Sul “pistino” tedesco del Sachsenring, il più corto del campionato MotoGP, si è disputato uno dei Gran Premi più spettacolari e avvincenti di questa stagione. Merito dei protagonisti, come sempre agguerriti e impegnati nella lotta per il titolo che non ci hanno risparmiato emozioni, soprattutto nel finale. Tra la clamorosa caduta di Martin a due giri dalla bandiera a scacchi e la grande prova di un ritrovato Franco Morbidelli, vediamo come sono andati i piloti della classe regina nelle nostre consuete pagelle.
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I top 3
Francesco Bagnaia: 9 + – anche stavolta è stato il migliore ed è preoccupante per i rivali perché è il migliore senza esserlo stato veramente. Ma quando vinci anche così, dopo aver ormai corso tutta la gara ad inseguire il tuo diretto avversario, che ti lascia sciaguratamente vincere dopo aver dominato per ventotto giri, ecco che c’è solo da pensare bene. Merito di una moto sempre a posto e di una costanza, quella di Bagnaia, che già in passato l’ha portato lontano, premiandolo con l’alloro iridato. È giusto dagli un voto alto proprio perché non ci si deve attaccare alla sfortune altrui e le corse insegnano che bisogna fare di tutto per trovarsi al posto giusto nel momento più opportuno. E così è stato.
Alex Marquez: 8,5 – appena ha avuto l’occasione se l’è presa in pieno clima Sachsenring. Mai parso in difficoltà ad attaccare, si è ben destreggiato con Morbidelli nuova versione e sembrava di vedere il fratello Marc, che poi è arrivato a ristabilire le gerarchie familiari. Nonostante il sorpasso subito sul finale, il terzo posto è il frutto di una gara corsa con il coltello tra i denti ed è ancora più bella perché vale la doppia presenza sul podio del team Gresini Racing. Merita tutto.
Marc Marquez: 8 – è stato come sempre una fucilata in pieno petto quando ha dovuto premere sul grilletto, o sul freno della staccata decisiva e lo ha fatto con proverbiale bravura. E i due rivali inaspettati, il fratello Alex e Morbidelli, ne hanno esaltato la prova con un sapore nuovo. Vederlo fare a sportellate con la Ducati Pramac del romagnolo è stato un salto nel passato e il duello tutto in famiglia con quel fratellino che è anche compagno di scuderia, sembrava da domenica al motor-park. Si merita un tondissimo otto perché la seconda posizione arriva dopo un colpo di scena, ma ampiamente meritata.
L’eroe di giornata
Franco Morbidelli: 7,5 – è stata indubbiamente la sua gara! Con gli occhi puntati sui primi della classifica, Franco Morbidelli si è preso la scena come non faceva da tanto tempo. Aveva detto che sarebbe arrivato dopo il Mugello e ha mantenuto la promessa rimescolando i valori in campo dei propri avversari. Finalmente in lotta per le prime posizioni, per buona parte di gara è stato in lizza per il podio. Nella seconda parte, complici anche un calo di prestazione e la rimonta dei fratelli Marquez, per il “Morbido” si è materializzato un quarto posto davvero confortante per il prosieguo della stagione. Quarto sì, ma non prima di aver “sportellato” Marc Marquez e vinto il mismatch con Enea Bastianini. Tutt’altro che “morbido”.
I flop 3
Jorge Martin: 5,5 – stava per consegnare alla storia il suo weekend perfetto, rispondendo al suo diretto inseguitore con la stessa moneta ricevuta ad Assen, ma la sfortuna non ha farro sconti e l’ha pagata cara. Dispiace per Martin perché dopo la “Pole” e la “Sprint”, aveva confezionato una gara perfetta. In fuga dall’inizio, anche Bagnaia era rimasto distante meno di un secondo, tanto da garantirgli un arrivo quasi in solitaria. Poi la scivolata del ventottesimo che gli è costato un pesante “zero” sul saldo punti. L’insufficienza è un po’ rigida come valutazione, soprattutto per la bella prova, che non meritava un finale così drammatico, ma le gare finiscono e si vincono solo alla fine.
Maverick Viñales: 4 – continua la penosa ricerca della prestazione da parte di Arpilia Racing e del suo talento a corrente alternata. Ma lasciando perdere il rendimento di un “veterano” della MotoGP come Viñales, la cosa che più colpisce è il dodicesimo posto finale che lo conferma lontano da velleità di qualsiasi tipo di successo. Su questa pista poteva approfittare di un livellamento dei fattori, come la velocità di punta, ma le migliori sono rimaste tali e lui ha fatto quasi peggio che dove solitamente è più svantaggiato.
Fabio Di Giannantonio: 5,5 – fermarsi per un inconveniente tecnico non è una colpa, ma una foratura è roba d’altri tempi. In più è accaduto quando mancavano più di venti giri alla fine, troppi per valutare una prestazione che non è mai decollata. La storia insegna che dietro ai successi c’è anche una certa dose di fortuna, che in questo caso è mancata clamorosamente. Sfiora solo la sufficienza perché sono cose che è meglio non accadano, ma lo aspettiamo per gare migliori, magari l’estate gli porta bene…aspettiamo una cartolina.