Possiamo dire che la stagione 2024 di F1 è ufficialmente entrata nel suo vivo. Se sabato si correrà già il primo Gran Premio del campionato, i motori sono tornati a rombare in Bahrain per gli unici tre giorni di test disponibili dell’intera annata. Nonostante alcune scuderie sicuramente abbiano giocato a nascondino, guardando alle prestazioni pure, il divario tra i team si è accorciato. Le uniche vere certezze sono la Red Bull e Max Verstappen che, anche nel 2024 saranno ancora la coppia da battere.
Una delle grandi incognite è rappresentata, per la gioia dei tifosi della Rossa, dalla Ferrari. La SF-24, rispetto alla monoposto dello scorso anno, è migliorata notevolmente, più guidabile per i piloti e che, sembra essere nata davvero sotto una buona stella. Non a caso, proprio in occasione dell’ultima giornata in Bahrain, è stata la Ferrari a brillare. Charles Leclerc è riuscito a stampare il miglior giro assoluto di questa tre giorni col tempo di 1’30”322, ben quattro decimi più veloce della Red Bull di Max Verstappen. Ma bando alle ciance e passiamo ai fatti: i top e flop dei test del Bahrain di F1.
Indice
TOP
La Red Bull continua a fare la Red Bull
In occasione della presentazione della monoposto di Milton Keynes, in tanti storsero il naso a causa di un concept che, all’apparenza, sembrava aver tagliato i ponti col passato. E invece sono bastati solamente tre giorni per far ricredere anche i più scettici. La verità ci dice che la Red Bull, a distanza di tre mesi dall’ultimo GP di F1 del 2023, è tornata a fare la Red Bull e a Max Verstappen saranno bastate sì e no un paio d’ore per mettere tutti in riga. La RB20 sarà ancora la vettura da battere, esattamente come è stata la RB19 lo scorso anno e lo si è visto nettamente non solo in termini di velocità ma anche per quanto riguarda costanza sul passo di gara e gestione delle gomme che, rispetto a un anno fa, sembra essere ancora migliorata.
Seppur il divario tra la vettura della scuderia austriaca e i rivali sembra essersi accorciato (e di questo potrebbe beneficiarne tutta la categoria), la Red Bull sembra essere ancora irraggiungibile sia in qualifica che in gara. Una cosa che è sicuramente balenato all’occhio degli osservatori più attenti è il bilanciamento mostrato dalla RB20 in occasione delle riprese degli on-board. La scuderia austriaca che si giocherà i Mondiali 2024 sembra aver ereditato l’equilibrio dalla sua predecessora che permetteva alla RB19 di rimanere incollata all’asfalto proprio nelle curve.
Ferrari punta sulla costanza
In casa Ferrari possono ritenersi soddisfatti. Se l’anno scorso sono riusciti a portare a casa qualche pole e una sola vittoria, quest’anno le cose potrebbero andare diversamente per il team di Maranello. Anche se è possibile che il Cavallino Rampante abbia deciso di nascondersi a Sakhir e che la SF-24 abbia del potenziale per recuperare nel corso della stagione, la Rossa non sembra essere al livello della Red Bull. Ok, niente di strano. Era praticamente impossibile pensare che la scuderia italiana potesse ridurre completamente il gap dai rivali austriaci e magari stargli davanti. Eppure, i tifosi possono avere motivi per gioire.
A differenza della monoposto dello scorso anno, che fin dai primi giri in pista mostrò una certa problematica nella gestione gomme e nel comportamento in curva, la SF-24 si è migliorata notevolmente a riguardo della guidabilità. Le conferme, oltre all’osservazione del comportamento della vettura in pista, sono giunte anche dalle dichiarazioni rilasciate dai piloti. E infatti, proprio grazie a una guidabilità migliore, la Ferrari (forse) potrebbe aver risolto anche quello che vorrei definire “il re dei problemi” che ha influenzato negativamente la stagione 2023 di Sainz e Leclerc, ossia la gestione pneumatici.
Infatti, oltre alla Red Bull, solamente la Ferrari è sembrata scendere in pista senza timori riverenziali. La Rossa è migliorata soprattutto per quel che riguarda il passo gara (ma anche nel crono singolo da qualifica) ma questa costanza, molto probabilmente, è anche dovuta ai miglioramenti apportati sulla SF-24 e che possono rappresentare una base solida per portare avanti il lavoro di sviluppo per il prosieguo della stagione. Se stare davanti a Max Verstappen sembra (forse) impossibile, gli alfieri della Rossa hanno buone speranze di dire la loro con la Red Bull numero 2, quella di Sergio Perez.
Mercedes, a che punto siamo?
Ecco. La Mercedes W15 è una delle vere incognite della stagione. In quel di Brackley, dopo anni di difficoltà, si è deciso di imboccare una direzione diversa portando in pista una vettura di chiara ispirazione Redbulliana. Era normale immaginare che non sarebbero bastati tre mesi per risolvere le problematiche di anni. Ma anche la Mercedes inizia a vedere la luce in fondo al tunnel.
In particolar modo la scuderia tedesca sembra essersi concentrata su come disporre di una monoposto meno capricciosa, più prevedibile e più stabile su qualsiasi circuito. Per ora la Mercedes sembra essere dietro alla Ferrari, almeno in qualifica.
In Bahrain si è lavorato molto soprattutto con Hamilton sui long run. Il sette volte Campione del Mondo di F1 si è mostrato fiducioso e più a suo agio con la vettura e, come ha affermato anche George Russell, la Mercedes ha “un’ottima base su cui costruire il futuro”.
Sono tornati i giorni di gloria per la scuderia di Toto Wolff? Beh, non ancora. Ma l’aspetto fondamentale è che la Mercedes avrà finalmente una vettura con un buon potenziale di sviluppo. E, soprattutto, i piloti si sono mostrati meno in difficoltà rispetto agli ultimi anni.
FLOP
Haas fanalino di coda
Di sicuro non ha iniziato la nuova stagione di F1 nel migliore dei modi. Ancor prima della presentazione della nuova vettura, la Haas ha dovuto affrontare un radicale cambio all’interno del proprio organigramma. Le strade della scuderia americana e quelle di Günther Steiner, Team Principal della Haas e presente nel team fin dal sua fondazione, si sono divise. L’addio dell’altoatesino, probabilmente dovute a questioni di soldi, ha lasciato spazio a Ayao Komatsu, giapponese, frequentatore del paddock della F1 da quasi un ventennio e da otto anni in Haas proprio al fianco di Steiner.
Se lasciamo un attimo da parte le questioni interne al team, e ci basiamo solo ed esclusivamente con quanto visto ai test, la sensazione generale è che la Haas sia effettivamente il fanalino di coda della griglia di partenza. Nonostante la vettura si sia comportata bene nei long run con tanta benzina a bordo bisogna ancora capire se la Haas è riuscita a risolvere i problemi di gestione gomme che ha influenzato tutta la stagione 2023 di F1.
McLaren in affanno con l’affidabilità?
Dopo l’anno passato, dove il team di Woking ha chiuso il campionato al quarto posto tra i Costruttori, non si può nascondere che ci fosse grande attesa attorno alla McLaren. E il 2024 non è cominciato nel migliore dei modi per la scuderia inglese.
Nel corso della sessione di test a Sakhir, il team di Woking ha dovuto vedersela con diversi inconvenienti che non possono far dormire sonni tranquilli i tecnici e gli ingegneri.
Proprio a causa di questi problemi di affidabilità, la McLaren non è riuscita a girare quanto desiderasse e, ovviamente, non ha potuto portare a termine il programma. E in un campionato così denso di gare e, senza la possibilità di effettuare test in-season, sappiamo quanto sia importante cominciare l’anno col piede giusto, soprattutto in chiave degli sviluppi tecnici che verranno portati in pista poco a poco.
Eppure, nonostante questi inconvenienti la MCL38 sembra avere le potenzialità per dire la sua. Non sarà al livello di Red Bull, Ferrari, ma dalle analisi dei tempi ha dimostrato avere un buon passo gara soprattutto se carica di benzina e anche sul giro secco la McLaren non sembra poi così lontana, ad esempio, dalla Mercedes.
Gestione del caso Horner-gate
Anche se la Red Bull ha da subito dimostrato di essere ancora la squadra da battere in pista, potrebbe trovarsi nell’incomoda posizione di cambiare Team Principal proprio a pochi giorni dall’inizio del Mondiale 2024 di F1. Fattore che, nonostante la loro posizione di forza, potrebbe destabilizzare l’ambiente di Milton Keynes.
La serenità di Horner, boss della scuderia austriaca, ostentata durante la presentazione della RB20 aveva lasciato intuire che l’indagine interna nella quale è immischiato il manager inglese avrebbe potuto chiudersi a “tarallucci e vino”. E invece, in base alle notizie dettagliate emerse dalla stampa olandese il futuro di Horner in Red Bull sembra essere sempre più in bilico. Il 50enne è stato accusato per aver inviato a una dipendente messaggi a sfondo esplicitamente sessuale con una certa costanza. Una condotta non molto etica che, una volta fatta la frittata, ha convinto l’attuale Team Principal della Red Bull a proporre alla collega una transazione di 760 mila euro per comprarne il silenzio. Rifiutata e rispedita al mittente.
Alla luce di quanto sta venendo a galla non sono pochi quelli sorpresi della presenza ai test in Bahrain di Christian Horner.
Il britannico difficilmente accetterà di essere messo alla porta. Proprio il fatto che a Sakhir, in occasione della conferenza stampa abbia deciso di vestire l’abbigliamento ufficiale della scuderia, è un chiaro segnale che il 50enne non vuole mollare.
Con la componente austriaca determinata a fare fuori l’inglese, la situazione comincia a prendere aspetti sempre più goliardici. Almeno fino a quando la Red Bull non prenderà una decisione definitiva sul “caso Horner” che, secondo i ben informati, dovrebbe giungere entro martedì al massimo.