava correndo il GP di casa e che è ancora in cerca di un sedile per il 2025 è di vitale importanza. Qui, però, non è colpa né di uno né dell’altro, semplicemente del management della Rossa che, avendo annunciato l’arrivo di Hamilton a gennaio, si trova a correre con un pilota che invece di essere un alleato corre da separato in casa. A parte ciò, nel GP Spagna la Ferrari non è mai stata in gara per giocarsela coi migliori.

Pensare a dove era un mese fa il Cavallino Rampante (vincitore in Australia, a Montecarlo e seconda forza del campionato) e a dove è ora è desolante. Serve un cambio di rotta. Non sarà utile per lottare con Red Bull e McLaren, nella sfida per la vittoria in campionato ma per risollevare la testa e scrollarsi la polvere dalle spalle sì. Del resto la Ferrari è ancora seconda nel Mondiale Costruttori con la Mercedes che inizia a essere sempre più incalzante.

Alpine

Che sia bastato solo l’annuncio del ritorno a pieno titolo di Briatore in Alpine? A differenza della Ferrari la scuderia francese ha confermato quanto di buono ha fatto vedere in Canada chiudendo con entrambi i suoi piloti in zona punti. Se Gasly, che a lungo ha occupato la settima posizione, ha terminato il GP Spagna al nono posto, Ocon si è preso la decima posizione.
Se pensiamo che appena pochissime gare fa Alpine sembrava essere il fanalino di coda della griglia di partenza e ora invece, sembrano aver dimostrato di poter stare saldamente in top ten, il miglioramento è indubbio e c’è stato. Unico rammarico per i francese è il pit stop di Gasly al quindicesimo giro dove, a causa di un problema durante la sosta, il pilota 28enne ha perso tempo prezioso e sicuramente un paio di posizioni.

Stake F1 Team

La Stake F1 non si conferma in penultima posizione nelle nostre pagelle solo grazie al risveglio di Zhou. Il pilota cinese, che nelle ultime gare le ha prese sonoramente dal non più giovanissimo Bottas, è autore di una buona gara. Chiude la corsa in tredicesima posizione e grazie a una strategia vincente finisce davanti al compagno di box.

Haas

Nonostante gli errori di entrambi i piloti, io continuo a chiedermi, gara dopo gara, perché nessuno dei top team abbia mai voluto dare un’opportunità a Nico Hulkenberg. Anche a Barcellona è il tedesco che tiene in alto il nome della Haas. Nonostante la penalità per aver superato il limite di velocità in corsia box riesce a portare a termine una gara solida arrivando ai margini della zona punti in undicesima posizione.
Situazione completamente differente per Magnussen. Se non fosse per la partenza anticipata che, esattamente come è stato per Hulkenberg, lo porta a beccarsi una penalizzazione. Il danese, 17esimo a fine gara, non è mai in corsa e soprattutto le prende (ancora) sonoramente dal compagno di squadra.

Aston Martin

Dopo un 2023 mostruoso (nel vero senso del termine) dove Aston Martin è riuscita quasi a sopravanzare la Ferrari, a distanza di nemmeno dodici mesi la scuderia inglese è un oggetto in cerca di identificazione. Sì, avete letto bene. Perché alterna gare buone, gare meno buone ed exploit che fanno credere agli appassionati che forse Aston Martin sia tornata. I miracoli non si fanno con la AMR24. È nata male e cresciuta peggio. Ogni tanto qualche guizzo c’è sempre col solito Alonso ma anche il pilota spagnolo ha i suoi limiti. E non c’è da stupirsi che Lance Stroll (il figlio, non il padre proprietario del team) sia disposto a mettersi a piangere e a battere i piedi per terra chiedendo a gran voce al “papino” di mettere in campo tutti i soldi possibili per ingaggiare Adrian Newey.

Williams

Domenica incolore per la Williams e per Albon che, a differenza di altre occasioni, è protagonista di una domenica stile Sargeant. In una gara dove nessun pilota si ritira, è l’anglo-tailandese l’unico a commettere un’escursione nella ghiaia (fortunatamente senza conseguenze). Nonostante ciò è sempre il buon Alex a tenere a galla la scuderia inglese (Sargeant è stato l’unico pilota doppiato due volte).

Racing Bulls

Nonostante non sia una delle squadre più in luce del momento c’era grandissima attesa in Spagna per le Racing Bulls. La scuderia faentina proprio qui a Barcellona ha portato uno dei pacchetti più consistenti di aggiornamenti che, dispiace per loro, non hanno portato i risultati sperati. Invece di aver apportato dei miglioramenti, la VCARB 01 è peggiorata. Unico spiraglio di luce in questo buio? La 15esima posizione di Ricciardo che, finalmente, riesce a battere il povero Tsunoda fermo in 19esima posizione. Mai in partita per qualcosa di interessante.