Il campionato del mondo Superbike 2024 si è deciso lo scorso weekend all’ultimo round sulla pista di Jerez e a trionfare è stato Toprak Razgatlioğlu, che già il sabato dopo la prima manche, si è fregiato dell’iride laureando con sé la BMW, per la prima volta sul tetto del mondo di questa categoria.
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La prima stagione in BMW
Il suo passaggio al marchio bavarese aveva acceso non poche perplessità nell’ambiente e tra i tifosi, che contavano più nel valore del pilota turco che nella competitività della moto. L’inizio della stagione era stato incerto e si poteva ipotizzare che, dietro al solo terzo posto nella Superpole race al debutto in Australia ci fosse il talentuoso Toprak a tenere alto l’onore e il tasso tecnico. Ma è bastato tornare in Europa che la squadra tedesca e il suo pilota di punta hanno aggiustato il tiro, inanellando due vittorie a Barcellona (una in Superpole race) e una ad Assen in Gara2.
Con la Ducati in grande spolvero tutto era in equilibrio, ma da Misano a Portimão, il binomio BMW-Razgatlioğlu ha messo a segno quattro mostruose triplette. Un cannibalismo sportivo che non si registrava da tempo e che ha concesso allo stesso pilota di saltare i round di Francia e Cremona per infortunio, senza perdere la vetta della classifica. Rientrato ad Aragon, pista a lui non congeniale, ha recuperato punti andando arrivando sempre secondo e vincendo un’altra gara a Estoril e facendosi bastare il secondo posto di Gara1 a Jerez.
L’ombra su Ducati e Bulega
Tutto questo è avvenuto parallelamente ad una stagione di debutto da incorniciare di Nicolò Bulega, che dopo aver conquistato il mondiale Supersport nel 2023, è stato promosso titolare del team ufficiale in Superbike. Il più giovane rookie della storia delle derivate di serie aveva aperto la stagione con una vittoria a Phillip Island, candidandosi per il titolo sin dalle prime curve del campionato. Purtroppo, il margine di miglioramento lo avrebbe comunque condizionato e le sue prestazioni, per quanto eccezionali data la poca esperienze con la cilindrata mille, sono state sporcate dal ruolino di marcia del suo avversario, divenuto in poche settimane l’uomo da battere per tutto il paddock. Bulega ha fatto tutto il possibile per battere Razgatlioğlu, ma le sei vittorie e i quindici secondi posti non sono bastati a raggiungere il titolo.
La scommessa bavarese
L’iniziale scetticismo che velava il passaggio di Razgatlioğlu in BMW derivava dagli scarsi risultati ottenuti nelle precedenti edizioni a carico del team ufficiale che si era pur approvvigionato di piloti di primissimo livello come Scott Redding (12 vittorie in WSBK) e Michael van der Mark (6 vittorie in WSBK), mai capaci di imprimere quel passo vincente per fare il definitivo salto di qualità. Proprio l’arrivo del turco alla corte tedesca ha cambiato la prospettiva di squadra e piloti che, per loro ammissione, si sono attribuiti la responsabilità di non aver capito la M 1000 RR, quanto il loro nuovo compagno di marca.
Perché Razgatlioğlu è arrivato in BMW
Lo strappo con Yamaha si è creato quando a Toprak Razgatlioğlu è stato offerto di provare il prototipo MotoGP nel 2022 prima ad Aragon, dove causa maltempo non si è girato e il test è risultato irrilevante, poi a Jerez nell’aprile 2023. Il secondo doveva essere determinante a valutare il suo passaggio nella classe regina del motomondiale al posto di Franco Morbidelli, già destinato al team Ducati Pramac.
La moto messagli a disposizione dal team di Iwata non era stata adeguata alle caratteristiche del lungo turco che aveva chiesto una sella per la sua corporatura e altri accorgimenti tecnici relativi al suo stile di guida. Richieste non esaudite per le quali il campione avrebbe interrotto anticipatamente l’impegno se non fosse intervenuto il suo mentore Kenan Sofuoğlu obbligandolo a concludere la due giorni in forma di rispetto a Yamaha. Quanto accaduto ha spinto definitivamente Razgatlioğlu ad accettare un importante contratto con la casa dell’elica a fronte di portare il titolo in Germania. Missione compiuta al primo tentativo.
Quando andrà in MotoGP
In molti si chiedono se data la schiacciante superiorità mostrata in pista, sia giunta l’ora del passaggio alla MotoGP. La storia insegna che qualsiasi pilota di talento e belle speranze che abbia concretizzato le attese in Superbike, per cambiare paddock e passare al motomondiale, necessita di un progetto e un’estrema fiducia da parte di chi lo porta in pista. Se Razgatlioğlu dovesse accettare qualsiasi sella libera, pur di far parte della top class, commetterebbe un errore grossolano e tutto il suo talento verrebbe meno a fronte di problemi più palpabili e correlati ai risultati.
Se invece affrontasse quest’esperienza all’interno di un team costruito intorno al suo passaggio in MotoGP, probabilmente ne verrebbe fuori una bella avventura, indipendentemente dai successi e dai punti. Questo perché entrambe le categorie maggiori, di derivate di serie e GP, hanno una griglia per meta composta da campioni e per l’altra da bravi piloti. Ciò non toglie che l’impatto con il motomondiale sia la prima vera prova da superare. Con una base ufficiale e possibilità tecnico-economiche da grande team, anche Toprak Razgatlioğlu se la giocherebbe con i migliori dopo un periodo, non per forza lungo, di adattamento a moto e gomme.
Serve un progetto
Se BMW avesse già in mano un buon progetto per sfondare in MotoGP, la sella del neo campione del mondo superbike sarebbe garantita, al tempo stesso, per vederlo salire sulla moto di un’altra scuderia ci vorrebbe comunque più tempo, ora che il titolo è titolo è arrivato con il team ufficiale tedesco, il sodalizio è destinato a durare per almeno un’altra stagione, al netto di quello che conquisteranno insieme il prossimo anno.