F1, Ferrari lancia l’assalto a Red Bull: perché il Mondiale è possibile

Ferrari trionfa a Monaco con Leclerc e getta la maschera. Pronto l'assalto alla Red Bull di Max Verstappen

Foto di Zander Arcari

Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 27 Maggio 2024 18:38

L’ottavo round del mondiale di F1 2024 è andato in archivio. Una gara noiosa perché il toboga monegasco ha forti limiti di layout. Tuttavia c’è un aspetto interessante che vale la pena argomentare. Decisamente importante si riferisce a Leclerc. Il ferrarista ha dominato l’intero weekend di gara. Lo ha fatto “banalmente” per una ragione: prima di uscire di casa in bici, per recarsi al circuito il venerdì mattina, Charles aveva già deciso che il Gran Premio di Monaco doveva essere suo. Era il momento giusto. Troppe le delusioni sofferte, tra botti contro le barriere, strategie assurde del muretto box italiano o la rottura del semi asse durante l’installation lap. Era l’ora di cambiare la storia.

Lo abbiamo riportato ieri a caldo, nel dopo gara. Tagliato il traguardo della corsa, l’emozione per una vittoria covata sin da bambino è arrivata. Bozzi, nuovo ingegnere di pista di Charles si apre in radio al giro 78, circa 300 metri dopo che la numero 16 passa la linea di meta: “Abbiamo vinto finalmente” le parole di Bryan. Il pilota della rossa esplode in un grido liberatorio, qualche termine colorito e poi le lacrime di gioia. Una volta “tornato in se” anticipa la grande festa che si è tenuta ieri sera a Monaco, perché al contrario dei programmi, tutto il team si è trattenuto nel Principato per dare libero sfogo alla grande soddisfazione ottenuta in pista.

Ferrari, il necessario step mentale di Leclerc

Frederic Vasseur si sta dimostrando un team principal strepitoso. Abile condottiero di una squadra che sino a dodici mesi fa pareva allo sbando. Il carattere del francese è particolare, perché sotto quell’aria da bonaccione ricoperta da strati di ilarità, il manager di Draveil sa essere molto duro, deciso. Giunto in punta di piedi in Via Abetone Inferiore 4, storica sede del Cavallino Rampante, ha prima osservato con attenzione i membri della scuderia per poi, insignito di pieni poteri da John Elkann, rivoluzionare la gestione sportiva. Via gli scontenti e gli inutili alla causa, dentro forze fresche scevre dal fardello accumulato durante il funesto mandato Binotto.

Uno dei punti fermi riguardava il contratto di Leclerc. Il transalpino conosce “il capitano” della Ferrari da tempo. Ha lavorato con lui in Alfa Romeo e il rapporto tra i due è davvero ottimale. Per questo e altre ovvie ragioni quali il talento smisurato del monegasco, Ferrari, sotto stretta indicazione di Vasseur, ha provveduto a siglare un accordo di ferro con Charles per issarlo a simbolo della scuderia. La bandiera della squadra, insomma. Il fenomeno al quale aggrapparsi che potesse trascinare il team. Una grossa responsabilità offerta a chi ha tutto per riscrivere la storia (vincente) della Ferrari nel futuro a breve termine. La “mossa Bozzi ha il suo perché, ingegnere di pista non esperto ma super preparato, sulla stessa lunghezza d’onda del ferrarista.

Charles Leclerc - (Scuderia Ferrari) podio Monaco 2024
Fonte: Getty Images
Charles Leclerc – (Scuderia Ferrari) sul podio del GP di Monaco 2024 getta

Tra le doti di Bryan spicca la capacità “endemica” di controllare la foga agonistica di Leclerc. Di farlo ragionare ottimizzando le sue qualità. Non ce ne voglia Xavi Marcos che troppo spesso ha mostrato una certa “capacità” nel far innervosire il cittadino del Principato, al quale invece serviva come l’aria uno step mentale. In F1 per vincere conta la macchina, il team e le abilità del pilota che però non possono fare a meno della forza mentale. Consapevolezza assoluta dei propri mezzi per primeggiare in qualsiasi contesto competitivo, anche quelli meno favorevoli. A Monaco la SF-24 EVO non era la vettura con le potenzialità più alta. Red Bull ne aveva qualcosina di più e forse anche McLaren era su quel livello.

Ma questo non interessava a Leclerc, perché la fiducia nei propri mezzi era alle stelle e sin dalla prima tornata del venerdì durante le libere 1, tale attitudine era lampante. Osservando gli on-board tutto era talmente chiaro, avendo già stabilito dentro di se l’ordine di arrivo finale del Gran Premio di Monaco. Da qualche mese diversi pensieri ronzavano tra le dichiarazioni di Leclerc. Per alcuni una sorta di tediosa litania visto che le stava “prendendo” da Sainz. In realtà i suoi messaggi covavano precise bramosie. Non era un disprezzo verso il compagno ma semplicemente un modo d’essere. “Non mi interessa arrivare secondo” oppure “se non fossi convinto di vincere resterei a casa“, erano e continuano ad essere un grido di guerra.

Ferrari ha tutto per tornare a vincere

Assodato che il grande pilota Ferrari lo ha in casa e che la vittoria di forza a Monte Carlo, sopportando l’enorme pressione al quale era sottomesso, ha fatto fare un clic alla mente di Leclerc, concentriamoci ora su alcuni aspetti tecnici. SF-24: monoposto che nasce da una base solida, sulla quale costruire il domani non è più un pensiero utopico. La versione EVO sta funzionando e a quanto pare il bello deve ancora arrivare. Il primo approccio con un aggiornamento importante è sempre complicato. Serve tempo per validare l’update. Per conoscere come ha cambiato la vettura e come può funzionare al meglio. Per questo serve un tempo di studio che solitamente richiede 3/4 gare.

Nel caso del team di Maranello il calendario non ha aiutato. Imola per un verso e Monaco per un altro, non sono circuiti che si addicono a una raccolta dati consona in merito agli upgrade. I compressi tecnici non sono troppo indicativi infatti. Sotto questo piano il Canada fornirà più elementi per giudicare, per poi completare l’analisi in Catalunya al Gran Premio di Spagna. La SF-24 EVO ha un ottimo livello di carico che le permette di primeggiare nelle cure medio veloci e in appoggio. Sa gestire le gomme finalmente e possiede un front-end solidissimo, più della Red Bull. Ha una power unit molto potente e affidabile. Pecca ancora in due aspetti paragonata alla RB20efficienza aerodinamica e trazione.

Max Verstappen (Red Bull) RB20
Fonte: Getty Images
Max Verstappen (Red Bull) a bordo della sia RB20 – GP di Monaco 2024

Il primo elemento è migliorato con le nuove pance rovesciate (shark inlet), il secondo, in attesa di alcuni ritocchi al sistema sospensivo posteriore a schema push-rod, è stato ottimizzato grazie alcuni settaggi relativi all’erogazione della potenza ibrida. Questo significa che, attualmente, la rossa è molto vicina alle performance della Red Bull al top della forma. Tant’è che a Monte Carlo, dove la vettura austriaca di Verstappen non era al massimo delle prestazioni, la Ferrari era più competitiva. I prossimi due mesi saranno cruciali in tal senso, perché il reparto tecnico capitanato da Enrico Cardile sta ultimando nuovi up-date.

Aggiornamenti che sbloccheranno ulteriore potenziale in tutte le aree della monoposto. L’obiettivo dichiarato del team è quello di lottare per vincere il mondiale costruttori. Nel mentre Verstappen inizia a soffrire. La pressione sulle spalle, doppia considerando l’ottima McLaren, ha tirato via l’olandese dalla zona di comfort. Fuori da lì pure lui sbaglia e commettere errori. Diventa “umano” come nella Q3 di MonacoFerrari ha le idee molto chiare, non ha nulla da perdere e non si pone limiti. Può rischiare a differenza di Red Bull che ha un problema sulla RB20. Un grattacapo risolvibile solamente il prossimo inverno in chiave 2025, parola del “futuro “futuribile” ferrarista Adrian Newey.