Luca de Meo spiega lo stop al motore Renault F1, una scelta strategica per il futuro

Il CEO di Renault ha annunciato l'interruzione dello sviluppo del motore F1 per il 2026, garantendo posti di lavoro e puntando su un accordo con Mercedes

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Matteo Mattei

esperto di motorsport e automotive

Classe 1982, a Favalanciata cresce con pane e Max Biaggi. Ha collaborato con varie testate online spaziando tra Esports e motori. Il mio motto: ''Per aspera ad astra''.

Pubblicato: 11 Ottobre 2024 09:00

Renault ha recentemente condiviso l’annuncio storico che a partire dal 2026 smetterà di sviluppare i propri motori per la F1. Una decisione che ha sorpreso molti appassionati e addetti ai lavori, ma che il CEO Luca de Meo ha giustificato in termini di logica finanziaria e strategica.

La scelta

Nelle ultime settimane, Luca de Meo CEO di Renault ha annunciato l’addio del gruppo francese ai motori di F1 per il 2026 e ha comunicato pubblicamente la nuova direzione strategica intrapresa. Con la frase “On est devenus invisibles” rilasciata a L’Equipe, il manager italiano ha sottolineato come la presenza del marchio francese nella massima categoria del motorsport non sia più percepita come un elemento chiave per il successo dell’azienda.

Per comprendere la portata di questa scelta, è doveroso ricordare che Renault ha una storia di tutto rispetto in F1. Fin dagli anni ’70, il marchio francese ha fornito motori vincenti a team come Williams e Red Bull, contribuendo a una serie di successi memorabili. Nonostante ciò, con l’evoluzione della tecnologia e la crescente competitività di nuovi costruttori come Mercedes e Red Bull Powertrains, il panorama della F1 negli ultimi mesi si è drasticamente trasformato.

I motivi

Il principale ostacolo che Luca de Meo ha sottolineato è il costo proibitivo per sviluppare e mantenere competitivo un motore di F1. Senza contare che dopo lo sviluppo non si hanno garanzie di risultato. In un’epoca in cui l’attenzione è rivolta sempre più all’elettrificazione e alla sostenibilità, investire in un motore ibrido dalle elevate emissioni può sembrare anacronistico e rischioso.

Il futuro della Renault in F1 non passa più per il cuore pulsante della vettura, il motore. Dal 2026, il team Alpine, controllato dalla Renault, passerà ai motori forniti da Mercedes, con cui è già in corso un accordo di massima, anche se l’ufficializzazione deve ancora arrivare. Questa scelta strategica permetterà al team di rimanere competitivo in pista, affidandosi a uno dei motori più dominanti della F1 moderna e senza dover sostenere i costi esorbitanti dello sviluppo in proprio.

Nessun taglio occupazionale

Oltre alla decisione strategica, de Meo ha tenuto a rassicurare i dipendenti del reparto motori di Viry-Châtillon, il famoso centro di sviluppo motori della Renault, sottolineando che nessuno perderà il posto di lavoro. Come da annuncio: “La nostra priorità è proteggere l’occupazione a Viry“, ha spiegato che l’azienda si sta muovendo per riqualificare e riconvertire il personale in altre aree legate all’innovazione tecnologica e alla mobilità elettrica.

La riconversione è una decisione cruciale per mantenere in equilibrio le finanze aziendali e la reputazione del marchio, bilanciando la tradizione con una visione moderna. Anzi, i fondi risparmiati possono essere reinvestiti in settori chiave come l’elettrificazione e la mobilità autonoma.

La transizione tecnologica

La F1 sta attraversando una fase di transizione tecnologica. Il regolamento tecnico del 2026 prevede un aumento della componente elettrica nei motori ibridi, riducendo al minimo l’utilizzo di carburanti fossili e spingendo per soluzioni sostenibili. Per Renault, che sta accelerando il suo percorso verso l’elettrificazione completa delle sue vetture di serie, la decisione di abbandonare lo sviluppo del motore a combustione in F1 è un segno di coerenza con la strategia globale del gruppo.

Affidarsi a un motore già consolidato come quello Mercedes può garantire a Renault competitività in pista senza la necessità di impegnarsi in costosi sviluppi interni. Gli ingegneri e i tecnici saranno riconvertiti verso progetti più futuristici. Dall’altro lato della medaglia, affidarsi a un motore esterno potrebbe far perdere a Renault la propria identità tecnica, un elemento che ha sempre distinto il marchio nel mondo della F1. I tifosi più puristi potrebbero vedere questa scelta come la rinuncia alla storia gloriosa del team.

Sebbene Mercedes sia un partner affidabile, questa partnership ridurrà l’autonomia e il controllo di Renault sulle proprie prestazioni in pista. Senza contare il fatto che dall’esterno il tutto potrebbe essere percepito come un’ammissione di debolezza o come una scelta dettata dalla necessità, anziché da una visione strategica a lungo termine.

Il futuro in F1

La decisione di Luca de Meo di interrompere lo sviluppo del motore F1 dal 2026 rappresenta una scelta audace ma coerente con la visione strategica della Renault. Mentre il marchio si prepara a una nuova era di mobilità elettrica e sostenibile, la F1 rimarrà parte integrante del suo DNA, anche se sotto una luce diversa.

Luca de Meo ha chiarito che Renault non ha intenzione di lasciare la F1 e di conseguenza il motorsport. L’azienda continuerà a competere attraverso il team Alpine, cercando di mantenere una presenza solida e visibile. Tuttavia, il vero focus di Renault sarà sempre più orientato verso la mobilità del futuro.

Stiamo investendo molto nei veicoli elettrici e a idrogeno” ha dichiarato sulle pagine de L’Equipe, de Meo, evidenziando che l’azienda punta a diventare leader nel settore delle auto elettriche di massa. Questa mossa rappresenta un passaggio cruciale nella storia della Renault e della F1. Anche se abbandonare lo sviluppo del motore potrebbe sembrare una scelta rischiosa, si tratta di una decisione ponderata che riflette l’evoluzione del mercato e la necessità di essere competitivi su più fronti, non solo in pista.