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Pubblicato: 1 Febbraio 2023 12:14
De Meo manda una lettera a Bruxelles, in difesa dell’industria automobilistica, in vista delle proposte della Commissione UE sul Green Deal. I punti salienti sono:
gli obiettivi di decarbonizzazione sono troppo severi e i tempi per raggiungerli troppo brevi;
la nuova regolamentazione è costosa per le Case automobilistiche;
il fatto che l’Europa non si renda conto che l’Automotive è un’industria globale e che alle condizioni di oggi i costruttori europei vedono la loro competitività a rischio nei confronti della Cina (di cui temiamo infatti l’espansionismo nel nostro continente) e degli USA. Il rischio è quello di arrivare, secondo De Meo, alla deindustrializzazione.
Il CEO del gruppo Renault, Luca de Meo, che oggi è anche nuovo presidente dell’ACEA, l’associazione dei costruttori europei, ha riassunto le problematiche in questi tre punti salienti.
Il 2022 è stato un anno ancora molto duro per le vendite in Europa, lo sappiamo e lo ha ricordato anche la direttrice generale di ACEA, Sigrid de Vries, a causa delle difficoltà di reperire componenti e materie prime e delle problematiche relative al settore energetico.
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Secondo De Meo: “Negli ultimi 20 anni l’industria automobilistica europea ha gradualmente perso terreno rispetto ai principali concorrenti globali. La produzione e le vendite di automobili in Cina, ad esempio, sono aumentate di più di 25 volte dal 2003, mentre sono diminuite di circa il 25% in Europa. Nello stesso periodo la quota di mercato interno delle case automobilistiche europee è scesa di 7 punti, al 70%. E recenti decisioni politiche rischiano di mettere l’industria automobilistica europea ancora più in difficoltà, creando una situazione sfavorevole rispetto ai concorrenti cinesi e americani”.
Il rischio, come abbiamo detto, è quindi di perdere competitività sulla Cina e gli Stati Uniti.
“Mentre l’approccio dell’Europa è quello di regolamentare la strada verso emissioni zero, altre regioni del mondo stanno incentivando quella strada. Gli Stati Uniti e la Cina stanno sostenendo e stimolando in maniera massiccia la loro industria, in particolare attraverso l’Inflation Reduction Act (Ira) e il piano Made in China 2025 (Mic)”.
L’industria automobilistica, come il manager tiene a sottolineare, è di primaria importanza per l’economia dell’Europa: “Parliamo di quasi 13 milioni di posti di lavoro in Europa, il 7% del totale. E del 30% delle spese totali in R&S nel continente, in tutti i settori. Parliamo dei veicoli, auto, veicoli commerciali e camion che assicurano ogni giorno l’80% della mobilità di persone e merci in chilometri. Si prevede che queste percentuali rimarranno molto simili fino al 2050”.
De Meo attende una risposta da parte delle istituzioni, la dichiara di “fondamentale importanza”. Il settore automobilistico ha bisogno delle istituzioni dalla sua parte. L’Europa dovrebbe attuare “una politica industriale automobilistica ambiziosa, in grado di rivaleggiare con quelle di altre regioni del mondo, salvaguardando e promuovendo al contempo il libero scambio su scala globale”.
Secondo De Meo: “L’Euro 7 secondo i nostri ingegneri potrebbe aumentare il costo delle auto in media di 1.000 euro: significa raddoppiare il prezzo finale. Con tale incremento stimiamo una sostanziale riduzione del mercato delle auto nuove, di circa il 7%. Sappiamo che le persone manterranno le auto vecchie più a lungo o acquisteranno auto usate invece di nuove. Sta già accadendo e il parco circolante sta invecchiando ovunque». Infatti l’età media delle auto in Europa è ancora attorno ai 12 anni, per non parlare dell’Italia, che possiede uno dei parchi auto più datati del continente.
L’ACEA sostiene che gli enormi investimenti richiesti dall’Euro 7 dovrebbero essere invece usati per velocizzare il processo di elettrificazione. Non facciamoci illusioni quindi, perché secondo De Meo anche dopo il 2050 le vetture tradizionali “saranno la maggioranza del parco auto”. La normativa Euro 7 “avrà un forte impatto sulla nostra attività e sulle nostre persone. Le scadenze sono troppo brevi. Soltanto in Renault potrebbe portare alla chiusura di almeno quattro stabilimenti in breve tempo”. Non possiamo sopportarlo.