E’ facile imbattersi, in particolare durante i week-end, in gruppi di ciclisti amatoriali che affrontano lunghe gite in sella alle lore bici.
Spesso però il loro comportamento è motivo di litigio con gli automobilisti. Ad esempio uno dei comportamenti più comuni è quello di vedere i ciclisti procedere affiancati e non in fila indiana.
Ma cosa dice il Codice della Strada?
Il ”Nuovo codice della strada’‘, decreto legislativo 30 aprile 1992 n. 285 e successive modificazioni, nell’Art. 182 che riguarda la circolazione dei velocipedi, parla chiaro. al comma 1 infatti recita che
”i ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro”.
Quindi non in tutti i casi i ciclisti sono obbligati a viaggiare in fila indiana, visto che, se le condizioni del traffico lo consentono, il codice della strada autorizza nei centri abitati la marcia affiancata, anche se per non più di due mezzi.
E infatti il Giudice di Pace di Taggia (Imperia) con una sentenza del 2009, ha annullato la multa inflitta a due ciclisti che pedalavano vicini in una domenica mattina di fine estate, ritenendo che in quell’occasione le condizioni della circolazione permettevano di pedalare uno accanto all’altro, contrariamente all’opinione comune.
Insomma, per evitare conseguenze più gravi di un litigio, è sempre opportuno avere un comportamento di maggior rispetto reciproco sia da parte degli automobilisti che dei ciclisti.