Sulla base della F1 Sprint, la Ferrari aveva tutte le intenzioni di costruire una buona gara. I riferimenti per studiare il comportamento delle gomme nella mini corsa da 100 km non sono mancati. Per questa ragione la messa a punto della vettura ha subito un ritocco, nella speranza di migliorare il bilanciamento. Tuttavia, i riscontri cronometrici ottenuti in qualifica non erano affatto esaltanti. La SF-24 ha mostrato una chiara instabilità, sia nelle curve lente per mancanza di grip meccanico che in quelle rapide per insufficienza di carico. Una deportanza minore al retrotreno era necessaria per favorire la penetrazione aerodinamica, punto debole delle vetture italiane. Dando un’occhiata al tema degrado della Sprint Race i valori sono “sporcati” dalle circostanze.
Nell’unico stint della mini corsa con le mescole Medium, infatti, le due SF-24 hanno dovuto fare i conti con il così detto “DRS train“. Parliamo di un blocco di vetture che possono utilizzare l’ala mobile nello stesso momento. La possibilità di sorpasso è molto bassa, mentre le temperature di esercizio delle varie componenti sale. Ci riferiamo all’impianto frenante e alle gomme che, innalzando i gradi all’interno della carcassa, sono maggiormente soggette al degrado termico. Fattore al quale va sommata l’alta temperatura dell’asfalto che, sebbene sia tutt’altro che abrasivo, ha comunque complicato l’amministrazione dei compound. Ecco perché ogni considerazione sulla gestione gomme era senz’altro rimandata alla gara odierna.
F1, GP Austria: Ferrari a podio con Carlos Sainz
Iniziamo dalla fine: lo spagnolo della rossa conquistato il terzo gradino del podio. Lo ha fatto in maniera del tutto inaspettata, in quanto sino a poche tornate dalla fine l’iberico era in quinta posizione. Ma come in ogni trama spumeggiante che si rispetti il finale aveva in serbo una sorpresa. Norris era in lotta con Verstappen. Il britannico aveva tempo per sferrare l’attacco ma la pazienza non era dalla sua parte. In curva 3 arriva un contatto fatale per entrambi. Lando rompe l’ala anteriore e parte del fondo, mentre Max se la cava con una foratura. L’inglese a bordo della MCL38 numero 4 è costretto al ritiro, mentre l’olandese, lemme lemme, si trascina ai box per sostituire gli pneumatici e tornare in gara.
Ne approfittano vari piloti tra cui appunto Sainz che nel mentre perde una possibile seconda piazza ai danni di Piastri. L’australiano aveva più ritmo e nulla ha potuto il madrileño della rossa. Un premio caduto dal cielo per Carlos che ha condotto una gara solida e pulita. Al via il ferrarista non è ineccepibile e subisce il sorpasso di Hamilton, davvero in palla a bordo della sua Mercedes durante i primi giri. Tuttavia il ritmo della numero 44 perde colpi poco a poco e lo spagnolo chiude il controsorpasso al passaggio numero 9. Senza il finale scoppiettante la corsa dell’iberico sarebbe finita così. Il passo della sua Ferrari non era malvagio, ma non è mai stato abbastanza forte per sfidare Russell davanti a lui.
A livello tecnico Sainz ha deciso di effettuare una gara a due soste. Nel primo stint, oltre quanto detto, con alto carico di carburante la rossa mostrava un handling sufficiente. L’eccesso di rotazione era sempre lì, limite che tardava la fase di accelerazione dopo l’apice della curva. Il suo ingegnere di pista, al secolo Riccardo Adami, ha supportato Carlos nell’amministrazione delle mescole in quanto in questa parte di gara, come poi nella seconda, la vettura numero 55 era front-limited. La necessità di non forzare nelle curve in appoggio era evidente, elemento che di conseguenza rallenta il rendimento. Per di più le temperature di esercizio di freni e power unit erano sempre sotto controllo.
F1, GP Austria: Leclerc sfortunato non sa far funzionare le gomme Hard
Se per Carlos la fortuna ha sorriso, lo stesso non possiamo dire per Charles. Il monegasco ha prodotto uno stacco frizione buono al via ma in curva 1, forse un po troppo prudente, ha subito un doppio attacco: Piastri all’esterno, Perez all’interno. Leclerc ha continuato con la sua traiettoria ma prima di prendere la curva è stato colpito dalla McLaren dell’australiano. Risultato? Ala anteriore talmente danneggiata che la sostituzione della componente era necessaria. I punti di carico persi erano troppi, questo ha suggerito il muretto dopo il check effettuato sulla vettura tramite i sensori. Gara in forte salita per il ferrarista, alla quale vanno sommati un paio di fattori che sono andati a distruggere in maniera definitiva la sua corsa.
Il primo dei due riguarda gli pneumatici. Con il set di Hard montato nella prima sosta, in penultima posizione e con aria pulita davanti a lui Leclerc sembrava rapido. Peccato che appena 5 tornate più tardi le mescole cerchiate di bianco non funzionavano più bene. A tal proposito il messaggio in radio risulta eloquente, poiché il pilota della rossa ha definito “non buono” il rendimento di queste mescole. Per tale ragione la strategia di allungare lo stint per recuperare posizioni non è andato in porto. Le Pirelli più dure del lotto andavano così male sulla Ferrari che il run è durato solamente 15 passaggi. Dare una motivazione precisa è alquanto difficile. Senza dubbio però, a serbatoi pieni, temperatura e comportamento di queste mescole erano totalmente incompatibili con la SF-24.
L’altro fattore che ha inciso in maniera negativa sul possibile recupero di Leclerc è la McLaren di Norris. Il britannico ha “intrappolato” Charles nella fase centrale della gara. Essendo doppiato, il monegasco non poteva tentare subito l’attacco su Lando che in quel momento, con un set di gomme più vecchie, aveva un ritmo similare a quello del ferrarista. Elemento che ha fatto perdere tanto tempo alla Ferrari. Quando è arrivato l’ok per passare l’inglese il ferrarista ci ha provato, ci è riuscito, ma nella curva successiva è stato sverniciato da Lando non avendo il passo per scappare via. Di lì a poco è arrivata l’ultima sosta dove le performance della SF-24 hanno consentito una piccola rimonta. Recupero che si è fermato purtroppo alla soglia della zona punti: undicesimo.
Nel tirare le somme, malgrado il podio conquistato da Carlos Sainz, non possiamo esimerci dal raccontare l’involuzione tecnica della Ferrari. Da Monte Carlo in poi il gap su Red Bull e McLaren è aumentato e come se non bastasse lo step Mercedes ha relegato la rossa a quarta forza del campionato. Gli aggiornamenti non hanno fornito quel plus di performance atteso e, almeno per il momento, il corretto punto di lavoro delle monoposto italiane pare in parte smarrito. Urge un netto cambio di tendenza e la comprensione totale del pacchetto di aggiornamenti. Magari giusto tra una settimana, nel dodicesimo round della F1 in quel di Silverstone.