Sono sette i vincitori diversi di questi primi tredici GP del 2024, e oggi, all’Hungaroring se ne è aggiunto un altro alla lista. Oscar Piastri con la McLaren ha vinto il GP Ungheria 2024, la prima della sua carriera in F1. Sebbene per alcuni sarebbe più indicato dire che la vittoria sia stata ceduta all’australiano da Lando Norris proprio nelle fasi finali della corsa, la McLaren si porta a casa una doppietta storica che di fatto la riporta in corsa per i Mondiali.
Sul podio, oltre ai due ragazzi terribili del team di Woking è salito ancora Lewis Hamilton con la sua Mercedes che, dopo la vittoria a Silverstone, in Ungheria è tornato ad assaporare le “bollicine”. Gara senza infamia e senza lode per la Ferrari che, rispetto alle ultime gare, per lo meno è riuscita a far finire a punti entrambi i piloti del Cavallino Rampante rispettivamente con Leclerc in quarta posizione e Sainz sesto.
Indice
McLaren
Le McLaren partivano dalla prima fila della griglia di partenza e avevano tra le mani un’occasione ghiotta che però hanno rischiato di mandare all’aria. Oggi, l’unica cosa che poteva impedire alla scuderia di Woking di portarsi a casa la prima doppietta della stagione poteva essere solo la McLaren (e ci sono andati vicini… bisogna dirlo). A vincere il GP Ungheria è stato Oscar Piastri che all’Hungaroring coglie la prima vittoria in carriera.
L’ottima partenza e la bellissima staccata in curva 1 lo portano subito in prima posizione. Più in difficoltà, invece, è sembrato il suo compagno di squadra che allo start si perde. Dopo il cambio gomme Piastri si ritrova alle spalle di Norris a causa dell’ennesima strategia errata da parte della McLaren ma dal muretto chiedono all’inglese di cedere la posizione all’australiano, nonostante Norris ne avesse nettamente di più.
Sinceramente, credo che la maggior parte dei tifosi di F1 siano rimasti un po’ delusi dall’atteggiamento del pilota inglese della McLaren. Si comporta da “dipendente del mese”, accetta la richiesta di cedere la posizione ma lo fa platealmente a due giri dalla conclusione.
Mi sarei aspettata un Norris più cattivo, più affamato. Un po’ come, agli arbori della sua carriera fece Verstappen. Sbaglia tutto in questo senso. Se avesse fatto passare subito Piastri, avrebbe avuto una ventina di giri per attaccarlo e sperare di superarlo, invece così getta nelle ortiche una “probabile” vittoria. La delusione gliela si legge tutta in faccia e deve solo sperare che a fine campionato, non siano poi così fondamentali quei sette punti (e tutti gli altri che Norris si è lasciato alle spalle).
Ferrari
Nonostante la Ferrari non sia nemmeno finita sul podio, il Cavallino Rampante torna a rivedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Effettivamente le cose non erano cominciate bene per la Rossa prima con l’incidente di Leclerc nelle FP2 e poi con la qualifica, dove il monegasco ancora una volta è finito alle spalle di Sainz.
E invece in gara la SF-24 ha dato sfoggio della miglior vettura vista in pista da inizio giugno ad oggi. La monoposto è riuscita a dimostrare un discreto passo, soprattutto nello stint con gomma dura con Leclerc. Il monegasco chiude il GP Ungheria in quarta posizione (il massimo oggi), approfittando dell’incidente tra Hamilton e Verstappen. Per alcuni sarà poco ma tenendo conto di come sono andate le cose finora è sicuramente un risultato importante per tirare su il morale.
Gara più incolore quella di Sainz. Nonostante sia venerdì che sabato sia stato più bravo di Leclerc, in gara la sua posizione si complica fin dalla partenza dove è autore di uno start poco brillante. Da quel momento il suo ritmo non si avvicina, nemmeno per scherzo, a quello di Leclerc. Più del sesto posto non poteva fare.
Mercedes
La Mercedes finisce alle spalle della Ferrari solo per l’ottavo posto di Russell che, su una pista come quella dell’Hungaroring dove è difficilissimo sorpassare, getta nel fango le sue possibilità di lottare per il podio già dalle qualifiche dove, per un errore esce già in Q1 e scatta dalla 17esima posizione. Un vero peccato, soprattutto tenendo conto di cosa avrebbe potuto fare vedendo cosa è riuscito a mettere assieme Sir. Lewis Hamilton.
La vittoria inattesa di Silverstone ha sicuramente riacceso il fuoco dentro al sette volte Campione del Mondo di F1. Il baronetto si porta a casa un meritato podio, il 200esimo della sua carriera, disputa una gara solida superando fin da subito la Ferrari al via. Ma soprattutto è protagonista di un vero corpo a corpo con Max Verstappen. Hamilton riesce a battere l’olandese mandandolo su tutte le furie. Il contatto nel finale col pilota della Red Bull avrebbe potuto compromettere la bella gara dell’inglese che però sale comunque sul podio. Vedere Hamilton, dopo anni di sconfitte, tornare a lottare per le posizioni che contano e in questa forma smagliante è sicuramente una delle cose migliori che ci ha regalato la F1 in questo 2024.
Red Bull
Da quando si è persa la bacchetta magica in qualche anfratto all’interno della factory di Milton Keynes, proprio non ci siamo. In Ungheria credo di aver visto la versione più brutta di Max Verstappen. Anche se la RB20 non è più ai livelli di dominatrice di inizio stagione, l’olandese ha sempre tenuto a galla la baracca. Oggi no. Voleva vincere ma per riuscirci doveva fare un miracolo in partenza. Al che, complice anche una strategia non proprio ottimale, nel finale di corsa spera almeno di agguantare il podio. Ma anche lì gli va male.
Max Verstappen ha un brutto difetto. Tendenzialmente quando vede Hamilton dà di matto, un po’ come i tori quando vedono una bandiera rossa. L’olandese vede l’inglese davanti a sé e nel tentativo di strappargli la terza posizione, esagera e sbaglia. Tanto da perdere anche il quarto posto andato a Leclerc.
Sarà che la RB20 non è più un missile, che la McLaren inizia a fare paura e che la sua leadership nel Mondiale non è più così scontata, ma in queste ultime gare abbiamo cominciato a vedere un po’ troppi errori da parte di Verstappen, che non sono da lui.
E anche l’altra parte del box non è che abbia di che ridere. Nonostante la buona rimonta di Perez dopo il brutto errore in qualifica, arriva fino alla zona punti, fino alla settima posizione. Anche se in mano il messicano ha il rinnovo, Spa assomiglia sempre di più all’ultima spiaggia. Soprattutto avendo nel team satellite Tsunoda che, a suon buone prestazioni, sembra si stia conquistando la fiducia di Marko & Co.
Racing Bulls
Tsunoda è la conferma della Racing Bulls. Anche in Ungheria va a punti e riesce a mettersi alle spalle il compagno, Ricciardo. Veloce, costante, sicuramente è stato agevolato dalla strategia. Ma il giapponese sembra migliorare gara dopo gara e se non fosse per lui, la Racing Bulls non si troverebbe al sesto posto nel Campionato Costruttori.
Aston Martin
Niente. Se Fernando Alonso è ufficialmente diventato un oggetto non identificato sembra che Stroll una volta strappato il rinnovo contrattuale con Aston Martin (che sempre di papà è) abbia trovato la motivazione giusta per mettersi sempre lo spagnolo alle spalle fin dalle prime sessioni del venerdì. Ormai non è più una notizia, ma una conferma.
Haas
Gara incolore per la Haas. Sarà che ormai Magnussen vivrà questa seconda parte da separato il casa (ricordiamo che non è stato confermato dalla scuderia americana), ma il danese non fa niente per migliorare la sua posizione. Hulkenberg, invece, ci prova. Ma è obbligato a fermarsi in tredicesima posizione.
Stake F1
Se finalmente Bottas riesce a portare a termine una gara decorosa (16esimo a fine gara), non possiamo dimenticare che con questa monoposto può fare ben poco. Ennesimo GP sottotono per Zhou, che proprio nella prima parte dell’anno ha bastonato in più occasioni il compagno di squadra.
Williams
Ci sono piste in cui emerge maggiormente il talento dei piloti. Su questa non in particolar modo. E così il sempre generoso Albon è costretto ad arenarsi in 14esima posizione, rimanendo sempre il migliore dei piloti Williams.
A dispetto di quello che si potrebbe pensare nemmeno Sargeant sfigura. All’Hungaroring l’americano riesce a mettersi alle spalle la bellezza di due piloti (non teniamo conto di Gasly he si è ritirato).
Alpine
Signori e signore, l’effetto Briatore per il suo arrivo in Alpine sembra già essere svanito. Più effimero della vita di una farfalla. La gara di Ocon e Gasly è compromessa fin dal sabato, quando un errore strategico tiene ai box entrambi i piloti e li fa uscire già in Q1. Per finire degnamente il compito, solamente Ocon arriva al traguardo della corsa. Ma in 18esima posizione.