Dalle prossime elezioni Europee, previste tra l’8 e il 9 giugno per il rinnovo del Parlamento Europeo, passa il futuro del settore delle auto italiane. Una filiera che, a differenza di quanto sta accadendo in alti Paesi Ue e oltre il Vecchio Continente, sta risentendo degli ostacoli verso la transizione ecologica, con politiche industriali e commerciali che non vengono in aiuto ai produttori il cui operato stenta a decollare. Ai nuovi europarlamentari italiani spetta quindi fare squadra, con l’obiettivo di portare avanti azioni fondamentali per il comparto. Lo chiede Anfia, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, che ha lanciato l’appello ai prossimi eletti per garantire alla filiera italiana una posizione di rilievo nella discussione.
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Dall’Ue passa il futuro dell’automotive
Il prossimo Parlamento Europeo, infatti, sarà chiamato a decidere su quelle che saranno le politiche per il futuro della mobilità nel Vecchio Continente. Il prossimo quinquennio, infatti, sarà importante per la discussione dello stop ai motori termici previsto per il 2035 e l’introduzione dello standard Euro 7, il tutto nell’ottica di una decarbonizzazione che rivoluzionerà il settore.
Motivo per il quale chi rappresenterà l’Italia dovrà farsi trovare pronto ad affrontare le sfide che si presenteranno, per il bene della filiera dell’auto in Italia. Lo chiede Anfia, che ha pubblicato un manifesto nel quale illustra l’importanza delle decisioni prese dal Parlamento Europeo.
Ai partiti è stato condiviso un manifesto volto a evidenziare le priorità e le richieste delle imprese italiane alla prossima legislatura europea, con l’obiettivo di avere più garanzie e meno ostacoli.
Le proposte nel manifesto di Anfia
Nel suo manifesto l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica ha sottolineato che le leve competitive per la filiera automotive europea dovranno essere:
- rilancio e supporto degli investimenti delle imprese automotive per dare loro la possibilità di essere competitive a livello globale;
- impegno della filiera verso l’economia circolare con produzioni carbon neutral al 2040;
- ricerca e innovazione su batterie, idrogeno, intelligenza artificiale, guida autonoma e connessa, Software Defined Vehicles;
- reskilling per gli attuali lavoratori del settore e formazione nuove competenze;
- diffusione omogenea in Europa delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e per il rifornimento ad idrogeno. Diffusione dei Carbon neutral fuels.
Per questo motivo l’Anfia si aspetta una fase di “pausa regolamentare” che garantisca alle imprese una programmazione di medio e lungo termine, ma anche regolamenti sui target CO2 di veicoli leggeri e pesanti, con l’adozione di approccio tecnologicamente neutrale definizione di una metodologia di calcolo delle emissioni dei veicoli alimentati con “Carbon neutral fuels”. Ma non solo, perché nel manifesto viene chiesto un piano di politica industriale europea per l’automotive che definisca priorità, linee d’azione e politiche da mettere in atto per rendere l’Europa un posto ancora attrattivo per produrre veicoli e investire in Ricerca e Sviluppo.
Guardando alla Cina, poi, sono richieste politiche commerciali per il bilanciamento dei dazi su import ed export di veicoli oltre che parti e componenti, così come una value chain europea delle batterie per stimolare l’Europa a essere indipendente nell’approvvigionamento e trattamento delle materie prime.
L’appello ai politici italiani
Proposte che Anfia avanza all’Europa, ma che utilizza come tramite i partiti che porteranno i propri eletti in Parlamento. Motivo per cui Roberto Vavassori, presidente dell’associazione, ha lanciato un chiaro messaggi ai candidati eletti.
“Dagli europarlamentari italiani ci aspettiamo, quindi, che facciano squadra nazionale, per portare avanti uniti azioni fondamentali per la filiera italiana in considerazione della sua rilevanza” le parole.