Automobilisti italiani aggressivi, ma il vero pericolo è il telefono

Aggressivi e irascibili, gli automobilisti italiani (e quelli europei) sono lo specchio della società odierna. Il pericolo numero uno si conferma il telefono

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Dimmi come ti comporti al volante e ti dirò chi sei. La fotografia scattata dalla Fondazione VINCI Autoroutes con il 14° Barometro europeo della guida responsabile è tutto fuorché edificante. I difetti riscontrati nella società odierna sembrano essere rispecchiati a pieno dalla condotta al volante. “Egocentrismo, senso di onnipotenza, aggressività…”, intitola il rapporto, basato sui dati raccolti da Ipsos su 12.413 persone in 11 Paesi europei, con particolare focus sugli automobilisti italiani.

Meglio farsi un bell’esame di coscienza

Il sondaggio, svolto a cadenza annuale ad ampio raggio, dipinge un quadro poco rassicurante circa gli atteggiamenti tenuti dagli utenti della strada. Nello specifico, permette di monitorare l’evoluzione delle cattive e delle buone abitudini per contribuire a orientare meglio i messaggi di prevenzione.

Che perdessimo facilmente la pazienza ce ne eravamo già accorti da tempo. Basti fare una prova empirica, soprattutto nelle ore di punta, ad esempio di ritorno dal lavoro, quando, imbottigliati nel traffico, perdiamo le staffe in un batter d’occhio. Oppure apprendere certe storie, tipo l’imprenditore brasiliano di 64 anni pronto a investire, sulla sua Lamborghini, il ladro che gli aveva appena sottratto il Rolex.

Ma un conto sono le impressioni, un altro i numeri e le rilevazioni portate ora a conoscenza suffragano i sospetti. Sebbene la tentazione sia sempre quella di guardarsi intorno, alla ricerca dei colpevoli, la morale della favola è intuitiva: guardiamoci allo specchio e facciamoci un bell’esame di coscienza. Perché spesso noi stessi alimentiamo un circolo vizioso e fingere il contrario equivarrebbe a mentire.

La colpa? Sempre degli altri

Gli automobilisti europei, riferisce il report, sono convinti di essere un esempio: il 97% cita almeno un aggettivo positivo per descrivere il proprio atteggiamento alla guida. Nella quasi totalità dei casi si definiscono vigili (75%), calmi (58%) o addirittura cortesi (29%). Giusto una minima parte riconosce di essere stressata, tuttavia quasi mai riconoscono di essere aggressivi (3%), pericolosi (1%) o irresponsabili (1%). Noi italiani diamo feedback simili alla media, anche se ci consideriamo più vigili (80%) e stressati (15%), e meno calmi (47%) o cortesi (20%).

Ora arriva, però, il paradosso. Nel descrivere la condotta degli altri al volante, l’80% dei conducenti (l’84% restringendo il campo alla nostra penisola) fornisce almeno un aggettivo negativo. In ordine decrescente, il termine maggiormente inflazionato è “irresponsabili” (43%, 49% in Italia), seguito da “stressati” (34%, 34%), aggressivi (30%, 25%) e “pericolosi” (28%, 35%).

Alcuni automobilisti italiani ed europei riconoscono di comportarsi con rabbia prese le redini della vettura. Si sentono protetti dall’abitacolo e perdono facilmente le staffe, certi di non correre nessun pericolo. Ad esempio, il 14% del campione (idem nel Belpaese) ha la sensazione di essere più nervoso, impulsivo o aggressivo rispetto a com’è nel quotidiano, il 19% (18%) ha la parvenza di trovarsi in una sorta di bolla e di prestare meno attenzione agli altri. Oltre un individuo su sette (15%, 13%) ha totale sfiducia nella categoria dei conducenti, pronto ad affermare che, sulla strada, “ognuno pensa a sé stesso”.

In linea col trend degli ultimi anni, rimangono alti (l’83% in Europa, l’88% lungo lo Stivale) i livelli di coloro che temono il carattere “fumantino” altrui durante la circolazione. Eppure, un nutrito gruppo ci mette del proprio per un clima teso: il 52% ammette di insultare gli altri conducenti (60%), il 50% di suonare il clacson a sproposito ai guidatori rei di irritarlo (55%), il 31% di stare attaccato, in maniera deliberata, al veicolo di qualcuno che lo infastidisce (29%), il 21% di scendere dal mezzo per discutere (28%).

Invece di far partire una caccia alle streghe, sarebbe, pertanto, saggio ergersi ad artefici del progresso. Del resto, lasciarsi cogliere dalla rabbia comporta dei grossi rischi, da scongiurare sul nascere, onde evitare di pentirsene a scoppio ritardato, una volta riportati o arrecati dei danni.

Gli errori comuni

Relativamente alle infrazioni del codice stradale, oggetto di revisione in Italia, l’85% dichiara di superare il limite di velocità indicato dalla segnaletica (80%), il 58% di non osservare le distanze di sicurezza (56%), il 53% di circolare in autostrada sulla corsia centrale, benché quella destra sia libera (50%) e il 35% di sorpassare a destra in autostrada (27%).

Il 77% utilizza lo smartphone o imposta il GPS mentre guida (74%), il 67% telefona mentre è al volante (68%) e il 44% lo fa regolarmente (50%). È sempre maggiore il ricorso al Bluetooth, col 57% che se ne serve per chiamare (56%). Tra coloro che telefonano, il 14% ha già avuto o sfiorato un sinistro a causa della propria trasgressione (17%). Infine, l’84% dei conducenti riconosce di togliere, talvolta, gli occhi dalla strada per oltre due secondi quando è al volante (82%).

Il 38% degli intervistati afferma di mettersi alla guida nonostante si senta parecchio stanco (30%). Di questi, il 38% ha già avuto l’impressione di essere assopito al volante (25%), il 18% di aver già avuto un incidente o quasi dettate da un colpo di sonno (14%) e il 38% di non arrestare la marcia per concedersi un pisolino (27%).

Guida sotto effetto di sostanze

Una grave inottemperanza, purtroppo, diffusa consiste nell’usare la macchina sotto effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti. Il 17% dei maschi di età compresa tra i 25 e i 34 anni (18% degli italiani) lo ha fatto in stato di ebbrezza e il 9% (12%) dopo aver fumato una cannabis, che sale al 26% prendendo esclusivamente a riferimento coloro che si erano concessi qualche bicchierino di troppo. Il 40% che ha guidato sotto effetto di sostanze alcoliche ha già avuto o sfiorato un incidente per via di tale eccesso (55%).

A quanto pare, prima di assumere dei provvedimenti occorre la tragedia. Infatti, l’89% del campione rimasto personalmente coinvolto in un incidente (o sfiorato) oppure ha avuto una persona cara rimasta uccisa o gravemente ferita in un sinistro, ha cambiato comportamento sulla strada (93%). Di loro, l’82% dichiara di essere più vigile (77%), il 77% più rispettoso del codice (75%) e il 30% più stressato quando prende la vettura (34%).

“l ritratto degli europei al volante che emerge da questa nuova edizione del Barometro della guida responsabile – commenta Bernadette Moreau, delegata Generale della Fondazione VINCI Autoroutes – riflette una società divisa tra la paura di una crescente violenza, anche sulla strada, e la difficoltà per tutti, a prescindere dall’età, di adottare azioni concrete per ridurla. Rispettare le regole del codice della strada, essere consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni per sé e per gli altri, controllare l’impulsività e resistere all’individualismo sono tutti modi per contrastare la violenza sulle strade e la violenza in generale”.