Sul tracciato indonesiano del Pertamina Mandalika International Circuit, si è concluso il primo dei cinque round oceanici della MotoGP. Una fase molto interessante ai fini della classifica che sui maggiori circuiti dei mari del sud, si andrà sempre più delineando, fino a decretare chi sarà il nuovo campiona del modo della classe regina. I protagonisti della stagione non si sono fatti attendere nemmeno in quest’occasione e il gran premio a cui si è assistito ha confermato la leadership di Jorge Martin a scapito di un Pecco Bagnaia giunto terzo in rimonta. Ma vediamo come si sono comportati nelle nostre consuete pagelle.
Indice
I top 3
Jorge Martin: 10 – sarebbe un errore non sottolineare che ha vinto il migliore. Dopo centoquaranta giorni dall’ultima vittoria di una gara lunga, Martin porta a casa un trionfo nel momento migliore del campionato, una fase dove servono risposte decise e dopo un periodo in cui, tra alti e bassi, ha sempre mantenuto la testa del campionato. Questo primo posto è il miglior modo possibile per allontanare la pressione e metterla sul diretto inseguitore che, con i giochi sempre aperti, ora lo tallona da ventuno lunghezze.
Franco Morbidelli: 7 – con il compagno di team in vetta alla classifica mondiale e sempre a tiro di vittoria, per Franco doveva comunque arrivare il momento positivo, dopo un avvio di stagione al di sotto delle sue possibilità. Dopo la caduta di Bastianini, sembrava avere il podio in tasca, ma si è dovuto arrendere al sopraggiungere di Bagnaia dalle retrovie, che non ha impiegato molto a superarlo e prendergli la piazza. Resta una prova di alto livello soprattutto per come ha tenuto testa ai migliori della classe, sorprendendo anche buona parte degli avversari con una certa determinazione. Bravo a non commettere errori marchiani, insieme al primo posto di Martin, ha portato nel team il secondo miglior risultato possibile.
Pedro Acosta: 8 – dopo una serie di ottime prestazioni gettate al vento, o meglio nella ghiaia, finalmente porta a casa un sospirato secondo posto, in linea con le caratteristiche del pilota spagnolo e con il suo talento, spesso sprecato per mancanza di gestione. Se Acosta trovasse la via della costanza sarebbe una spina nel fianco per tutti gli avversari più forti, ma il tempo è dalla sua parte e può fare ancora molto. Secondo in Indonesia è un ottimo ‘spot’ per pilota, moto e team.
L’eroe di giornata
Francesco Bagnaia: 7,5 – dopo una brutta prima parte di gara, il campione del mondo in carica ha rimontato tante posizioni, fino a raggiungere il gradino più basso del podio. Un terzo posto che lo salva da un altro colpo di reni di Martin che sente ogni prova alla sua portata, ma che non vinceva una corsa dalla tappa di Le Mans. Era necessario, data la situazione, recuperare più posizioni possibili e alla fine c’è riuscito. Con il compagno di team fuori per una caduta, è stato lui il baluardo del team Ducati ufficiale. Missione compiuta.
I flop 3
Enea Bastianini: 4 – è un periodo che la “Bestia” vola, ma questa volta in senso letterario. Quando un pilota veloce e di così indiscusso talento non sente la pressione, i risultati si vedono e sono spesso vittorie e podi. Un po’ troppa irruenza ha tradito il romagnolo che si auto eliminato in una normale scivolata di gara. La sua permanenza in pista avrebbe certamente portato punti preziosi a Ducati, ma chissà se per Bagnaia si sarebbe poi parlato di podio? Resta il fatto che dispiace abbia perso una bella occasione un po’ fretta e un po’ per sfortuna. Sono le corse.
Marco Bezzecchi: 5 – si tratta di un risveglio un po’ tardivo per il pilota riminese, del resto non sembrava poter competere a questi livelli sino a due gare fa. Ha lottato con fiducia, ma le luci si sono spente appena è risalito Bagnaia che ha fulminato prima lui e poi Morbidelli. Con Bastianini out, si è preso un quinto posto che diversamente avrebbe avuto un altro nome scritto sopra. Ancora indietro, ma soprattutto dal miglior Bezzecchi.
Brad Binder: 5 – cosa manchi a Binder non si capisce, forse gli manca la miglior KTM di sempre, ma resta un pilota veloce che soffre tutta la concorrenza senza battere ciglio. La crisi è allargata, ma non ancora totale, ma se non mette a segno un risultato di rilievo, il buio è dietro l’angolo.