Aptera, l’auto a energia solare sarà prodotta nel Sud Italia

La start up americana pronta a realizzare un sito produttivo nel Sud Italia in grado di creare 20.000 unità l'anno e garantire un grande sbocco occupazionale

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Marco Di Marco

Giornalista Pubblicista

Laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista che da sempre ama le auto. Ha sempre avuto la passione per il giornalismo automobilistico scrivendo sia di prodotto che di motorsport.

La transizione ecologica continua a essere al centro del dibattito del mondo automotive. Il passaggio dai tradizionali motori termici a quelli elettrici comporta ancora oggi numerosi punti interrogativi con i consumatori indecisi sul da farsi, mentre le Case professano fiducia nei propulsori a zero emissioni.

In questo contesto di caos calmo si inserisce Aptera, la start up statunitense che punta con decisione sull’energia solare e sull’Italia per la produzione dei suoi veicoli.

Aptera: 100 milioni di euro di investimento

La prima cosa che stupisce quando si parla di Aptera e dei suoi veicoli a zero emissioni è la nazionalità dell’azienda. Aptera Motors, infatti, è una start up americana e non una società cinese come si potrebbe in un primo momento pensare anche alla luce della invasione dei brand asiatici sui mercati europei. Eppure Aptera Motors può anche vantare un “cuore” italiano grazie a Marco Messina e Rosario de Maio, partner di Iniziativa Cube.

Grazie a questo advisor finanziario e strategico, nonché grazie al supporto di Tiber International per quel che riguarda la gestione dei rapporti istituzionali e degli aspetti legali, Aptera Motors ha deciso di avviare un programma di investimenti di 100 milioni di euro per realizzare un sito produttivo proprio in Italia, e nello specifico nel sud della nostra penisola, dove dare vita ai suoi tricicli a zero emissioni alimentati ad energia solare.

La scommessa di Aptera Motors di puntare sul nostro Paese è coraggiosa, ma al contempo ambiziosa. Secondo i piani della start up statunitense l’obiettivo è quello di produrre circa 20 mila veicoli l’anno in grado di garantire un fatturato superiore ai 500 milioni di euro e, soprattutto, offrire un impatto occupazionale diretto di oltre 500 unità. Una vera e propria manna dal cielo in una zona come quella del Sud Italia da sempre carente di opportunità lavorative di valore.

Aptera: tre ruote e pannelli solari integrati

Dopo aver parlato di cifre è giunto il momento di scoprire qual è il veicolo a zero emissioni realizzato da Aptera Motors e quali siano le caratteristiche che lo differenziano dalla concorrenza elettrica. Innanzitutto l’alimentazione. I veicoli creati dalla start up americana, infatti, non si ricaricano alla presa della corrente come tutte le altre vetture elettriche, ma riescono ad ottenere l’energia necessaria per il funzionamento dai pannelli solari integrati nella carrozzeria.

Una scelta tecnica certamente rivoluzionaria che tuttavia potrebbe anche spaventare. La start up ha però voluto rassicurare i propri investitori garantendo una percorrenza annua da record per il proprio veicolo: ben 17.000 Km di autonomia in condizioni di normale soleggiamento. Un valore, questo, ottenuto anche grazie all’attento studio aerodinamico delle linee ed in grado di cancellare qualsiasi ansia da ricarica.

Proprio l’aerodinamica porta una firma italiana. Il design del veicolo è stato studiato nella galleria del vento di Pininfarina così da unire un CX estremamente efficace ad uno stile unico caratterizzato anche dalle 3 ruote. Sì, avete letto bene. Il veicolo di Aptera Motors, infatti, non è la classica vettura dotata di quattro ruote, ma un triciclo in grado di ospitare sino a due occupanti perfettamente a suo agio anche nelle vie cittadine.

Quella che può sembrare una scommessa azzardata, in realtà è una realtà più solida di quanto si immagini. Negli Stati Uniti il progetto Aptera Motors ha stuzzicato l’interesse sia del mercato finanziario che degli acquirenti ottenendo 120 milioni di dollari di capitale e circa 47 mila preordini (pensare che solo due anni fa era 25.000 le prenotazioni). La scelta di creare nel Sud Italia il sito produttivo potrà sembrare un salto nel vuoto, ma è una scommessa che la start up vuole vincere grazie anche al sostegno del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.