A Parigi venne inaugurata nel 2017 la Fia Hall of Fame, una esclusiva galleria nata nel cuore della capitale francese per celebrare la storia della Formula 1 e dei suoi protagonisti. All’interno della sede parigina della Federazione Internazionale dell’Automobile in Place de la Concorde si celebrano quei piloti che almeno una volta hanno alzato al cielo il trofeo più importante del mondo automobilistico.
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Alfa Romeo 158, la regina
La regina dell’esposizione è l’Alfa Romeo 158, altrimenti nota con l’affettuoso soprannome di Alfetta, la bellissima vettura guidata dall’abile pilota Nino Farina che vinse il titolo mondiale del 1950. La vettura è parte integrante della colleziona Fca Heritage, il dipartimento del museo storico Alfa Romeo che si occupa della promozione del patrimonio dei marchi italiani legati alle gare automobilistiche.
Protagonista assoluta fin dai suoi esordi, l’Alfa abbandonò il campionato di Formula 1 nel 1988. Nel 2018, a 30 anni di distanza dalle ultime gare disputate dalla storica casa automobilistica italiana, l’Alfa è tornata, grazie all’accordo con la scuderia Sauber, a far rombare i motori sulle piste più esaltanti del campionato mondiale di Formula 1.
Anche nel 1951, appena un anno dopo l’esaltante vittoria di Farina, Juan Manuel Fangio, a bordo di un’Alfa Romeo 159, completamente costruita con tecnologie prebelliche risalenti agli Anni 30, riuscì a vincere il campionato del mondo. Il motore di questo esemplare storico era un otto cilindri in linea, esemplare mai visto prima, con distribuzione bialbero e alimentazione Roots. Il cambio era in blocco con il differenziale sul ponte posteriore.
La potenza in prima battuta era di 195 CV ma già nel 1939 salì a 225 CV. Con una velocità massima di 232 km/h, la snella monoposto debuttò alla Coppa Ciano del 1938 conquistando le prime due posizioni davanti a un pubblico entusiasta; seguirono il GP di Milano e una serie di vittorie che si chiuse prematuramente con il GP di Tripoli 1940, quando lo scoppio della guerra interruppe tutte le competizioni.
La serata inaugurale
Alla serata inaugurale parteciparono grandissimi nomi, tra cui Jean Todt: “La Fia Hall of Fame è stata creata per mettere in evidenza i valori che attraversano il motorsport e i campioni che sono stati e che sono ancora gli esempi dei valori della Fia di impegno, integrità, rispetto e sportività – disse l’allora presidente -. Questo è il primo stadio di un progetto ambizioso: la Fia Hall of Fame si espanderà presto alla sede della Fia a Ginevra, e altri campioni e altre discipline saranno al centro dell’attenzione nei prossimi anni. In questo modo celebreremo tutti i campioni della Fia che hanno reso, e che rendono ancora, la storia del motorsport così incredibilmente ricca e ispiratrice”.
Un premio venne assegnato a Michael Schumacher, che ritirò la sua storica manager, Sabine Kehm: “Sappiamo tutti che Michael dovrebbe essere qui e sono assolutamente sicura che gli piacerebbe essere qui – affermò ai microfoni -. Ha sempre avuto il massimo rispetto per tutti in questa stanza e ne sarebbe molto onorato. Ciò che ha reso Michael così speciale, ciò che lo ha reso così di successo è stato, come per tutti in questa stanza, l’amore e la passione per questo sport”.