Il secondo appuntamento stagionale della MotoGP è stato avaro di soddisfazioni per Marco Bezzecchi. Un altro weekend difficile ‒ seppur in leggere ripresa ‒ per il portacolori del Pertamina Enduro VR46 Racing Team, che anche a Portimão ha faticato ‒ e non poco ‒ a trovare la quadra, cogliendo come miglior risultato un sesto posto nella gara domenicale, frutto anche delle cadute di chi lo stava precedendo.
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Una GP23 indigesta
Come detto, il Gran Premio del Portogallo ha dato a Marco Bezzecchi ben poche gioie. La seconda fila in qualifica [sesta posizione in griglia, ndr] sembrava poter dare qualche speranza al pilota riminese, ma già nella Sprint, complice una brutta partenza, la pista ha dato un altro verdetto: undicesimo a oltre 9 secondi di distacco dal vincitore. È andata decisamente meglio nella gara domenicale, dove ha tagliato il traguardo in sesta posizione anche ‒ e soprattutto ‒ grazie alle tre cadute di chi lo stava precedendo [Bagnaia, Marquez e Viñales, ndr].
Risultati ben lontani da quelli dello scorso anno, dove il portacolori del team Pertamina Enduro VR46 è stato in più occasioni in lotta per il podio e la vittoria. Colpisce, in tal senso, la differenza con la passata stagione: a distanza di un solo anno, infatti, ‘Bez’ è passato dall’essere sul podio di Portimão al lottare per una posizione di metà classifica con la Yamaha di Fabio Quartararo, la cui crisi tecnica è ben nota a chi segue il Motomondiale.
Il Portogallo, dunque, non ha fatto altro che confermare le sensazioni avute nei test pre-stagionali e nel GP del Qatar, ovvero quelle di grandi difficoltà di adattamento alla Desmosedici GP23, rivelatosi molto più complesso del previsto. Una moto che lo stesso Bezzecchi, già dopo il primo weekend stagionale, aveva definito “più potente, ma meno guidabile” della tanto amata GP22 di cui disponeva lo scorso anno (e con cui ha chiuso la stagione al terzo posto).
Bezzecchi: «In Portogallo step in avanti»
Al termine dell’ultimo Gran Premio, l’alfiere del team VR46 si è espresso in maniera lucida sulla sua prestazione in pista, analizzando diversi dettagli della sua gara: «Abbiamo raccolto tante informazioni e questa è la cosa più importante. La gara di oggi non è stata fantastica, ma di certo abbiamo fatto uno step decisamente in avanti rispetto al Qatar. Sono riuscito a fare qualche giro buono, anche se non al livello dei più forti, ma la confidenza con la moto è comunque migliorata. Il vero problema sono state le prime curve, non sono stato incisivo e si è alzata subito la pressione della gomma davanti. In quelle condizioni è ancora più difficile, poi con strada libera mi sono trovato meglio e non ho chiuso male».
Bezzecchi ha poi riavvolto il nastro, tornando anche sulla sua non brillante Sprint Race portoghese: «Purtroppo all’inizio ho avuto una brutta impennata, che mi ha fatto perdere accelerazione. Questo mi ha fatto ritrovare nel gruppone in mezzo». Una situazione da cui è poi difficile recuperare, motivo per cui la partenza è fondamentale. Difficile, però, farla bene quando si hanno problemi con la frizione; una situazione che ha sempre caratterizzato la carriera del ‘Bez’ in MotoGP, ma che quest’anno si sta rivelando ancora più complicata del previsto: «La frizione Ducati è stata dura per me fin dal mio primo anno in MotoGP. Neanche in Moto2 sono stato un eroe alla partenza, ma ora sto attraversando un periodo davvero difficile in MotoGP».
Difficoltà anche per Di Giannantonio
La situazione non sembra troppo diversa dall’altra parte del box della VR46: anche Fabio Di Giannantonio, infatti, sta faticando a capire la GP23. I risultati sono pressoché simili a quelli del compagno Bezzecchi: parlando di gare lunghe, ‘Diggia’ non è andato oltre un settimo posto in Qatar e un decimo posto in Portogallo; nelle Sprint Race, invece, si contano solamente due ritiri. Risultati sicuramente al di sotto delle aspettative visto l’ottimo finale di 2023, dove è stato addirittura in grado di cogliere una vittoria in Qatar (la sua prima in assoluto in MotoGP), conquistandosi di fatto un posto nel team Pertamina Enduro VR46.
Un bilancio poco incoraggiante per il pilota romano, che nei test pre-stagionali sembrava poter essere veloce in sella alla nuova moto. Così non è stato, ma Di Giannantonio vuole vedere il bicchiere mezzo pieno: «Abbiamo avuto tutto il tempo di lavorare insieme alla squadra e di avere la moto come una seconda pelle, quindi di costruire la moto intorno a me. Ma di certo sappiamo che abbiamo lavorato insieme solo per tre mesi, quindi la squadra deve ancora capire al 100% di cosa ho bisogno e anche io devo dare il massimo. Tuttavia, con tutti i problemi che abbiamo avuto finora, abbiamo fatto un buon lavoro. L’anno scorso, all’inizio dell’anno, festeggiavo per un piazzamento tra i primi 10. Quindi, credo che siamo in un buon momento e sono sicuro che arriveranno presto giorni migliori».