Archiviata la stagione 2023, la MotoGP è già proiettata al 2024, che si preannuncia fin da ora particolarmente “frizzante” per via dei diversi cambi di sella previsti (e confermati). Come sappiamo, il mercato piloti si è acceso nella seconda metà dell’anno con l’annuncio dell’addio di Marc Marquez alla Honda, creando un importante effetto domino che ha rivoluzionato la griglia di partenza in vista del 2024.
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Marquez-Gresini: un patto per la rinascita?
Tutto è iniziato ad agosto, con le prime voci riguardanti un possibile (e clamoroso) allontanamento di Marquez da Honda. Per diverse settimane, l’otto volte Campione del Mondo è stato accostato prima a KTM e poi a Gresini, con l’ipotesi di rimanere nella Casa giapponese che, col passare dei giorni, si è fatta sempre più remota.
A inizio ottobre, poi, è arrivata l’ufficialità: Marc Marquez e Honda si separeranno a fine 2023. Una notizia che, a quel punto, non era più una sorpresa e che ha acceso i riflettori sul mercato piloti e sulle possibili opzioni per il 2024. Un rincorrersi di voci, indizi, conferme e smentite, fino ad arrivare all’annuncio: sarà Gresini il team con cui lo spagnolo correrà nella prossima stagione, affiancando il fratello Alex Marquez.
Una notizia che, seppur nell’aria, ha comunque fatto parlare a lungo nelle settimane successive. Marc si ritroverà sì in sella a una Ducati, ma senza il trattamento ufficiale: un aspetto non di poco conto, considerato il palmares del pilota, che però appare disposto a tutto pur di tornare subito competitivo, anche a rinunce importanti a livello economico [si parla di ingaggio a costo zero da parte di Gresini, ndr].
La prima uscita “pubblica” durante i test di Valencia [dove ha fatto registrare il quarto tempo, ndr] ha subito fatto tornare il sorriso allo spagnolo, a cui sono bastati pochi giri per dimostrare di poter ancora fare la differenza. Il messaggio, dunque, è chiaro: Marquez e la Ducati – insieme – fanno già paura.
L’effetto domino per Diggia… e Marini
Le mosse di Marc Marquez, dall’addio a Honda all’ingaggio in Gresini, hanno innescato un effetto domino importante che ha tenuto banco per settimane. Se da un lato HRC è dovuta correre ai ripari cercando in fretta un sostituto per il 2024, dall’altro anche Fabio Di Giannantonio ha avuto il suo bel da fare per assicurarsi una sella per la prossima stagione dopo un anno e mezzo non particolarmente brillante in Gresini.
Inizialmente le cose sembravano presto fatte: Diggia, all’epoca “libero”, è stato a lungo accostato a Honda, in quello che si è prospettato come uno “scambio” HRC-Gresini, con il pilota romano che si sarebbe così ritrovato in sella a una moto ufficiale. Tuttavia, questo scenario non ha mai del tutto convinto i vertici di Honda, che alla fine hanno scelto di puntare su altro giovane pilota italiano della MotoGP: Luca Marini, che vestirà i colori HRC a partire dal 2024. Una decisione non semplice per ‘Maro’, che lascia il team VR46 [e una moto competitiva, ndr] per approdare alla corte di una Casa giapponese sì blasonata, ma in evidente crisi tecnica. Una scelta difficile, ma anche un’occasione unica per il pilota marchigiano: Honda, seppur in difficoltà, è pur sempre un team ufficiale [oltre che la Casa più titolata nella storia del Motomondiale, ndr] e ciò garantisce a Marini un trattamento – tecnico ed economico – che in Ducati, vista la numerosa concorrenza, non avrebbe mai potuto ottenere.
Ma torniamo a ‘Diggia’: tramontata definitivamente l’ipotesi HRC, per il pilota romano le opzioni a sua disposizione si sono ulteriormente ridotte, con il rischio concreto di rimanere senza una moto per il 2024. Tuttavia, le buone prestazioni delle ultime gare hanno convinto ‘Uccio’ e Valentino Rossi ad affidargli la sella lasciata libera da Marini: Fabio Di Giannantonio, dunque, sarà un pilota del team VR46 al fianco di Marco Bezzecchi per il 2024. Una soluzione congeniale per lui, che tornerà nuovamente a guidare una Ducati con la quale poter continuare a crescere.
Il triangolo Yamaha-Pramac-LCR
Quello tra Marquez-Marini-Di Giannantonio non è stato l’unico “triangolo” che ha caratterizzato il mercato: seppur con meno eco mediatica, anche Yamaha, Pramac e LCR sono state (a loro modo) protagoniste della cosiddetta silly season [termine inglese con cui si definisce la stagione del mercato piloti, ndr].
Ma andiamo con ordine. Tutto parte da Yamaha, che, a inizio agosto, ha annunciato il mancato rinnovo con Franco Morbidelli e l’ingaggio di Alex Rins [da LCR, ndr] come suo sostituto. Due notizie, arrivate a distanza di poche ore l’una dall’altra, che hanno di fatto lasciato il pilota italo-brasiliano momentaneamente senza una sella per il 2024, aggiungendo difficoltà a una stagione già molto complicata per via delle difficoltà tecniche della Casa giapponese.
Parallelamente, si è iniziato a parlare di possibile addio di Johann Zarco a Pramac a fine anno: un’ipotesi che si è concretizzata poche settimane dopo, con il francese che ha poi annunciato il passaggio in LCR per il 2024.
A questo punto, Yamaha e LCR si sono ritrovate al completo per la prossima stagione, con Pramac che ha dovuto mettersi alla ricerca di un sostituto di Zarco da affiancare a Martín. Anche in questo caso non sono mancate voci e indiscrezioni [alcune riguardanti addirittura un possibile ingaggio di Marquez, ndr], ma alla fine è arrivato il responso: Franco Morbidelli sarà un pilota Pramac a partire dal 2024, chiudendo così il cerchio. Uno scenario che finalmente sorride a ‘Morbido’, che avrà a sua disposizione una Ducati ufficiale con cui poter tornare a lottare per le posizioni che contano.
GASGAS-Acosta, la scommessa di KTM
Finora abbiamo analizzato i cambi di sella tra piloti già presenti in MotoGP. Tuttavia, le novità non finiscono qui: il 2024, infatti, vedrà l’arrivo in classe regina di Pedro Acosta, fresco Campione del Mondo Moto2. Lo spagnolo, spesso paragonato a Marc Marquez per talento e precocità, approda così in MotoGP a soli tre anni di distanza dall’esordio nel Motomondiale [avvenuto nel 2021 in Moto3, ndr] e lo farà con GASGAS, team factory motorizzato (e di fatto gestito) da KTM.
Una scelta che ha il sapore di scommessa per la Casa austriaca, che ha “cresciuto” e coccolato il baby fenomeno sin dai tempi della Moto3. Pur riconoscendone il talento e le potenzialità, bisognerà fare attenzione a non mettere troppa pressione addosso allo spagnolo: con soli 19 anni, sarà fondamentale lasciargli spazio (e tempo) per prendere confidenza con la categoria.
Non bisogna però dimenticare l’altro lato della medaglia. Per far posto ad Acosta, infatti, è stato sacrificato Pol Espargaró, retrocesso al ruolo di tester e ambasciatore del marchio. Una scelta, quella di KTM, che ha lasciato parecchio sorpresi, soprattutto in virtù della difficile stagione di Espargaró, vittima di un bruttissimo incidente nelle P2 del primo GP dell’anno [per il quale, a seguito delle fratture riportate, è stato costretto al ricovero in terapia intensiva, ndr] e impossibilitato ad esprimere tutto il suo potenziale in pista.
Le conferme di Ducati, Aprilia e KTM
Analizzate le novità, passiamo ora alle conferme. La prima non può che essere Ducati: oltre a quella – scontata – di Francesco Bagnaia, riconfermatosi Campione del Mondo in MotoGP, è arrivata anche quella di Enea Bastianini, molto sfortunato in questo 2023 e non in grado di dimostrare appieno il suo potenziale, pur avendo all’attivo una vittoria [in Malesia, ndr]. Sfuma così il sogno di vestire i colori del team Factory per Jorge Martín, che continuerà anche nel 2024 con Pramac dopo l’ottima stagione disputata.
Proseguendo con le Case italiane, arrivano conferme anche in Aprilia: la line-up del team di Noale continuerà ad essere composta dal “capitano” Aleix Espargaró e da “top gun” Maverick Viñales. Una fiducia che i due piloti spagnoli dovranno dimostrare di meritarsi dopo una stagione altalenante, fatta di molti alti e bassi e certamente al di sotto delle aspettative. Da monitorare con attenzione, invece, la situazione del team satellite Aprilia: CryptoDATA RNF [squadra malese indipendente gestista da Razlan Razali, ndr], infatti, è stato escluso dal Mondiale 2024 per “Ripetute infrazioni del Partecipation Agreement che hanno effetto sull’immagine pubblica della MotoGP“. Una situazione che, però, non priverà Aprilia del suo team satellite [si parla di una nuova proprietà americana, ndr], pertanto anche le selle di Miguel Oliveira e Raul Fernandez non dovrebbero essere a rischio per il 2024.
Infine, per la prossima stagione rimarrà invariato anche il box KTM, con Brad Binder e Jack Miller confermati nelle file della Casa austriaca. A entrambi i piloti, però, è chiesto un cambio di marcia in vista del 2024, nel quale dovranno essere più concreti (Miller in particolare) e portare a casa risultati importante per poter essere riconfermati nel 2025.