Round 6 significa anche metà campionato, il giro di boa che svolta la Superbike fino ad oggi emozionante e combattuta. Già, perché se Toprak Razgatlioğlu ha dominato gli ultimi due appuntamenti, mettendo a segno due storiche triplette, non ha ancora ucciso il campionato, che resta in equilibrio a vantaggio dello spettacolo e di tutti gli appassionati che possono contare su manche spettacolari e mai scontate.
Lo show stavolta passa per il Most Autodrom in Repubblica Ceca, dove si corre dal 2021 e che ha fatto spesso discutere per le sue caratteristiche, la particolare conformazione e insieme a Donington Park completa questa fase “old style” della stagione, per quanto riguarda i circuiti.
Indice
La pista
Immerso nel verde della Ústí nad Labem, vicino alla frontiera tedesca, è un tracciato stretto, lungo 4.212 Km, con un solo vero rettilineo in pendenza, ventuno curve, di cui tre che richiedono una sterzata di 90° e due tornanti stretti. Questo tipo di pista richiede una molta agilità nei cambi di direzione che sono abbastanza violenti, repentini e puntare la moto in staccata prima di chiudere una curva non è sempre facile, se si vuole essere veloci.
Lo scorso anno la pole position è stata firmata da Razgatlioğlu in 1’30.801 davanti a Danilo Petrucci che è salito ben due volte sul podio (3° in Gara1 e 2° in Gara2), dimostrando di apprezzare questo genere di pista più di tanti altri colleghi. Al turco, che cadde in Gara2, andò solo la Superpole Race, mentre le due manche lunghe se le spartirono Jonathan Rea e Álvaro Bautista, all’epoca pienamente im lotta per il titolo.
La vicinanza a Germania e Austria favorisce l’arrivo di appassionati dai rispettivi paesi, che insieme a cechi e slovacchi, gremiscono le tribune per tre giorni di assoluto divertimento tra le moto più veloci della produzione.
Ducati in casa di BMW
Si respira un clima da gara di casa per BMW, che dopo le belle prove nel Regno Unito con il leader della serie e il rientro nelle posizioni che contano di Scott Redding e del team Bonovo Action BMW, ci si aspetta quasi un “bis”, da entrambe le compagini della casa bavarese che hanno tutto l’interesse e la voglia di affermarsi davanti ad un pubblico amico.
La risposta di Ducati non si farà attendere e come constatato anche nello scorso weekend, Nicolò Bulega sembra non sbagliare nulla dovendo correre in “difesa” dietro ad un implacabile avversario che, oltre al talento, dispone di uno stato di grazia, solitamente mutuo soccorso di chi firma grandi imprese. La storia ci ha già mostrato in più casi che tutto può accadere e le “vecchie volpi” sono pronte ad uscire dalla tana e fare il proprio mestiere.
È il caso di Álvaro Bautista che a Most ha già vinto e sa come si fa, dato l’obbligo personale e morale di non farsi staccare troppo in classifica dalla prima guida BMW e soprattutto dal suo compagno dell’Aruba.it Ducati Racing. Stesse caratteristiche, ma diverse le condizioni per Jonathan Rea che raccoglie ogni risultato positivo come un progresso nella sua esperienza in Yamaha, alla quale l’aria di Donington ha fatto molto bene e può intraprendere una strategica rimonta, soprattutto in vista della seconda parte di stagione che volge a circuiti sicuramente più nelle corde del nordirlandese.
Sarà la prima volta per Andrea Iannone, che dopo i problemi fisici che l’hanno condizionato in Inghilterra, dovrà far emergere dal gruppo la Ducati Panigale V4 R del team GoEleven, così come dovrà fare lo stesso Sam Lowes che mai ha gareggiato ufficialmente in questa pista, ma con il suo stile può facilmente adattare le prestazioni della Ducati dell’ ELF Marc VDS Racing Team allo scopo e salire di livello su tutta la linea. Alex Lowes ha dato a tutti, Kawasaki in primis, la prova di meritare le dovute attenzioni dal suo team che ha già trionfato a Most e può facilmente ripetersi.
Ancora acciaccato, Petrucci del Barni Spark Racing Team è uno dei nostri portacolori indiziati per il podio, come Andrea Locatelli, che al momento è l’uomo di riferimento del Pata Prometeon Yamaha, anche se è sempre più ostico nelle prime fasi di gara, per poi calare sul finale dove gli altri crescono.
Occhi puntati
Remy Gardner e Dominique Aegerter, GYTR GRT Yamaha WorldSBK Team, sono attesi dalla casa di Iwata, dagli appassionati e cercheranno di recuperare dopo il faticoso weekend appena trascorso, mentre le Honda ufficiali hanno in questa pista una sorta di vantaggio.
Essendo di base un progetto molto stradale rispetto alle concorrenti, possono fare la differenza, nella speranza che Iker Lecuona e Xavi Vierge, trovino la giusta alchimia per essere più competitivi. Non sarà solo Garret Gerloff, a difendere la bandiera a stelle strisce ci sarà anche il subentrante Hayden Gillim che salirà sulla PETRONAS MIE Racing Honda lasciata momentaneamente da Tarran Mackenzie, infortunatosi in Gara1 a Donington, mentre per Adam Norrodin, caduto domenica e attualmente in entry list, occorrerà aspettare il via libera dei medici per avere la certezza della sua partecipazione.
Orari e programmazione TV
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