Il CEO di BMW tuona contro l’Europa per lo stop dei motori termici

BMW nutre delle grosse perplessità circa la transizione elettrica in Europa nel 2035: secondo il CEO, Oliver Zipse, l'obiettivo è diventato irraggiungibile

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 23 Ottobre 2024 11:00

Molte Case automobilistiche hanno abbracciato la transizione verso l’elettrica, in linea con le direttive dell’Unione Europea. Che ha decretato il divieto di immettere sul mercato esemplari a benzina e diesel dal 2035 in poi, in modo da salvaguardare l’ambiente, messo a dura prova in passato, quando ancora non c’era lo stesso grado di consapevolezza. Tuttavia, c’è chi, come BMW, nutre delle perplessità circa la fattibilità dell’operazione entro le tempistiche prestabilite.

Non solo full electric

BMW ha preso una posizione più cauta e diversificata, affermando che il futuro non debba vertere esclusivamente su veicoli elettrici a batteria. Ha ribadito il messaggio Oliver Zipse, amministratore delegato dell’azienda, durante il Salone dell’Auto di Parigi 2024. A margine dell’importante evento, il numero uno della compagnia ha esortato le istituzioni continentali a ripensarci, così da evitare un’eccessiva dipendenza dalla Cina per la fornitura di batterie.

Mentre vari attori di primo piano del settore, Tesla su tutte, stanno puntando tutto sull’elettrificazione, la società teutonica ha applicato un approccio stratificato. Oltre alle BEV, ha profuso degli ingenti sforzi economici pure nei carburanti sintetici (e-fuel) e nelle celle a combustibile a idrogeno. Ciò deriva da una ferma convinzione: i trasporti del domani non saranno monopolizzati da un’unica alimentazione. Di conseguenza, preferiscono tenere i piedi in più scarpe, lasciando al cliente l’ultima parola su quale tipologia di veicolo scegliere.

La politica ha finora ripagato BMW, anche nelle full electric. Al contrario dei principali competitor, come Audi e Mercedes, apparsi in difficoltà, i numeri già premiano l’offensiva dell’Elica. La qualità degli esemplari, abbinata a un’ottima campagna marketing, vale un ruolo di primattore, che i piani alti pensano a difendere dalle rivali. Anziché lasciarsi, però, ‘ingolosire’, ritiene i mezzi a batteria giusto una freccia al proprio arco. Zipse ha spiegato la scelta, sottolineando che la dipendenza esclusiva dalle BEV potrebbe esporre il Vecchio Continente a rischi economici e geopolitici legati all’approvvigionamento degli accumulatori, in gran parte dominato da Pechino.

Percorso tecnologico indipendente

BMW porta avanti lo sviluppo e la promozione di BEV parte della sua gamma ‘i’, ma evidenzia la necessità di vagliare differenti tecnologie, al fine di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e sicurezza energetica. Ad avviso di Zipse, un “percorso tecnologico indipendente” sarà cruciale per garantire all’Europa di poter affrontare le sfide all’orizzonte, senza essere vulnerabili alle interruzioni nelle catene di fornitura globali.

A tal proposito, i problemi riscontrati dall’industria durante l’emergenza sanitaria fungono da promemoria circa i pericoli connaturati in un approccio unidirezionale. I timori di BMW trovano d’accordo numerosi operatori chiave delle quattro ruote. Una correzione dell’obiettivo del 100% di BEV per il 2035” consentirebbe, invece, agli OEM europei di sviluppare una gamma più ampia di tecnologie per la mobilità sostenibile.

A dispetto dell’impegno verso la decarbonizzazione Zipse ha definito i target dell’UE “non più realistici”: continuare sulla stessa strada potrebbe rivelarsi insostenibile, sia dal punto di vista economico che industriale. La sua preoccupazione è che gli incentivi attuali riservati alle auto elettriche, uno strumento adottato dalla classe politica per incentivare la svolta, non siano mantenibili nel lungo termine senza impatti negativi sul bilancio pubblico e sulle economie nazionali.