Manca poco più di una settimana al ritorno in pista della F1, anche in assenza di gare, il Circus non è stato in silenzio. Se il campionato, dando un veloce sguardo alle classifiche, ha sempre più l’impronta di Max Verstappen e della Red Bull, non tutti i piloti se la stanno passando bene come l’olandese.
Ok. Anche se gli assi del volante e gli addetti ai lavori hanno potuto ricaricare le pile nelle scorse settimane c’è qualcuno che, quando suonerà la campanella del lavoro, indubbiamente si metterà in macchina con più preoccupazioni rispetto agli altri. Soprattutto in chiave futura. Alle volte non basta correre nello stesso team dell’attuale campione del mondo per essere riconosciuto universalmente come un pilota vincente.
Questo lo sa bene, ad esempio, Sergio Perez che, nonostante il sedile in Red Bull abbiamo dovuto inserire tra i bocciati di questa prima metà stagione. E tenendo conto della politica di Marko & Co., di cambiare piloti come fossero post-it, fossi nel messicano non starei così tranquilla.
Ma Perez non è l’unico finito nella black-list. Scopriamo assieme chi sono stati i bocciati di questa prima metà di stagione 2023 di F1 (secondo me, ovviamente).
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Sergio Perez
C’è chi penserà che qui si stiano dando i numeri. Il pilota messicano della Red Bull è secondo nel Mondiale Piloti con 189 punti all’attivo. Peccato che accusi un ritardo di 125 lunghezze dal leader della classifica, quel Max Verstappen, che non solo è il suo compagno di squadra ma guida anche la stessa vettura.
Nonostante le parole di circostanza di inizio stagione in cui affermava a gran voce di poter non solo battere l’olandese, ma puntare anche al titolo iridato, Perez fa quello per il quale è stato assunto: il pilota numero due, la ruota di scorta. Senza infamia, senza gloria e con buona pace delle sue ambizioni iridate.
Spesso riesce a piazzarsi alle spalle del compagno di squadra (e vorrei vedere tenendo conto dell’astronave che guida) ma la distanza tra i due, quasi sempre, è spropositata. Ma ad accreditare questa bocciatura sono stati i numerosissimi errori in qualifica dei quali si è reso protagonista e l’incapacità di tenere il passo gara di Verstappen. Qualche lampo nel corso della stagione e le vittorie ottenute a Jeddah e a Baku, non sono sufficienti per una sua promozione. LONTANO
Pierre Gasly
I risultati ottenuti quest’anno dal pilota francese con l’Alpine danno una chiara immagine di cosa Gasly e la scuderia transalpina stiano vivendo: sopravvivono a metà griglia. Tenendo conto delle prestazioni viste in AlphaTauri, forse siamo rimasti delusi perché ci si sarebbe aspettato di più dal 27enne. Forse Gasly deve semplicemente finire di prendere confidenza con Alpine.
Non si sta dicendo che il 2023 del francese sia tutto da buttare via. Il terzo posto conquistato nella Sprint Race a Spa deve servire come iniezione di fiducia per Gasly e il team, esattamente come l’ottimo fine settimana del GP Miami dove, scattando dalla quinta posizione, è riuscito a chiudere la gara al nono posto, andando a punti. In questo momento il pilota transalpino si trova dietro a Ocon: sia nel confronto in qualifica, sia in quello in gara, sia nella classifica piloti dove Gasly è distaccato di tredici punti rispetto al suo compagno di squadra. Gli serve solo del tempo e probabilmente la seconda parte di campionato sarà più convincente della prima. SOPRAVVISSUTO
Valtteri Bottas
È davanti al meno esperto Guanyu Zhou, suo compagno di squadra, di appena un punto. E anche se l’Alfa Romeo non è un fulmine di guerra, il fatto che il pilota cinese riesca a gestire la C43 con molta più semplicità rispetto al finlandese dovrebbe, per me, far scattare qualche allarme nella testa di Valtteri Bottas. L’ex pilota della Mercedes non può fare molto e nemmeno sembra avere quasi la voglia di provarci.
Nonostante l’evidente scetticismo riposto nella sua monoposto (e forse anche nel team), non si può dire che tutta la stagione del finlandese sia da dimenticare. Non sono state poche, infatti, le gare condizionate da fattori che andavano oltre il pilota. Forse proprio questo aspetto rende così difficile valutare la stagione corsa, finora, da parte di Bottas.
Il 33enne però, a differenza degli anni trascorsi in Mercedes, sembrerebbe accusare meno la pressione, tanto da vivere la stagione di F1 senza farsi troppi problemi. E soprattutto attendendo speranzoso il momento in cui Audi rileverà il team. SMARRITO
Nick de Vries
Stando a quanto si scriveva di lui, prima dell’avvio del Mondiale 2023 di F1, avrebbe dovuto essere la vera rivelazione della griglia di partenza. Il suo problema è stato passare dalla “grande rivelazione” alla “grande delusione” dopo soli dieci GP.
Ma Nick de Vries non ha colpe sotto questo punto di vista. Il 28enne è solamente l’ennesimo “agnello” sacrificato da Marko & Co.
Anche se probabilmente il rendimento non è stato all’altezza delle aspettative create è pressoché impossibile giudicare le effettive capacità di un debuttante, un rookie, in appena dieci GP. Ma la politica Red Bull-AlphaTauri è questa.
Se avesse potuto continuare a correre sicuramente le sue prestazioni sarebbero migliorate. Forse, Marko & Co. si aspettavano che l’olandese stesse costantemente davanti a Tsunoda. Così non è stato e non ci hanno pensato qualche minuto in più a silurare de Vries per lasciare spazio a Ricciardo (e ora, abbiamo capito tutto perché Honey Badger ha preferito fare il terzo pilota in Red Bull piuttosto che prendersi un anno sabatico).
Dispiace. Per il poco tempo concessogli e perché con una monoposto così carente tra le mani non è riuscito a far vedere tutto il suo potenziale. Dispiace perché Nick de Vries è stato fatto fuori dalla F1 dopo soli dieci GP, con il 12esimo posto di Monaco come miglior risultato stagionale. Per l’olandese sarà difficile tornare in F1, trovare un altro sedile. Ma sembra essere qualcosa al quale de Vries non stia pensando più di tanto visto che a settembre comincerà un corso nella prestigiosa università statunitense di Harvard. RIPUDIATO
Logan Sargeant
Non ha disposizione una monoposto performante… ma se guardiamo quello che è riuscito a fare Albon, è un po’ come se si stesse parlando dei piloti Red Bull: la differenza si vede eccome. La Williams crede molto in questo giovane statunitense e ha investito su di lui. Nel 2022 lo ha messo in pista in ben quattro occasioni nelle prove libere, per fargli ottenere la superlicenza e poterlo schierare come titolare nel 2023. Ma per ora i risultati, se così li vogliamo definire, tardano ad arrivare.
Dopo dodici GP, Albon è riuscito a mettere assieme la bellezza di 11 punti, Sargeant 0. Solo de Vries (che è stato silurato) e Ricciardo (che ha corso appena due gare quest’anno) non sono riusciti a ottenere nemmeno un punto. Non deve essere facile debuttare in F1 su una monoposto come la Williams e tanto meno con un compagno di squadra veloce e determinato, come Albon.
Non è certamente uno dei peggiori piloti visti in pista negli ultimi anni, lo statunitense ha sicuramente bisogno di prendere confidenza con questa F1. Mai è riuscito a mettere assieme un weekend produttivo sia per quanto riguarda le qualifiche sia per la gara. Qualche segnale di ripresa c’è stato e Sargeant lo sa meglio di tutti noi: il suo futuro nella massima serie automobilistica dipende solo da lui. RITARDATARIO