È successo sulla strada statale Lecce-Brindisi, precisamente nei pressi di Trepuzzi. Qui un autovelox ha registrato un’infrazione per eccesso di velocità di 0,2 km/h con conseguente emissione di una multa. L’episodio ha sollevato nuove discussioni sulle politiche di controllo della velocità e l’efficacia degli autovelox in Italia. Anche una minima infrazione, come dimostra questo caso, può trasformarsi in una multa.
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Perché la multa per eccesso di velocità di 0,2 km/h
La regola di base sulla multa autovelox è ben nota: dalla velocità registrata dai dispositivi di rilevamento (compresi telelaser e tutor) va detratto il 5%, con un minimo di 5 km/h. Solo se la velocità supera il limite stabilito scatta la multa. In caso contrario, il conducente non subisce sanzioni.
Questa normativa è regolata dall’articolo 345 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada: “Per gli accertamenti della velocità, qualunque sia l’apparecchiatura utilizzata, al valore rilevato deve essere applicata una riduzione pari al 5% con un minimo di 5 km/h“. In termini pratici, una velocità rilevata di 76 km/h, per esempio, viene ridotta a 70,20 km/h ai fini della valutazione di eventuali infrazioni e sanzioni. L’introduzione di questa tolleranza mira a bilanciare la precisione delle misurazioni con la possibilità di errori minori o variazioni nei dispositivi di misurazione.
Con il continuo avanzamento della tecnologia, le misurazioni diventano sempre più precise, portando a situazioni in cui ogni frazione può determinare l’esito di una sanzione. Insomma, piccoli decimali – come nel caso di Trepuzzi, lungo la strada statale Lecce-Brindisi – possono fare una grande differenza.
Cosa prevede il Codice della Strada sulla tolleranza autovelox
Nonostante gli autovelox e altri sistemi di rilevazione della velocità, come i telelaser, siano soggetti a omologazione e revisioni periodiche per garantirne l’efficienza e la precisione, il Codice della Strada italiano prevede margini di tolleranza per ammettere la possibilità di leggere discrepanze nei risultati. Questi margini sono pensati per prevenire sanzioni ingiuste dovute a piccoli errori di misurazione.
Il sistema di tolleranza applicato prevede che per velocità inferiori ai 100 km/h rilevate si applica una tolleranza di 5 km/h; per velocità superiori ai 100 km/h la tolleranza è invece del 5% del valore rilevato. Per esempio, se un veicolo viene rilevato a 99 km/h, la velocità utilizzata per valutare l’eventuale eccesso di velocità è di 94 km/h, dopo la detrazione dei 5 km/h di tolleranza. In città come Bologna, dove il limite di velocità è stato recentemente ridotto a 30 km/h, le multe vengono emesse solo se la velocità rilevata supera i 35 km/h.
Per le velocità che superano i 100 km/h, si applica il calcolo percentuale: ad esempio, una velocità effettiva di 110 km/h verrà ridotta di 5,5 km/h, mentre a 130 km/h la riduzione sarà di 6,5 km/h. Di norma, le velocità riportate sui verbali di infrazione sono già calcolate dopo la detrazione di questa tolleranza.
Perché il caso della multa autovelox è così controverso
Nel contesto della rilevazione elettronica della velocità, i margini di errore e le limitazioni tecniche degli strumenti come gli autovelox possono mettere gli automobilisti in una posizione difficile. Nonostante la precisione tecnologica, il superamento del limite di velocità di una frazione minima, come 0,2 km/h oltre il limite di 110 km/h, solleva questioni sull’opportunità della sanzione.
La questione della tolleranza minima nella rilevazione delle velocità è stata oggetto di discussione anche in ambito giuridico. Un caso emblematico è l’ordinanza 3698 del 2019 della Corte di cassazione, che frena sull’applicazione di multe per eccessi di velocità irrilevanti.
La presa di posizione dello Sportello dei Diritti
A portare il caso al centro dell’attenzione pubblica è stato lo Sportello dei Diritti. Per Giovanni D’Agata, presidente dell’associazione, il caso è da guinness dei primati per la sua singolarità. D’Agata ha ricordato che la Corte di cassazione ha già espresso la propria contrarietà sulle multe comminate per lievi superamenti dei limiti di velocità.
“Speriamo che l’autorità emittente la multa riveda la situazione e annulli il verbale“, ha dichiarato l’esponente del sodalizio, evidenziando come questa azione potrebbe risparmiare all’automobilista la necessità di appellarsi al giudice di pace e di sostenere costi legali. Tra questi, il contributo unificato, che, se pagato entro cinque giorni, può arrivare a costare quanto l’intera multa.
Multa autovelox: quali sono gli importi
Quando un autovelox rileva che un veicolo supera il limite di velocità, dopo aver applicato la tolleranza prevista, scattano le sanzioni che variano in base all’entità dell’infrazione. La misura della multa dipende dall’ammontare del superamento del limite impostato al punto di controllo.
Per eccessi di velocità sotto i 10 km/h, l’ammenda prevista varia da 42 a 173 euro. Se il superamento del limite è compreso tra 10 e 40 km/h, la multa sale a una cifra tra 173 e 694 euro, con l’aggiunta di una sanzione accessoria di perdita di 3 punti dalla patente. Per i guidatori che superano la soglia di velocità tra 40 e 60 km/h, la cifra della multa si aggira tra 543 e 2.170 euro, con una perdita aggiuntiva di 6 punti patente.
Infine, se la velocità registrata eccede di oltre 60 km/h il limite, può variare da 845 a 3.382 euro. A questa si aggiungono la sospensione della patente di guida per un periodo da 6 a 12 mesi e la perdita di 10 punti sulla patente. In caso di recidiva entro due anni, la penalità non si limita alla sospensione, ma comporta la revoca della patente.
Ci sono anche le aggravanti e le riduzioni
Le sanzioni per eccesso di velocità possono subire delle modifiche in presenza di condizioni aggravanti. Nel caso di trasgressione durante le ore notturne, tra le 22 e le 7, scatta un aumento di un terzo del valore della multa. Dopodiché è prevista una maggiore severità delle penalità per i neopatentati – coloro che hanno conseguito la patente ei primi tre anni – che vedono raddoppiata la decurtazione. Ulteriori aggravanti si applicano quando il conducente è alla guida di veicoli speciali, come quelli per il trasporto di merci pericolose, veicoli con rimorchi, autobus, filobus, autoveicoli destinati al trasporto di merci o mezzi d’opera a pieno carico. In questi casi, sia l’importo della multa sia i punti patente persi possono raddoppiare.
Esiste poi la possibilità di ottenere uno sconto sulla multa: chi effettua il pagamento entro cinque giorni dalla notifica può beneficiare di una riduzione del 30%, a condizione che la sanzione non comporti la sospensione o la revoca della patente. Infine, se la notifica della multa non avviene entro 90 giorni dal rilevamento dell’infrazione, il conducente ha la possibilità di fare ricorso per ottenere l’annullamento della sanzione.