Una scalata che arriva da lontano. Non più di dieci anni fa il mercato dell’auto in Cina era figlio di prodotti di seconda fascia, di telai riciclati da vecchi modelli europei, fino a quando non c’è stata la svolta verso l’elettrico. La tecnologia a batteria ha fatto cambiare passo a tutta l’industria asiatica e adesso si vedono i risultati. Basti pensare che a Pechino e dintorni, lo scorso mese è stata superata la quota di 1 milione di veicoli BEV prodotti. Si tratta, a tutti gli effetti, di un vero record. Soltanto cinque anni fa questa era la cifra che si otteneva in un anno di vendite di veicoli alla spina.
La crescita dell’elettrico in Cina: come mai
Il volume delle vendite di veicoli elettrici in Cina è cresciuto a un ritmo senza pari. Il precedente di vendite mensili da record è stato raggiunto nel dicembre 2023, quando sono stati immatricolati poco più di 950.000 veicoli elettrici. Dunque, era ormai solo questione di tempo prima che venisse superata la fatidica soglia del milione. Sebbene il mercato sia cresciuto in modo organico, le vendite di agosto sono state favorite dall’aumento di un programma di sovvenzioni commerciali finanziato dal governo di Pechino.
La Cina aveva interrotto le sovvenzioni per i veicoli elettrici a livello nazionale all’inizio del 2023, dopo oltre un decennio di presenza stabile a supporto degli automobilisti, tuttavia a partire dall’aprile di quest’anno è stato introdotto un nuovo incentivo a breve termine. Questo programma di permuta di NEV (New Energy Vehicle) ha permesso ai consumatori di permutare i vecchi veicoli elettrici immatricolati tra il 2011 e il 2018, offrendo fino a 1.400 dollari per l’acquisto di un nuovo veicolo elettrico. A luglio, il programma è stato esteso ai veicoli ICE e la sovvenzione per i veicoli elettrici è raddoppiata a poco più di 2.800 dollari. Questa espansione ha stimolato un’ondata di permute, che ha portato al picco di vendite di nuovi veicoli elettrici registrato ad agosto.
Nel corso del tempo l’equilibrio, nelle quote di mercato cinesi, tra BEV e PHEV si è spostato. Nel 2021 e 2022, la voce grossa era quella dei BEV, con i PHEV che rappresentavano poco meno del 25% delle vendite totali di veicoli elettrici. A partire dal 2023 la musica è cambiata, con i PHEV che nella prima metà del 2024 sono volati a oltre il 40%.
Il mercato globale
Le vendite di veicoli elettrici, a livello globale, calano e si parla apertamente di un ridimensionamento dei piani di elettrificazione. Sebbene ciò sia vero per l’Europa e il Nord America, la Cina prosegue nel suo ruolo di trascinatrice dell’espansione globale di questo ramo della mobilità. La rapida crescita del mercato del Dragone ha dato vita a una serie di produttori di veicoli elettrici puri, che sono andati a scontrarsi con le case automobilistiche tradizionali, suscitando la preoccupazione dei governi stranieri. Ciò ha portato all’introduzione di dazi da parte di UE, Stati Uniti, Canada e altri paesi, volti a limitare le esportazioni di veicoli elettrici cinesi. Queste restrizioni commerciali hanno compresso i mercati di esportazione della Cina, alimentando ulteriormente le vendite interne in agosto.
La Norvegia leader degli EV al mondo
In questo scenario turbolento esiste un’isola felice al mondo: la Norvegia. Un’isola figurativa, dato che il Paese scandinavo fa parte di una penisola dove quasi tutti viaggiano in elettrico. L’anomalia norvegese è presto servita, qui le automobili alla spina hanno superato quelle a benzina. Su un totale di 2,8 milioni di veicoli immatricolati, 754.303 sono elettrici, pari al 26% del totale, contro i 753.905 a benzina. Il prossimo passo annunciato, nonché inevitabile, sarà il sorpasso sui diesel che per ora restano al 35% delle preferenze.
L’obiettivo di vendere soltanto nuove auto a emissioni zero a partire dal 2025, con dieci anni di anticipo rispetto all’Unione europea, è più che raggiungibile. Niente a che vedere con l’Italia che è uno dei fanalini di coda per quanto riguarda l’elettrico nel Vecchio Continente, con quote di mercato assolutamente irrisorie. Il 2035 senza emissioni sembra un traguardo quasi irraggiungibile, salvo cambiamenti epocali, per il Belpaese.