Che la sorte dei veicoli con motori diesel fosse segnata lo si sapeva da tempo. Gli elevati livelli di sostanze inquinanti prodotti durante la combustione del carburante, infatti, hanno spinto diverse amministrazioni locali – e nazionali – a metterli “fuori legge”. Città come Parigi, Roma, Milano, Londra e Berlino (tanto per citarne alcune) hanno da tempo imposto dei blocchi alle auto con motore diesel, impedendone la circolazione nel centro urbano.
Secondo un’indiscrezione del quotidiano economico “Financial Times”, la fine del diesel potrebbe arrivare prima del previsto. Almeno per quel che riguarda i veicoli commerciali pesanti. Il quotidiano britannico, infatti, sostiene che sette dei maggiori produttori mondiali di camion avrebbero sottoscritto un accordo per interrompere la produzione di veicoli commerciali pesanti con motorizzazione diesel entro il 2040, e non il 2050 come inizialmente previsto. Uno stop anticipato di 10 anni, dunque, ritenuto da diversi analisti come piuttosto ambizioso.
L’accordo, si legge sulle pagine del “Financial Times”, è stato sottoscritto da Daimler, Scania, Man, Volvo, Daf, Iveco e Ford e annunciato pubblicamente da Henrik Henrikson, CEO di Scania e membro del direttivo dell’associazione europea costruttori veicoli commerciali. Una voce molto autorevole, dunque, che ha anche delineato quali saranno le prossime mosse delle “sette sorelle”. Nel patto, infatti, è previsto anche un piano operativo su come rendere possibile l’addio al diesel in meno di due decenni.
Prima di tutto, i costruttori di mezzi pesanti si avvarranno della collaborazione del “Potsdam Institute for Climate Impact Research” per individuare le migliori alternative ai motori diesel e avviare delle sperimentazioni sul campo. Le sette aziende firmatarie sono pronte a investire tra i 50 e i 100 miliardi di euro per accelerare lo sviluppo di queste tecnologie alternative e riuscire così nel loro intento di abbattere le emissioni inquinanti prodotte dai veicoli commerciali. “Solo lavorando insieme – ha affermato Henrikson – saremo in grado di raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissi”.
Stando a quanto riportato dal Financial Times, gli ingegneri e i tecnici al lavoro dovrebbero concentrarsi su tre differenti tecnologie: i motori elettrici, i motori a idrogeno e carburanti a basso impatto ambientale (come il biodiesel, ad esempio). Questi ultimi dovrebbero consentire, nel brevissimo termine, di abbattere sostanzialmente le emissioni di gas inquinanti da parte dei veicoli commerciali pesanti, dando così tempo per sviluppare adeguatamente le altre due tecnologie.
I sistemi a trazione elettrica dovrebbero essere impiegati nei trasporti “di prossimità”, come le consegne ai clienti. Per le lunghe percorrenze, invece, i motori a celle di combustibile sono la migliore alternativa al diesel. Una soluzione già adottata da Hyundai e Mercedes, che nei mesi passati hanno presentato dei camion a idrogeno pronti per essere messi in commercio. Sia per l’elettrico sia per l’idrogeno, sottolinea il CEO di Scania, sono però necessari investimenti per ristrutturare la rete di distribuzione e ricarica, così da consentire agli autotrasportatori sufficiente “libertà di movimento”.