Il round numero 19 della F1 2024 sta per arrivare all’atto finale. Fine settimana dove è andata in onda per la quarta volta in stagione la Sprint Race. Il particolare format rende tutto più complicato. Liberty Media ha studiato molto bene le cose, per favorire uno spettacolo che altrimenti non farebbe presenza. Grazie alla mini gara da 100 km abbiamo messo da parte i primi riferimenti in merito al valore delle auto con più benzina a bordo. I dati raccolti non possono essere definiti affidabili al 100%, ma senza dubbio ci offrono uno spunto di riflessione interessante. Anche se parliamo di un solo stint, dove il carburante era circa un terzo di quello che è stato imbarcato in gara, la rossa aveva offerto buone sensazioni. Restava l’incognita della gomma Hard che nessuno aveva testato.
Con solo sessanta minuti a disposizione, infatti, durante le Fp1 le scuderie hanno preferito concentrarsi sulla messa a punto delle vetture. Set-up che Ferrari ha ritoccato prima della seconda qualifica per fornire un bilanciamento migliore che, anche in gara, potesse tenere conto dell’importanza del consumo gomme. Il degrado nella F1 Sprint per è stato negativo. Questo significa che, con il passare delle tornate, il passo è progressivamente migliorato senza patire un decadimento prestazionale dovuto al consumo delle coperture Pirelli. Il percorso di Austin è una pista “front limited” che mette in forte difficoltà gli pneumatici che “abitano” l’avantreno delle monoposto.
A differenza della McLaren, però, le due vetture italiane hanno saputo gestire molto bene gli pneumatici nella Sprint Race, mantenendo in media un passo praticamente identico a quello del tre volte campione del mondo di F1. La volontà del team di Maranello era chiara: gettarsi nella mischia e lottare per vincere. Ci voleva provare la Ferrari, che in questo fine settimana ha mostrato segnali positivi e alcuni limiti ancora presenti. Ci riferiamo a una certa instabilità di marcia nel primo settore sul giro secco, tratto della pista dove è presente lo “snake” ispirato al circuito di Suzuka. Parliamo di una serie di curvoni in rapida successione con repentini cambi di traiettoria. L’ultima versione del fondo ha conferito alla rossa performance maggiori, ma tuttavia non hanno garantito la totalità dello step prestazionale previsto quando in configurazione di qualifica.
Questo fattore è pesato parecchio nella Q3, mentre in gara ha un’importanza minore. Il perché è presto detto: nella prima parte della corsa, la necessità di gestire le gomme costringe i piloti ad abbassare le velocità a centro curva, specie in tratti del genere. Per questo l’handicap della rossa, almeno per i primi due terzi della gara doveva essere quasi nullo. Questa la teoria, che come sempre doveva attendere la conferma Der fatti. Verstappen partiva da favorito e Lando Norris, primo inseguitore dell’olandese, doveva cercare in ogni modo di batterlo per erodere il vantaggio che Max può vantare ai danni del britannico. Questa la premessa di un Gran Premio che potenzialmente poteva offrire diversi spunti di analisi interessanti.
F1, GP Stati Uniti 20204: Ferrari ha un gran passo e gestisce le gomme alla perfezione
E in effetti lo spettacolo non è mancato. Sin dalla partenza abbiamo assistito a una gara super. La lotta tra Verstappen e Norris in curva 1 va a beneficio di Leclerc. Il monegasco produce uno stacco frizione ottimale e, approfittando del corpo a corpo suddetto, infila i due all’interno di curva 1. Anche Sainz è bravo a mettere dietro Norris e posizionarsi in scia al tre volte campione del mondo di F1. Mentre Charles cerca di fare il vuoto, lo spagnolo si incolla agli scarichi della Red Bull numero 1. Dopo un paio di tentativi per superare la Red Bull, l’iberico soffre un piccolo problema al software che, fortunatamente, si risolve con un paio di stringhe alfanumeriche inserite tramite i comandi al volante.
In pratica mancava potenza in trazione nelle curve lente. Da lì in poi Sainz resta dietro al talento di Hasselt cercando di studiare la situazione. Il muretto box sceglie di fregare la seconda piazza all’olandese tramite la strategia dei pit-stop, avendo capito che il passo delle SF-24 era superiore quest’oggi. E così, mentre Leclerc in maniera progressiva creava un “cuscinetto” di tempo per gestire la corsa, al passaggio numero 22 la Ferrari richiama in pit-lane il madrileño. L’intento era semplice: realizzare l’undercut sull’attuale leader del campionato. L’operazione va a segno con facilità, con il prossimo pilota della Williams che si aggiudica la seconda piazza dopo la sosta di Max.
Il cambio gomme del monegasco arriva 5 tornate più tardi. Il ritmo della numero 16 era talmente buono che prolungare lo stint era piuttosto scontato. Il passo con le Hard ha rispecchiato in tutto e per tutto quello delle gomme Medium, mescole con le quali le vetture modenesi hanno preso il via della gara. A livello tecnico abbiamo visto una Ferrari davvero in palla. L’handling delle SF-24 era molto pulito e, come previsto, il limite nei curvoni veloci è stato azzerato dal carico di carburante. Per quanto concerne il degrado, i dati raccolti nella Sprint Race sono confermati. Non solo il consumo rispecchiava il margine previsto, ma addirittura era migliore di quello studiato con le gambe sotto il tavolo.
Se osserviamo il passo dei top team, va detto che la rossa in versione gara aveva qualcosa in più. Uno dei fattori determinanti che ha permesso alla Ferrari di vincere con scioltezza riguarda la capacità della SF-24 di stabilizzare le temperature sulla superficie e all’interno della carcassa dello pneumatico. Far lavorare i compound in maniera costante era la chiave per mantenere un passo inarrivabile per gli avversari. Inoltre, il team italiano ha centrato il compromesso aero-meccanico della vettura, specie dopo l’ultimo ritocco realizzato prima della qualifica. Una mossa che ha fornito ancora più feeling ai piloti, stabilizzando ulteriormente la piattaforma aerodinamica dell’auto.
Un lavoro perfetto della storica scuderia che, con merito, mette a segno una doppietta storica negli Stati Uniti d’America. Il mondiale costruttori resta vivo. Con cinque gare ancora da disputare, Ferrari si trova in scia alla Red Bull con solo 8 lunghezze da recuperare. Mentre sono 48 i punti di distacco da una McLaren che resta con il favore del pronostico per la vittoria finale. In ultima istanza, un commento sui recenti update della rossa. Si attendeva la pista texana per avere riscontri più probanti in merito agli aggiornamenti. Oggi, possiamo dire che il lavoro svolto dopo l’abbandono di Enrico Cardile funziona. Restano dei passi avanti da fare sul tema gomme quando si parla di giro lanciato. Step che potrebbe far volare la rossa più in alto di quanto si possa pensare…