Calo di domanda per i SUV elettrici, Audi prende una decisione drastica

Le scarse vendite registrate dalla Q8 e-tron spingono Audi a valutare la chiusura dello stabilimento belga di Bruxelles, con il taglio di oltre 3.000 dipendenti

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 11 Luglio 2024 09:10

Le elettriche non vendono. E anche uno dei marchi più storici dell’industria europea pensa a correggere il tiro, in modo drastico. Audi sarebbe, infatti, sul punto di chiudere uno dei suoi stabilimenti europei, in seguito ai deludenti numeri commerciali. Con un comunicato, l’azienda dei Quattro Anelli ammette di stare valutando lo stop alla produzione delle Q8 e-tron, anche nella variante Sportback, ma i risvolti saranno forse ancora più gravi.

Se la ristrutturazione andasse in porto, l’impianto di Bruxelles potrebbe, infatti, pure fermarsi, con un significativo impatto sull’economia locale. A perdere il posto sarebbero, infatti, più di 3.000 dipendenti, che sperano in un passo indietro del Costruttore.

Trend negativo del segmento

“Audi sta registrando a livello globale un calo degli ordini nel segmento delle elettriche premium – riferisce la compagnia -. La famiglia dei modelli Audi Q8 e-tron risente di un trend specifico del segmento. La Q8 e-tron ha segnato l’inizio della mobilità elettrica per Audi nel 2018 e ha avuto un grande successo in tutto il mondo per molti anni. Con l’aumento dei nuovi modelli sulla Premium Platform Electric, l’azienda sta ora assistendo a un calo della domanda. A seguito di un’approfondita revisione della situazione del mercato e delle condizioni generali presso il sito di Bruxelles, Audi sta valutando la fine anticipata della produzione dei modelli Q8 e-tron”.

Dal 1° settembre 2023 Audi ha un nuovo amministratore delegato, Gernot Dollner, investito della carica dopo i magri risultati ottenuti nella precedente gestione. Sotto la supervisione di Markus Duesmann, il brand tedesco ha faticato a rimanere al passo coi tempi, messo in ombra dalle connazionali BMW e Mercedes. In particolare, rotto il ghiaccio nel comparto delle full electric prima delle dirette concorrenti, le buone premesse non sono state confermate nel prosieguo, segnato da disagi infiniti.

Anche per questioni estranee alla diretta responsabilità (le difficoltà di Cariad, l’entità del Gruppo Volkswagen addetta a sviluppare i software), il vantaggio competitivo è evaporato. I contrasti interni tra Duesmann e i membri del CdA di VW – sostenevano fonti vicine – avevano determinato la perdita di fiducia, fino alla rottura totale. Da qui la nomina di Dollner, sulla quale sembrava avesse inciso l’endorsement da nientemeno che Blume, CEO del conglomerato, il quale ne aveva apprezzato il lavoro durante la militanza in Porsche.

Al vaglio le alternative

Comunque, il rallentamento delle vendite è giusto uno dei problemi che stanno attanagliando il complesso. Poi vengono le questioni di carattere strutturale. La vicinanza al centro storico della capitale belga complica gli interventi di modernizzazione degli edifici; inoltre, spostarsi e operare nella zona risulta un dispendio economico non indifferente.

Tenuto conto che allo stato attuale costituisce uno dei soli due modelli full electric della gamma Audi, il danno economico si prospetta importante. La casa madre VW parla nel proprio comunicato di un “impatto significativo” sull’utile operativo annuale, senza specificare di quanto. La congiuntura socioeconomica sfavorevole non semplifica le operazioni. La direzione della struttura ha reso noto ai rappresentanti dei lavoratori delle sue intenzioni: ai sensi delle normative locali, è in corso la consultazione per ridurre l’impatto sull’occupazione e definire delle alternative congrue.