Un’indiscrezione clamorosa che ‒ se confermata ‒ rischia di svolgere il mondo degli sport motoristici: Liberty Media sarebbe molto vicina all’acquisto di Dorna Sports per una cifra complessiva oltre i 4 miliardi di euro. Nel concreto, questo significherebbe diventare proprietari anche della MotoGP (e della Superbike), al momento controllate dalla società spagnola guidata da Carmelo Ezpeleta: uno scenario che permetterebbe a Liberty Media, già proprietaria della Formula 1, di raddoppiare la propria presenza nel mondo del motorsport, accogliendo sotto la propria ala le due massime categorie dei motori, a quattro e due ruote.
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Una trattativa in fase avanzata
Dopo la Formula 1, Liberty Media sarebbe estremamente vicina anche all’acquisto della MotoGP: questa la notizia (shock) delle ultime ore, riportata dal Financial Times, secondo cui l’accordo tra il fondo americano proprietario del Circus F1 e Dorna Sports, società spagnola a capo del Motomondiale, sarebbe in via di chiusura. Stando alle indiscrezioni, mancherebbe solo l’annuncio ufficiale dell’accordo tra le parti, che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni o ‒ più probabilmente ‒ alla vigilia del Gran Prix of the Americas di MotoGP, in programma ad Austin dal 12 al 14 aprile.
Come spiegato dal Financial Times, la trattativa, iniziata più di un anno fa, sarebbe giunta ad una conclusione proprio in questi ultimi giorni. Liberty Media, società con a capo John Malone, magnate statunitense delle telecomunicazioni e dell’intrattenimento, avrebbe finalizzato l’acquisto dei diritti del Motomondiale da Bridgepoint, società di private equity, e CPPIB (Canada Pension Plan Investment Board), fondo pensionistico canadese, per una cifra complessiva di oltre 4 miliardi di euro.
Per comprendere come siano andate le cose, è bene fare un passo indietro. Nel 2006, Bridgepoint è diventata azionista di Dorna Sports nel 2006, anno in cui ha acquistato le proprie quote da CVC per un valore di mercato di 550 milioni di euro; successivamente, nel 2012, CPPIB ha acquistato la propria quota di partecipazione (38%) da Bridgepoint. La situazione attuale di Dorna, dunque, vede Bridgepoint azionista di maggioranza con il 40% delle quote, seguita da CPPIB, ferma al 38%: il restante 22%, invece, è diviso tra il CEO Carmelo Ezpeleta e altri top manager. Liberty Media, dunque, sarebbe vicina ad un accordo con Bridgepoint e CPPIB che le permetterebbe di avere controllo anche sulla MotoGP, diventando di fatto la regina del motorsport grazie all’unione, sotto la propria direzione, delle due serie massime serie motoristiche mondiali.
Infine, a sottolineare come la “corsa alla MotoGP” non sia stata fatta solo da Liberty Media. Sono state infatti diverse le offerte giunte sul tavolo di Bridgepoint e CPPIB: tra queste spiccano quelle di TKO, gruppo sportivo e d’intrattenimento con a capo il boss di Hollywood Ari Emanuel, e di Qatar Sports Investments, gruppo qatariota già proprietario della squadra calcistica Paris Saint-Germain. Un interesse importante verso la MotoGP, i cui margini di crescita al di fuori dell’Europa sono ampi, a partire dagli Stati Uniti di Liberty Media e di Trackhouse, new-entry di questo 2024 di MotoGP.
F1-MotoGP insieme: attenzione all’antitrust
Sulla trattativa, però, incombe come una spada di Damocle il pronunciamento dell’Antitrust. Un accordo simile, infatti, fa sorgere molti punti interrogativi su quello che potrebbe rivelarsi come un monopolio a livello europeo. Già in passato si era verificata una situazione simile: quando CVC Capital Partners (società di private equity) si era trovata nella posizione di essere contemporaneamente proprietaria sia della Formula 1 che della MotoGP, le autorità di regolamentazione della concorrenza dell’UE avevano sollevato dei (leciti) dubbi sull’operazione, costringendo ‒ di fatto ‒ CVC a vendere il Motomondiale.
Secondo il parere degli esperti in materia, visto il peso di F1 e MotoGP a livello mondiale e le dimensioni che un gruppo simile potrebbe avere, in molti stati europei (Regno Unito e Germania in primis) potrebbero nascere indagini sulla concorrenza. Tramite il Financial Times, l’avvoato James Killick si è espresso così sul tema, mostrando più di una perplessità: “Sarei sorpreso se le autorità garanti non si occupassero di questo affare. La domanda è a questo punto: il mercato è cambiato?”. Fondamentale, dunque, il parere positivo dell’Antitrust sull’operazione, anche (e soprattutto) per quanto riguarda i diritti TV e di broadcasting.
I possibili scenari futuri
Stante lo stato avanzato della trattativa, è lecito ipotizzare quali potrebbero essere gli scenari futuri della MotoGP in caso di acquisizione da parte di Liberty Media. Sotto la guida americana, la Formula 1 ha vissuto una crescita esponenziale grazie alla forte promozione messa in atto sui social media e tramite la serie Netflix Drive To Survive. A ciò si aggiunge un ampliamento del calendario (giunto quest’anno al record di 24 gare) e delle finanze: stando agli ultimi report, l’utile operativo ha visto un incremento del 64% rispetto all’anno precedente (raggiungendo la quota di 392 milioni di dollari nel 2023), con ricavi stimati intorno ai 3,2 miliardi di dollari (contro i 2,5 dell’anno precedente).
Un successo che la MotoGP, negli ultimi anni, ha provato a replicare con risultati non altrettanto positivi: emblematico, in tal senso, il caso MotoGP Unlimited, la serie Amazon Prime nata sulla falsariga di Drive To Survive ma sospesa dopo una sola stagione a causa dei bassi ascolti. A ciò si aggiunge l’introduzione delle Sprint Race, fortemente voluta dallo stesso Ezpeleta per replicare il successo delle omonime in F1: uno spettacolo per i fan, meno per i piloti, che hanno visto il loro (già fitto) calendario raddoppiare. Da sottolineare anche l’arrivo di Daniel Rossomondo, per anni impegnato in NBA prima di approdare nel Motomondiale, ennesimo segno di una volontà, da parte di Dorna, di seguire l’impronta americana nello sport.
Da vedere, dunque, quali innovazioni potrà portare Liberty Media a uno sport sì spettacolare, ma ultimamente sempre più “all’ombra” della Formula 1. Infine, secondo le indiscrezioni, almeno inizialmente non dovrebbero esserci grandi cambiamenti a livello di top management, ma sarà tutto da dimostrare.