Nel weekend appena concluso è andato in scena il primo storico Gran Premio dell’India di MotoGP. Ha vinto uno strepitoso Bezzecchi, ma abbiamo stilato le consuete pazze pagelle della gara. Ecco chi sale e chi scende nei nostri voti:
Indice
I PROMOSSI
Maverick VIÑALES: 6 – ha il merito di essere la prima delle Aprilia dopo la bandiera a scacchi e di aver battuto l’amico rivale di sempre Marc Marquez. La sua forza è la costanza e lo ha sempre dimostrato. Entro la fine potrebbe arrivare qualcosa di più. In casa?
Il migliore-> Marco BEZZECCHI: 10 – tra gli anni sessanta e settanta si andava in India per ritrovarsi spiritualmente. Marco l’ha fatto sportivamente e gli è andata decisamente bene. Una gara da campione, una prova da veterano e una grande abilità nella gestione delle proprie risorse. Pista nuova per tutti, ma il Béz sembrava a Misano.
Jorge MARTIN: 9 – si prende un bel voto anche se è il grande battuto del mismatch con Bezzecchi. Non poteva fare di più e alla fine ha difeso il secondo posto dall’arrembaggio di Quartararo. Martin è ancora il vero “leone” di queste gare.
Fabio QUARTARARO: 8 – con una moto inferiore da inizio stagione, l’ex campione del mondo si fa largo e attacca come ha saputo fare nelle migliori giornate. Passare Martin non è facile, ci riesce un paio di volte, ma poi deve accontentarsi del terzo posto. Un bel duello per il francese che torna tra i primi. Grande!
Marc MARQUEZ: 6,5 – lui è sempre il punto di riferimento, ma stavolta ha preso paga dal compagno di squadra. Nulla di grave, Marquez c’è e lo sanno tutti che ci prova sempre, più forte della sua Honda.
Joan MIR: 7 – con gare come quella disputata ieri ha vinto un titolo. Sembrava di vedere il Mir della Suzuki campione del mondo. Forse Honda gli ha dato qualcosa per l’India oltre al chinino? O Brahma, Visnu e Shiva si sono coalizzati per dargli una mano. Il fatto è che se la moto va bene il pilota è fortissimo. Sarà festa in Giappone tra una settimana?
Raoul FERNANDEZ: 6,5 – l’allievo supera il maestro e il fratello. Con l’alternanza in famiglia, Raoul va forte come sa fare e si mette come kebab nel panino tra due Honda. Bravo a non farsi superare da un Nakagami stranamente in giornata e a soffiare sul colletto di Marquez come fa praticamente tutte le volte che se lo trova a tiro.
Takaaki NAKAGAMI: 6,5 – finalmente una gara decente, con anche qualche bel sorpasso. Sarà mica che la honda gli ha portato in India qualcosa in più? Saranno le spezie del subcontinente asiatico? Sarà che dove non avevano mai visto la MotoGP dal vivo, Nakagami li ha convinti di non essere poi così male. In Giappone stanno preparando i fuochi artificiali e una delegazione ufficiale che lo aspetta all’aeroporto.
Fabio DI GIANNANTONIO: 6 – è stato più sfortunato del previsto. In una gara dove stava tenendo in piedi i colori del team da solo, si è dovuto fermare. Peccato! Avrebbe meritato di più, ma il tempo c’è e può rifarsi già dalla prossima gara.
Franco MORBIDELLI: 6,5 – “sì, come in India! Hai più pensato a quel progetto di esportare la piadina romagnola?” Intanto il morbido fa come il compagno e si batte con un pilota del team Ducati Pramac ad armi pari. Peccato non riesca giungere al traguardo davanti a Zarco, ma nel caso qualcuno si fosse sintonizzato tardi, Franco ha fatto vedere alla sua futura squadra che hanno investito bene.
Brad BINDER: 6,5 – che in KTM sia il primo della classe è cosa nota e quando può, mette le ruote davanti all’avversario senza troppi complimenti. Dopo i più forti c’è lui, quarto in questa gara con la moto che è ormai la terza potenza della categoria.
Johann ZARCO: 6,5 – come il compagno di team si mette dietro una Yamaha, quasi a voler dire alla sua ormai ex squadra, che quello che arriverà al suo posto non è più forte di lui. Un bello spot per il futuro. Karma Chameleon?
I BOCCIATI
Francesco BAGNAIA: 5,5 – Prende l’insufficienza per un mezzo punto. Prima fa un capolavoro di sorpasso e poi butta tutto in terra con una caduta di cui si dà la colpa. Peccato per il purosangue della Ducati, ma merito degli avversari che gli rendono dura la vita in questo campionato.
Il peggiore-> Michele PIRRO: 4 – al CIV è ancora l’uomo da battere e guida la moto da battere, ma quando si presenta al Motomondiale, nonostante una Ducati di primissimo livello, è capace di cose inguardabili. Questo perché se sei collaudatore e fai due volte il giro del mondo in un anno di prove in pista, non significa che puoi vincere una gara di MotoGP. Scelta aziendale? Sarebbe suggestivo poter scrivere un giorno che è stata una “vittoria di Pirro”, ma se avverrà non sarà l’unico cataclisma in giro per il pianeta.
Miguel OLIVEIRA: 5 – ultima Aprilia sullo schieramento di partenza e ultima Aprilia al traguardo. Peccato per Oliveira che ha un potenziale valido per stare nei primi cinque, ma in India ha trovato qualche avversario rinfrancato dal viaggio lungo la via della seta.
Jack MILLER: 5 – conoscendo Jack, un monsone tropicale gli avrebbe fatto bene, ma la pioggia di sfortuna che ha caratterizzato la stagione dell’australiano è cosa rara. Speriamo che non sia il curry o il cumino locale, e nemmeno lo zampino di Kalì. Anzi il braccio a fargli del male. Forza Miller! Se ce la fa il tuo compagno devi essere della partita.
Aleix ESPARGARO: 5 – la sua moto si ferma e cancella una gara opaca che non sembrava prendere la via del successo. Peccato, ma né Aleix e nemmeno l’Aprilia parevano in grado di battere Bezzecchi, Martin e company.
Pol ESPARGARO: 5,5 – concludere una gara davanti a Miller sarebbe stato un grande risultato fino a poco tempo fa, ma in questo caso la nota positiva suona come l’unica Gas Gas arrivata in fondo. Ganesh deve aver detto qualcosa a Shiva che ha preferito farsi da parte. Peccato, ma c’è ancora un po’ di tempo per rifarsi.
Augusto FERNANDEZ: 5 – solo sei giri per il talento spagnolo che non ha digerito la pista. Partiva dalla sesta fila e rimontare era veramente un’impresa. Troppo pollo al curry per Augusto che deve ritrovare lo smalto di un paio di gare fa.
Stefan Bradl: 4 – nella crisi Honda c’era bisogno di uno esperto e in quanto a esperienza ne abbiamo tanta, ma Stefan Bradl, oltre che a sapere come sono fatti tutti gli scarichi dei suoi colleghi, vede la bandiera a scacchi sempre tra gli ultimi due.